Poesie di Jacqueline Miu

Scrittrice, nato lunedì 25 dicembre 1967 (USA - Stati Uniti d'America)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Cristina Metta

Abbracciami! In fondo è Natale

Eccomi qui sull'orlo di un anno a sperare a consumare a resistere
appese libellule di ghiaccio a un albero rianimato con stelle a basso consumo
eccomi qui a credere a sognare a pensare a domandare – ancora
chiudimi tu che mi leggi in un abbraccio
in fondo è Natale!
Forse non so credere abbastanza
forse ho troppa fede per la mia specie
ma tu che vedi oltre le parole
fami crescere ali sulle spalle
con che cosa?
Con quello in cui credi
semplicemente vivendo
tornando da me ogni tanto
da me che alzo castelli con blasoni e regni di draghi
salva la mia anima dalla guerra romantica con i fiocchi di neve
nascondimi in una astronave dormitorio d'angeli per folleggiare eternauta
fumando di nascosto
bevendo fino a crollare
fissando il blu del cielo senza motivi
cercando dell'amore il senso magari in una favola

stringimi
stringimi
stringimi forte alla tua anima
lotta con me contro il freddo inverno
t'insegnerò ad accendere appena riposa il nuvolo – le stelle
così a Natale tristi o felici
poveri o ricchi
amati o solitari
tutti avranno la propria stella accesa sopra il capo
per sperare.
Jacqueline Miu
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    Scritta da: Cristina Metta

    Veloce follia

    Ero diventato veloce
    mi piaceva amarti
    sempre in fuga per non darti noia
    calzavo piedi piumati per rincorrerti nel sogno,
    dove mi aspettavi -
    mai ridendo ma col broncio.
    Eh, sì, ti facevi amare
    con tutti quei pensieri meticolosamente disordinati
    capaci solo loro di generare follia
    di cui ti vestivo per dare al tuo corpo l'aura
    da immortale.
    E molto prima del giorno

    aprivo la porta sulla disperazione per ritornare sveglio
    lasciandoti lì nella natura perfetta del tuo volo,
    e forse mi restava nel palpito la percezione di averti ancora con me
    sì mi mentivo, mi mentivo d'averti addosso, d'averti nel sangue, nella mente
    nelle mie gambe e nelle mie ossa
    ma più mi mentivo, sappi,
    più io ero felice.
    Jacqueline Miu
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      Scritta da: Cristina Metta

      Ladri di nuvole

      Il mio cuore brucia per te come cartagine in fiamme
      ho scritto a keats del mio amore e lo tiene in ostaggio
      dice di restare come i bambini _ occhi golosi di stelle e innamorati
      ma cosa ne sa lui che è morto...
      per scontare l'idillio del suo secolo – nel limbo

      prometto
      di toglierti al dolore della rinascita
      di passarmi i tuoi peccati
      e di fare doppia eternità all'inferno
      dandomi al diavolo in dolore e carne

      ho comprato spazio dentro i giornali
      un cuore leccabile gusto frutta e petrolio
      tanto trash tanto umano e tanto disarmante
      questa idea fissa
      questa fissa idea di ogni mattino che mi toglie la vita
      per portarla alla tua
      finché oltre

      tu

      m'emozioni
      come un ghirigoro di nuvole arancio in un cielo fresco d'alba in viola
      mentre l'aria è paciosa d'anime col culto poetico in fasce

      ti respiro
      e come un ladro di acrobazie aeree
      salto la barriera del suono fino a rincorrere temporali
      fino a esserti arcobaleno
      aspettando
      di leggerti negli occhi
      la felicità con cui la loro luce ingannano
      per amor mio la morte

      e mi fai perdere i sensi sognandoti
      col buio di giorno a tutte le ore.
      Jacqueline Miu
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        Scritta da: Cristina Metta

