M'innamoro del filo d'acqua che dalla cannella bagna l'asciutto del catino abbandonato e della ragnatela del mattino imperlata di rugiada, della nota alta che si strozza in gola, della debolezza dell'innamorato che bacia il respiro dell'amata addormentata, dello sbadiglio di chi non ha dormito, del tuono che romba, del lampo che ruba un attimo di luce, del bambino e della donna sfregiati che alla prepotenza della storia pagano il conto più salato, del cane che al mattino sotto la finestra mi saluta con l'abbaio, del gatto che per dispetto non mi fa le fusa, di una mano che s'allunga che ho voglia di stringere perché è nera, di un volto scuro pieno di paura, della parola usurata a volte male usata. M'innamoro di una lista che non è finita, perché s'allunga per quanto è immenso il dono di una vita.
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