Poesie anonime


Scritta da: Chiara Anonimo
in Poesie (Poesie anonime)

Mi dispiace

Mi dispiace per ogni silenzio oppressore...
Mi dispiace per ogni ora infernale...
Mi dispiace per ogni volta che i tuoi occhi diventano rossi a causa mia...
Mi dispiace per ogni lacrima da te versata...
Mi dispiace per ogni secondo passato ad odiarmi...
Mi dispiace per ogni attimo di tacita sofferenza...
Mi dispiace per tutto...
Ma grazie di esistere...
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    Scritta da: A B
    in Poesie (Poesie anonime)
    Come foglie...
    agitate dal sopraggiungere del vento,
    malinconiche in quest'ultima danza di vita,
    sono i miei pensieri.
    Nell'attesa di staccarsi dal loro sicuro ancoraggio,
    un brivido muto le fa svolazzare sbarazzine
    per planare silenziosamente a coprire la terra.
    Come foglie i miei pensieri...
    si adagiano su questo foglio
    nell'attesa di ingiallire
    come antica sapienza.
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      Scritta da: Elisabetta
      in Poesie (Poesie anonime)

      Il passero ferito

      Era d'agosto. Un povero uccelletto
      ferito dalla fionda di un maschietto
      andò, per riposare l'ala offesa
      sulla finestra aperta di una chiesa.

      Dalle tendine del confessionale
      il parroco intravide l'animale
      ma, pressato da molti peccatori
      che pentirsi dovean dei loro errori
      rinchiuse le tendine immantinente
      e si rimise a confessar la gente.

      Mentre in ginocchio oppur stando a sedere
      diceva ogni fedele le preghiere,
      una donna, notato l'uccelletto,
      lo prese, e al caldo se lo mise in petto.

      Ad un tratto improvviso un cinguettio
      ruppe il silenzio: cìo, cìo, cìo, cìo.

      Rise qualcuno, e il prete, a quel rumore
      il ruolo abbandonò di confessore;
      scuro nel volto, peggio della pece
      s'arrampicò sul pulpito, poi fece:
      "Fratelli, chi ha l'uccello, per favore
      vada fuori dal tempio del Signore".

      I maschi, un po' stupiti a tali parole,
      lesti s'accinsero ad alzar le suole,
      ma il prete a quell'errore madornale,
      "Fermi, gridò, mi sono espresso male!
      Rientrate tutti e statemi a sentire:
      sol chi ha preso l'uccello deve uscire!"

      A testa bassa, la corona in mano,
      cento donne s'alzarono piangendo.
      Ma, mentre se n'andavano di fuora
      il prete rigridò: "Sbagliato ho ancora;
      rientrate tutte quante, figlie amate,
      che io non volevo dir quel che pensate!"

      Poi riprese; "Già dissi e torno a dire
      che chi ha preso l'uccello deve uscire.
      Ma mi rivolgo, a voce chiara e tesa,
      soltato a chi l'uccello ha preso in chiesa!"

      A tali detti, nello stesso istante,
      le monache s'alzaron tutte quante;
      quindi col viso pieno di rossore
      lasciarono la casa del Signore.

      "Oh Santa Vergine! - esclamò il buon prete -
      Sorelle orsù rientrate e state quiete,
      poiché voglio concludere, o signori,
      la serie degli equivoci ed errori;
      perciò, senza rumori, piano piano,
      esca soltato chi ha l'uccello in mano".

      Una fanciulla con il fidanzato,
      ch'eran nascosti in un angolo appartato
      dentro una cappelletta laterale,
      poco mancò che si sentisser male.
      Quindi lei sussurrò col viso smorto
      "che ti dicevo, hai visto? Se n'è
      accorto!"
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        Scritta da: Fernando Baratiri
        in Poesie (Poesie anonime)

        Il sogno

        Mi sto perdendo,
        Il giorno sussegue la notte
        La luce il buio,
        Ma continuo a non vedere
        Vago invano nell'oscurità
        L'alba è tramontata
        Lo riesco a sentire
        Il tempo
        Lo accorcio, ci gioco...
        Me lo sento durerà poco
        E così come tutto è nato
        Dalla realtà vengo risucchiato
        Il sole è sorto
        Ed il mio sogno è morto...
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          Scritta da: Sarah Sullivan
          in Poesie (Poesie anonime)

          Luce

          Doniamo a lei melodia
          senti che perfezione
          nel freddo silenzio della notte
          questa non è finzione.

          È invidiosa della luce dei nostri occhi
          quando stentano
          ma come un lampo di fuoco
          s'incontrano.

          Energia negli sguardi
          gioia e stupore
          sento il cuore che trema
          è la dolcezza nel suo candore.


          Luce bianca mi accarezza
          sole e magia
          per chi non capisce
          negare sarebbe follia.

          Sorridono i miei occhi
          quando all'improvviso
          come una piuma
          mi sfiori il viso.

          Alzo le labbra al cielo
          lentamente sfilo il velo profumato
          che come un masso
          per lungo tempo mi ha soffocato.

          Adesso posso gridare
          come non ho mai osato
          senza costrizioni
          ed un reale sorriso vien liberato.
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            Scritta da: Carlotta Ghidoni
            in Poesie (Poesie anonime)

            Luna

            La luna brilla.
            Incostante astro
            sii splendente ed effimero
            mi suggerisce parole d'amore
            uscite dalla mia bocca,
            che si perdono nel vento
            ma mai udite,
            da colui a me caro.

            Se udite,
            non sono state comprese;
            perché troppo dolci
            e innocenti,
            per essere comprese
            da orecchio umano.

            Io,
            piccola Dea della tristezza,
            vivo nel mio oscuro mondo;
            dove non vi è luce,
            ne calore,
            ne voce.

            Doce non vi è amore
            o passione
            ma il solo e inesorabile
            scorrere del tempo.
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