        Principe del Caos

        Ho una granata al posto del sangue con sorte fatale
        sono uno spirito scomunicato con appetititi umani
        non mi inginocchio più agli idoli _ alle campane _ alle croci _ al nulla
        sono un bastardo
        nutrito da reggimenti legioni armate
        d'ideali _ in romantico tempio senza oracoli
        fatto unicamente di cellule di atomi folli e di carne
        spinti all'ignoto
        insaziabili
        dicono
        io sia un testimone scomodo che vede nell'eden la noia
        cerco di salvarmi dalla morte dell'amore
        dal freddo e dagli occhi spenti
        sperando di prendere la forma della pioggia o della marea
        quando sarà livida e buia la notte

        e vedo una via che nessuno altro vede
        oltre la rete wifi oltre il pentagono oltre la santa sede
        persino oltre i temporali cosmici di asteroidi
        di soli a nane spaziali senz'energia
        io vedo il sogno

        c'è una voce che mi canta nel capo sera mattino
        sera
        mattino
        ho l'anima come una chitarra per le dita dolci del tempo
        in me si espande e irrequieta... l'insonnia
        come una felicità bambina solo con molte più chiassose radici

        m'esplode come una musica nel petto – la vita
        cattivo maestro delle mie brame
        ma ardo – io ardo fiaccola incontenibile incontentabile irreprensibile
        ardo come se non ci fossero stelle con più forte foco del mio.
        Jacqueline Miu
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          Scritta da: Cristina Metta

          Fot... ute Fiabe

          Ho crampi al cuore che soffre in un distillato di primavera e dolore
          bramo tutta l'incoscienza che mi rende libero di sedurti
          sotto sti cieli come campi di cotone nelle fiamme di una luna africana
          in mezzo ad astri disidratati che incornano l'oscurità cosmica _ bruciando

          dovrei dirti che
          ... di noi non si cura alcuna eternità sentimentale
          a noi vengono spediti ogni tanto per alleviare la vita – i sogni
          usati come propellente quotidiano
          da mostri da meno mostri da chi ha fame e non aspetta
          Sorte

          per te
          io diverrei un animale da corrida con la morte
          e farei pagare alle arene secondi in tempo di gioia per la tua vita
          perché ho visto come una luce nel buio dei giorni
          quando perdute le fot... ute fiabe nei libri letti a letto
          un luccicore un brillio una cometa
          eri tu
          eri tu nel "c'era una volta" sul comodino triste delle Parche
          ti vidi allora
          e da allora impossibile per me
          dimenticarti

          non ti domandi mai
          davvero _ mai ti domandi
          dove vivano gli Dei della Fortuna
          quando noi in astinenza
          o il delirio ti fa servizio a domicilio poiché Amore è insonne
          sebbene ci siano ambulanze della felicità chiamate droghe
          ahimè col mio carattere ci vorrebbe però... dell'esplosivo
          per superare le notti
          in cui ti penso
          in cui ti voglio
          in cui sudo
          in cui mi arrabbio
          o piango e rido da folle
          segnato da un liturgico tic tac delle dolci albe
          che si sostituiscono alle brutte mosse del buio
          mi sei
          come le magie del venerdì 17 cui alcuno crede
          come quel drago che ho tatuato sul petto e ogni tanto ringhia
          t'amo senza scervellarmi poiché m'è già complicato il verbo
          incartarlo abbellirlo col nonsense dei fatti
          guardami
          sono il caos che vede la vita dal proprio casino
          sono come un bambino che posticipa i pasti pur di giocare ai suoi sogni
          rimpatriato da chissà quale vecchio destino cui non ho dato abbastanza
          sono nella forza del tuono
          della solitudine bambina che corre nuda sui prati
          pioggia estate inverno e non la vede alcuno
          ma c'è una teoria
          laddove finisce il dolore inizia la gioia

          e il movente della fiaba non potrebbe farsi più avvincente
          motivante
          misterioso

          ecco perché ti amo
          come un Tarzan poetico appeso a liane d'ombre
          o un sorbetto al limone in una giornata torrida
          come quelle fot... ute fiabe lette a letto in giorno uggioso
          rimaste a grandinarmi di speranze
          nonostante il buio consumi il loro inchiostro
          e a volte persino il nostro sangue
          m'incendio fiore selvatico
          tu verrai - vero
          verrai a salvarmi?
          Jacqueline Miu
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            Scritta da: Cristina Metta

