Le migliori poesie di Charles Bukowski

Poeta e scrittore, nato lunedì 16 agosto 1920 a Andernach (Germania), morto mercoledì 9 marzo 1994 a San Pedro, Los Angeles, California (USA - Stati Uniti d'America)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Paul Mehis
Lo trovarono che camminava lungo l'autostrada
tutto rosso
sul davanti
aveva preso un barattolo arrugginito
e si era tagliato l'organo
sessuale
come a dire:
visto cosa mi avete
combinato? Tanto vale che vi prendiate
il resto.

E un pezzo lo mise
in una tasca
un pezzo
in un'altra
e fu così che lo trovarono,
mentre
tirava di lungo.

Lo affidarono
ai dottori
che cercarono
di ricucirgli
i pezzi
ma i pezzi stavano
benissimo
così
com'erano.

Io penso certe volte a tutta la gran
figa
abbandonata
ai mostri
della terra.

Forse era la sua protesta
contro questo
o la sua protesta
contro
tutto.

Una Marcia alla Libertà
fatta da un uomo solo
che non ha mai trovato posto
tra
le critiche dei concerti
e le classifiche
del baseball.

Dio, o qualcuno,
lo
benedica.
Charles Bukowski
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    Scritta da: sagea

    Le Ragazze

    Contemplo
    lo stesso
    paralume
    da
    5 anni
    e s'è coperto
    d'una polvere da scapolo
    e
    le ragazze che entrano qui
    sono troppo
    indaffarate
    per pulirlo
    Ma io non ci bado
    anch'io sono stato troppo
    indaffarato
    per accorgermi
    finora
    Che la luce
    balugina
    fioca
    dietro questi
    5 anni
    di vita.
    Charles Bukowski
    Composta mercoledì 16 novembre 2011
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      La lettura di poesia

      Pieno pomeriggio
      in un college vicino al mare
      sobrio
      col sudore che mi cola sulle braccia,
      una goccia di sudore sul tavolo,
      l'asciugo col dito,
      per i soldi per i soldi
      mio dio penseranno che adoro tutto questo come gli altri
      mentre è per il pane e la birra e l'affitto
      per i soldi,
      sono teso faccio schifo mi sento male
      poveracci che fiasco, che disastro.

      Una donna si alza,
      esce
      sbatte la porta.

      Una poesia sconcia
      me l'avevano detto di non leggere poesie sconce
      qui
      troppo tardi.

      I miei occhi non vedono alcune righe,
      le leggo
      fino alla fine -
      disperato, tremante,
      che schifezza.

      Non possono sentire la mia voce
      e io dico
      basta, è finita, sono
      rovinato.

      E più tardi in camera mia
      trovo birra e scotch:
      il sangue d'un codardo.

      Questo dunque
      sarà il mio destino:
      scribacchiare per quattro soldi in stanze semibuie
      leggere poesie di cui da un pezzo mi sono
      stancato.

      E una volta credevo
      che gli uomini che guidano l'autobus
      o puliscono le latrine
      o ammazzano altri uomini nei vicoli
      fossero degli idioti.
      Charles Bukowski
      Composta mercoledì 25 settembre 2013
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        Scritta da: Gianni Marcantoni

        La campanella dell'intervallo della scuola

        I piedi di mio padre puzzavano e aveva il sorriso
        come un
        mucchio di merda di cane.
        ogni volta che notavo i peli ispidi irti corti della sua
        barba dentro al lavandino del bagno
        pensieri disgustosi si insinuavano nel mio cranio,
        intuivo porticati gravidi di stolti per l'eternità.

        Essere lo stesso sangue di quell'odiato sangue
        rendeva le finestre intollerabili,
        e la musica e i fiori e gli alberi
        brutti.
        Ma si vive: il suicidio prima dei dieci anni
        è raro.

        Brutali erano le calle
        brutali il nettare e il bacio
        brutale la campanella dell'intervallo della scuola.
        brutali le partite di softball
        brutali calcio e pallavolo.
        i cieli erano bianchi e alti,
        e guardavo le facce dei gioca-
        tori
        ed erano stranamente mascherate.

        Adesso mangio nelle tavole calde
        vado a concerti
        vivo con donne
        scommetto
        bevo
        poto siepi
        compro automobili
        ho amici e
        animali;
        partecipo a matrimoni
        funerali
        incontri di pugilato,
        pago un'onesta fetta di tasse,
        faccio la fila nei supermercati,
        mi pulisco le unghie,
        taglio i peli lunghi delle narici,
        mi crogiolo al sole,
        riparo danni,
        cerco di non offendere,
        rido,
        ascolto i punti di vista dei nemici,
        telefono ad idraulici e ad avvocati,
        vengo trainato quando ho un guasto in autostrada,
        tengo i denti puliti,
        ricerco eroi,
        vengo accecato se guardo troppo a lungo il sole.

        I piedi di mio padre puzzavano e aveva il sorriso
        come un
        mucchio di merda di cane.

