Poesie di Luigi Vivenzio

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'O cardillo e'o pappavallo

Dicettè o cardillo
a nu pappagallo
chiuso
dint "a caiola:
" Biate a te
biate a te
ca tiene nu padrone
ca te porta l'acqua
ogne matina
è na francà e graurino! "
" Biate a me?
Biate a te!
- rispunnettè o pappagallo -
pecchè'a meglia cosa
pè n'auciello
nun è'o magnà
ma è'o vulà".
Luigi Vivenzio
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    Scritta da: LUIGI VIVENZIO
    Vorrei vivere il tuo spazio
    occuparlo come una cupola
    occupa il suo.
    Vorrei farti occupare il mio spazio
    come una cupola
    occupa il suo.
    Vorrei reggerti
    come un pilastro,
    farmi reggere da te
    come unico pilastro
    della mia vita.
    Vorrei annusare
    l'odore delle rose
    come unico profumo
    della mia vita
    come te
    quando cammini nel giardino.
    Vorrei vivere il respiro
    del tuo tempo
    vorrei che tu
    respirassi il mio tempo.
    Vorrei vivere il tuo dolore
    non farti vivere il mio.
    Vorrei diventare erba neve brina
    spiga di grano
    al tuo passaggio,
    sapore di fragola e ciliegia
    al tuo palato.
    Vorrei vivere con te
    sotto un arco
    senza meridiana
    e senza bussola,
    in una bolla
    che il vento
    allontana
    all'orizzonte.
    Luigi Vivenzio
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      Scritta da: LUIGI VIVENZIO
      M'innamoro del filo d'acqua
      che dalla cannella
      bagna l'asciutto
      del catino abbandonato
      e della ragnatela del mattino
      imperlata di rugiada,
      della nota alta
      che si strozza in gola,
      della debolezza dell'innamorato
      che bacia il respiro
      dell'amata addormentata,
      dello sbadiglio di chi non ha dormito,
      del tuono che romba,
      del lampo che ruba
      un attimo di luce,
      del bambino e della donna
      sfregiati
      che alla prepotenza della storia
      pagano il conto più salato,
      del cane che al mattino
      sotto la finestra mi saluta
      con l'abbaio,
      del gatto che per dispetto
      non mi fa le fusa,
      di una mano che s'allunga
      che ho voglia di stringere
      perché è nera,
      di un volto scuro
      pieno di paura,
      della parola usurata
      a volte male usata.
      M'innamoro
      di una lista
      che non è finita,
      perché s'allunga
      per quanto è immenso
      il dono di una vita.
      Luigi Vivenzio
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        Scritta da: LUIGI VIVENZIO

        Ti cerco ancora

        Tatuerò sulla mia pelle
        la mappa del tuo imperscrutabile mondo.
        Tu sei arrivata sull'alito di un vento furioso,
        hai creato vuoti.
        I vuoti non colmi son rimasti intatti,
        non scalfiti da grigi temporali.
        Ti cerco nell'urlo di Munch che mi scuote,
        nel nido custode di pensieri,
        nel canto di sirene che s'esala,
        nella nota che vibra sulla foglia,
        nei millantati echi dell'abisso,
        nello scalpo di barca abbandonata,
        nelle ossa di seppie scolorite,
        nella goccia che scava la sua roccia,
        nel salice che piange a mezza sera,
        nell'onda che cavalca la chimera.
        Ti cerco ancora nella notte:
        vigile è la luna.
        Ti cerco nelle vie tortuose della nebbia,
        nell'ombra del filo che rapisce il sole,
        nel sole che ripaga ogni incertezza.
        Ti cerco ancora.
        Luigi Vivenzio
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          Scritta da: LUIGI VIVENZIO

          30 gennaio 2013

          Zebrata la bianca neve
          sulle cime aguzze
          annuncia presagi che nel sogno
          vedono nuvole all'orizzonte
          vanificare il costante desiderio,
          in un'attesa
          che non ha recinti.
          Assente è la parola
          che tampona,
          a volte sanguina,
          non concede tregua
          a chi affannoso arranca,
          cerca il respiro.
          Squarcia urli,
          rompe il buio
          della notte
          il mio amore ferito,
          viòla è la pelle che l'avvolge.
          Tu non hai più lacrime,
          il mare
          presta lacrime ai tuoi occhi,
          l'intonaco del muro si sfarina,
          lieve una mano
          sfiora il tuo voto,
          s'impiglia nei capelli.
          Luigi Vivenzio
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            Scritta da: LUIGI VIVENZIO

            Dopo tante lune

            Dopo tante lune
            ricordati di me.
            I tuoi passi silenti
            albeggiano
            nell'eco dell'ombra,
            la mano tesa
            ricongiunge oblii.
            Ora che la terra
            nutre sentimenti,
            i fiori del mandorlo
            profumano l'aria
            e le labbra tremano,
            riposo nell'alveo
            dell'infinito pensiero
            dei tuoi desideri.
            Dopo tanti emisferi argentei
            mi ricorderò di te.
            Luigi Vivenzio
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