            Fiore del Caos

            Tu sei e bruci in tutti gli strati della pelle come un divoratore di mondi
            bisbetica e circense l'insonnia che fa l'acrobata col mio corpo teso
            ho un tattoo di pura follia e shakespeariano _ miccia al piacere
            mentre t'ergo templi al buio dove grido sta carne ferita

            nemmeno il miele dell'alba cura il veleno della mancanza
            mentre m'inizio a un mare di fiamme senza ausilio di pioggia
            bado al frastuono d'onde che vanno forte nel sangue
            bollente e incapace Ade a ridarmi i tuoi occhi
            come un poema giustiziato dal silenzio della storia
            io t'amo
            come la scostumata notte nuda all'amplesso con stelle
            ti chiamo
            come un tremendo vento che non si emoziona per la rosa
            strazio il ricordo
            nella sua gabbia il cuore modella
            origami di sogni
            che i fiori sanno imitare
            che i poeti non sanno cantare
            che gli arditi non sanno conquistare
            e dove tu solo
            incoroni il Caos.
            Jacqueline Miu
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              Scritta da: Cristina Metta

              Visionari poeti o fantasmi

              Se diventa come sera l'aria tra noi... allora sappi che
              il tuo corpo sarà il mio pane e mai mi sazierò mai ingrasserò o me ne priverò
              nonostante il freddo dell'invidia di morte
              mi farai posto vicino al tuo grembo
              saremo come alpini che scalano le vette ripide dei sogni
              imbacuccati fino al mento con forti volontà
              e terremo chiuse fino alle cime le nostre ridicole ali
              senza farci sfiorare dal dubbio che possano non volare
              poiché nei sogni non vola il corpo ma altro

              in quante stelle dovrò cercarti quando saremo nel canto dell'oblio
              su quale ossi potrò rivedere la catena di risa
              per cui restavo a pensarti anche se non più nella stanza
              dove abita il miracolo che porta in vita ciò che immagini
              vorrei e qui mi affranco poiché mortale
              ridisegnarti in una vita dopo

              oh se solo diventasse sera l'aria tra noi
              saremo nel nostro calesse di cristallo scintillante
              a fare l'amore
              fino a bruciare nelle carni nelle viscere nelle ossa
              fino a mescolarci lave e ceneri per poi rimodellarci un corpo
              e mi dirai
              "ho sonno"
              mentre io avrò ancora fame
              e keats ci morderà dai cuori l'amore per rimembrarlo
              fino a cantare a squarciagola "io senza te non respiro"
              voce insonne che attraverserà astri
              mentre noi fusi in calcio saremo lo scheletro di una galassia
              pronta ad accogliere altri pianeti o angeli
              pronta a vivere l'amore
              quello di visionari poeti o fantasmi.
              Jacqueline Miu
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                Scritta da: Cristina Metta

                Amantide

                Bocca nera e dolce cui rubare l'aria
                il brusco torpore in cui ti spogli a sogni
                l'oscurità già stira l'alma in alcol
                mentre coi nervi tesi affondi dentro il buio
                gli angoli di strada difendono gli ubriachi dai lampioni
                ombre già nude s'incorporano stanche
                tu... e chissà quanti altri fantasmi
                abbracciati al mistero
                la notte si copre d'ansia
                e inchiodato al tuo corpo
                all'odore d'amore
                oh fammi morire lento
                questo ti dico
                mia amantide calda.
                Jacqueline Miu
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                  Scritta da: Cristina Metta

                  Ehi assassino

                  Portami al culmine dell'amore
                  mio assassino
                  fiume di vandali che hanno incendiato una intera città
                  il corso del sangue
                  quando in arena tutti leoni i partecipanti
                  mentre la fame ordina al forte di azzannare la preda

                  Tu fallo con me
                  ti passerò il mio male
                  di Luna
                  di stelle
                  di sogni
                  di corse notturne su fiere selvatiche
                  in un cosmo con carcerati e streghe rimaste a rimembrare della vita
                  i giorni
                  muore ancora l'estate col governo alla fine
                  Amazzonia in fiamme
                  Hong Kong già ribelle
                  ed è come un mare freddo evaso dai gabbiani
                  il tempo tra noi distanti
                  Elena tra i pianeti gli occhi di Venere
                  così luminosi da fare gridare l'Ade di paura

                  Tu mi manchi manchi
                  mio folle eroe eroe.
                  Jacqueline Miu
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