Poesie di Franco Paolucci

45 anni di attività edilizia, nato lunedì 8 ottobre 1928 a Roma (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Franco Paolucci

Per essere

Per essere presente, si, ci sono.
Ma, in verità, non ho certezza d'essere!
Per essere non basta certo vivere,
osservare, lottare, sopravvivere,
respirare, conoscere le scienze,
farsi idee, altre idee, e... innamorarsi,
aver voglia di abbracci e di carezze,
baciare, ribaciare, e poi sposarsi,
fare figli, allevarli, farli grandi,
soffrendo per distacchi e delusioni;
piangere soli, ridere in comune,
essere utile a tutti ed a te stesso,
incontrare il talento ed ammirarlo,
osservarsi in dettaglio in uno specchio,
e poi in più specchi ancora;
urlare tanta gioia nel godere,
tacere senza sfogo per la rabbia,
lacerarsi le carni nel soffrire,
recare aiuto a gente sconosciuta,
sperimentare la menzogna, odiarla,
cercar la verità, forse trovarla!
E tante altre cose, e tante ancora!

Tutto questo, benché abbia un valore,
non ti farà sentire in piena vita
se la presenza tua in un mondo opaco
non sarà stata in fremito sconvolta,
percossa, trascinata, violentata,
scombussolata fino al rapimento
nella marea di luce generata
dalla potenza eccelsa dell'amore.
Franco Paolucci
Composta mercoledì 23 ottobre 2013
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    Scritta da: Franco Paolucci

    La poesia

    La Poesia è un seconno "Firmamento"
    che sbrilluccica drento a le parole;
    'na sorta de Maggia che spanne ar Vento
    toni e sòni de viòle e de mannole.

    A paro all'Energia che viè dar Zole
    è un rigalo de Dio, ché ner momento
    che pò intristicce tutto quer che dòle
    'st'Arte te risolleva er Sentimento.

    Dà baci! E ogni bacetto è na finezza
    rigalata da labbra musichiere
    che sprofumeno l'aria de purezza.

    chi rima canta "sgarri" e "verità".
    E sibbè ogni poeta sii un paciere
    la Poesia è protesta in libbertà!
    Franco Paolucci
    Composta domenica 7 luglio 2013
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      Scritta da: Franco Paolucci

      Il pozzo nel cuore

      Nel pozzo dell'Anima mia
      c'è un cerchio di pietra
      coperto dal muschio silente
      di stelle cadenti,
      da rari sospiri raccolti
      negl'anni d'Amore.

      Il sogno talvolta mi dona
      memorie soffuse
      di fievoli spicchi di Luna,
      di Soli mancati,
      di canti di donne in vigneti,
      di mosti gustosi
      e chicchi scambiati tra labbra
      umettate di baci.

      Ed ora, arrivato al confine,
      s'immerge ogni raggio
      nel buio melmoso del pozzo
      ripieno di Cielo.

      A che questo vivere strano?
      In cerca di cosa?
      Per quale Mistero chi nasce
      poi muore due volte?
      Franco Paolucci
      Composta mercoledì 13 marzo 2013
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        Scritta da: Franco Paolucci
        "Lentamente muore"
        Di Martha Medeiros
        (Attribuita per errore a Pablo Neruda)

        Lentamente muore
        chi diventa schiavo dell'abitudine,
        ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
        chi non cambia la marcia,
        chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
        chi non parla a chi non conosce.
        Muore lentamente chi evita una passione,
        chi preferisce il nero su bianco
        e i puntini sulle "i"
        piuttosto che un insieme di emozioni,
        proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
        quelle che fanno
        di uno sbadiglio un sorriso,
        quelle che fanno battere il cuore
        davanti all'errore e ai sentimenti.
        Lentamente muore
        chi non capovolge il tavolo,
        chi e' infelice sul lavoro,
        chi non rischia la certezza
        per l'incertezza per inseguire un sogno,
        chi non si permette almeno una volta nella vita
        di fuggire ai consigli sensati.
        Lentamente muore chi non viaggia,
        chi non legge, chi non ascolta musica,
        chi non trova grazia in se stesso.
        Muore lentamente
        chi distrugge l'amor proprio,
        chi non si lascia aiutare;
        chi passa i giorni a lamentarsi
        della propria sfortuna o della pioggia incessante.
        Lentamente muore
        chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
        chi non fa domande
        sugli argomenti che non conosce,
        chi non risponde
        quando gli chiedono qualcosa che conosce.
        Evitiamo la morte a piccole dosi,
        ricordando sempre che essere vivo
        richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
        del semplice fatto di respirare.
        Soltanto l'ardente pazienza porterà
        al raggiungimento
        di una
        splendida felicità.

        A questa poesia
        immodestamente aggiungo di mio:

        Lentamente muore

        chi non ama sufficientemente se stesso
        come espressione minuta di vita
        destinata alla rivoluzione dei Cieli,
        impegnata nella metamorfosi del Mondo:
        chi, nello slancio, erra, costruendo prigioni d’amore.

        Lentamente muore
        chi si ritiene un’unità finita,
        una goccia fluttuante
        trascinata dalle maree oceaniche del Tempo;
        chi non si dà indirizzi, pronto a cambiare indirizzo.
        Chi non ha due cuori, uno per sopportare, uno per sanguinare.

        Lentamente muore
        chi, conscio di dover morire,
        rinuncia, in vita, alla “Vita”
        sperando in una vita futura che, per certo,
        non potrà avere se non saprà arricchire
        l’immateriale “Libro della Storia”
        con una sua storia piccola, tutta strettamente personale!

        Lentamente muore
        chi corre disperatamente dietro una irraggiungibile felicità
        e non percepisce che la “Felicità”
        si identifica con il corso stesso della propria “Esistenza”,
        con la “Fatica” continua che la permea,
        generando “Amore” nelle cose visibili.
        Franco Paolucci
        Composta mercoledì 1 maggio 2013
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          Vorrei catturarti, farfalla dorata.
          Ma dove è il tuo corpo?
          S'è forse disciolto nell'acido
          d'un mondo che avversa la carne?
          Ogn'Angelo ha toni sottili.
          Soltanto altri Angeli
          ne odono, lievi, la voce.
          I deserti chiedono orme:
          conferme disperate
          di una loro presenza
          all'alto volo degl'Angeli.
          Al Deserto non basta
          la fresca ombra di un'ala.
          Franco Paolucci
          Composta domenica 12 febbraio 2012
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            Magia del computer

            Si affaccia nel mistero della mente
            Si annida nelle pieghe dell'amore
            Fiorisce con l'azione del vomere
            Esplode con l'orrore della guerra
            Si strugge con il canto del poeta
            Con la morte si diffonde in chi resta
            Può spegnersi nello schermo del computer.
            Franco Paolucci
            Composta domenica 1 gennaio 2012
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              l'intento

              Vi parlerò d'una speranza antica,
              dei cerchi dell'attesa
              che mutarono i volti in dura pietra
              soffocata dal grigio delle ceneri.

              Lacrime nuove scaveranno solchi
              ridando luce al rosso della carne.

              E le parole mie saranno polline
              Trasportato dal vento.

              Su tutti Voi, fratelli,
              isole solatie
              bruciate dall'idea del sopravvivere,
              ridarò tempo al Tempo, ed il mio dire
              rinsanguerà le vene, rese rami
              sfogliati ed essiccati dal bisogno.

              Chi presterà il suo ascolto al mio vagare
              avrà gocce di vita e tinte nuove
              abbelliranno il cesto suo di fiori.
              Franco Paolucci
              Composta lunedì 24 gennaio 2011
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                IN CHE CI MUTEREMO?

                Dopo una solitudine di vita
                perennemente indotta alla ricerca,
                dopo tanti e più vani tentativi
                di mutarci in perfetti agglomerati
                che sfuggano alla morte,
                in che ci muteremo?
                Quale destino attende
                l'entità che accompagna il nostro corpo?

                Quanti incerti prodotti di un fervore
                esteso dalle nebbie del possibile
                fin oltre le barriere del fantastico,
                proteso alla ricerca
                di spazi inconsistenti,
                di tempi senza tempo,
                hanno tentato darci una risposta?
                Giace la mente stanca e si abbandona!
                Curare la meccanica complessa
                d'una motrice in viaggio
                a poco vale
                se si trascura e perde il passeggero.

                Troppo spesso ignoriamo le risposte
                Che ci ha dato la Vita.
                Noi mutiamo in "Memoria".

                Per tanti, una memoria senza storia;
                per pochi, una memoria in un'immagine
                stampata in qualche libro; per alcuni
                in una forma estratta dalla pietra
                o colata nel bronzo che ricordi
                fattezze senza senso, che hanno un senso
                se conosci una storia.

                Ogni uomo ha una storia prima ancora
                che si affacci alla Vita e mentre vive
                aggiunge storia a storia,
                nuove esperienze e nuovi tentativi
                trasformati in memoria.

                Qualche memoria si trasforma in mito.
                In mito da imitare o contrastare.
                Un mito che si cala in ogni essere,
                diventa carne viva e ci divora.

                Non ci attende nessuna mutazione!
                Come continuità d'orme visibili
                della coscienza cosmica
                orientata all'incontro con se stessa
                siamo soltanto briciole di Storia,
                nicchie di Conoscenza,
                occhi d'un Universo
                che non avendo occhi,
                che non avendo specchio,
                vuole veder se stesso!
                Veicoli di insiemi di memorie
                in lotta con l'oblio
                che si accompagna al nero della notte,
                nel Diluvio del Tempo.

                Eppure, sì! Per certo
                dando valore e forza alla memoria,
                riducendo l'abisso che separa
                "Noi" dalla "Perfezione",
                ricorrendo al collante dell'Amore
                c'è consentito trasformarci e... giungere!
                Franco Paolucci
                Composta lunedì 31 dicembre 2007
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