        Dappertutto
        è la stessa cosa.
        Charles Bukowski
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          I fiori morti di me stesso

          Tori bulleggiano in gloria di girandole,
          missili tramortiscono i cieli,
          ma io non so
          proprio che cosa fare
          dei fiori morti
          di me stesso,
          se buttarli via
          fuori dal vaso
          oppure
          schiaffarli in mezzo a queste
          pagine bianche
          e andare avanti:
          massì, tutto il dolore si riduce
          a cruda morte
          e finalmente si smette di piangere.
          grazie al dio
          che lo ha
          fatto.
          Charles Bukowski
          Composta mercoledì 25 settembre 2013
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            Una minaccia alla mia immortalità

            Si spogliò davanti a me
            con la figa dall'altra parte
            mentre io stavo a letto con la bottiglia
            di birra.

            Cos'è quella verruca che hai
            sul culo? Chiesi.

            Non è una verruca, disse lei,
            è un neo, una specie
            di voglia.

            Quel coso mi spaventa, dissi,
            lasciamo
            stare.

            Scesi dal letto
            e andai nell'altra stanza
            e mi sedetti sulla sedia a dondolo
            e mi dondolai.

            Mi raggiunse dì un po',
            vecchia scoreggia. Sei pieno di verruche e cicatrici
            e bitorzoli d'ogni genere
            dappertutto. Credo proprio che tu sia il vecchio
            più brutto
            che abbia mai visto.

            Lascia perdere, dissi, dimmi qualcosa di più
            di quel neo
            che hai sul culo.

            Lei andò nell'altra stanza
            si vestì e poi mi passò davanti
            sbattè l'uscio
            e
            sparì.

            E pensare
            che aveva anche letto
            tutti i miei libri di poesie.

            Spero solo che non dica a nessuno
            che non sono stato
            carino.
            Charles Bukowski
            Composta mercoledì 25 settembre 2013
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              RIMORCHIO

              I fiumi dove i cani non si tuffano,
              noi li attraversiamo.
              Le donne che gli altri uomini non vogliono,
              noi le amiamo.
              Il cavallo con la fasciatura,
              noi ci puntiamo sopra.
              Mettetemi al bancone con 3 donne:
              una, vagamente petulante;
              una, sostanzialmente stupida;
              e la terza,
              uno schianto:
              lo schianto si alzerà dallo sgabello
              e verrà a sedersi vicino a me.
              Gli dei se ne assicurano sempre.
              Gli dei mi proteggono.
              Mi sistemano
              davvero mica male.
              "Ciao, bello", mi chiede, "come
              va?"
              "Che ti bevi", domando.
              Mi dici cos'è.
              Ne ordino uno per lei e uno per
              me.
              Fuori, si sta molto meglio: le auto si
              scontrano; i palazzi bruciano;
              i futuri suicidi
              fischiettano tra i denti mentre
              camminano verso ovest o est o sud o
              nord.
              "A che pensi?, mi
              chiede.
              " Spero che i dodgers perdano, le
              dico, poi mi
              alzo, vado in bagno, sgattaiolo fuori,
              e poi sparisco dall'uscita
              posteriore.
              C'è un vicolo lì fuori.
              Mi incammino verso ovest
              fischiettando tra i
              denti.
              Charles Bukowski
              Composta sabato 28 settembre 2013
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                Partita a scopa

                Una delle cose più terribili è
                davvero
                stare a letto
                una notte dopo l'altra
                con una donna che non hai più voglia
                di scopare.

                Invecchiano, non sono più tanto
                belle – tendono persino
                a russare, buttarsi
                giù.

                Così, a letto, a volte ti giri,
                il tuo piede tocca il suo –
                Dio, che orrore! –
                e la notte è là fuori
                dietro le tendine
                e insieme vi suggella
                nella
                tomba.

                E la mattina vai in bagno,
                parli, attraversi il corridoio,
                dici strane cose; le uova friggono,
                partono i motori.

                Ma seduti l'uno di fronte all'altro
                hai 2 estranei
                che si ficcano in bocca il pane tostato
                che si bruciano col caffè bollente la gola risentita
                e l'intestino.

                In dieci milioni di case americane
                è lo stesso –
                vite stantie appoggiate
                l'una all'altra
                e nessun posto
                dove andare.

                Sali in macchina
                e vai a lavorare
                e là ci sono degli altri sconosciuti, quasi tutti
                mogli e mariti di qualcun altro,
                e oltre alla ghigliottina del lavoro,
                flirtano, scherzano r si danno pizzicotti,
                tendendo qualche volta
                a farsi in qualche posto una rapida scopata –
                a casa non possono farlo –
                e poi
                tornano a casa
                ad aspettare il Natale o il Labor Day
                o la domenica
                o qualcosa.
                Charles Bukowski
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                  Vecchio?

                  In agosto avrò 73 anni,
                  quasi ora di fare le valigie
                  per un salto nel vuoto
                  ma due cose
                  mi trattengono:
                  non ho ancora scritto
                  abbastanza poesie
                  e poi il vecchio
                  che abita nella casa
                  di fianco alla mia.
                  Vivo e vegeto,
                  a 96 anni.
                  Picchia sulla finestra
                  col bastone
                  e manda baci
                  a mia moglie.
                  Capisce tutto,
                  schiena dritta,
                  passo svelto,
                  guarda troppa tivù
                  ma noi
                  allora?
                  Ogni tanto vado a trovarlo,
                  ciacola
                  ma non dice cazzate,
                  tende a ripetersi
                  un poco
                  ma vale quasi la pena
                  di riascoltarlo.
                  Ero da lui
                  un giorno e ha detto:
                  "sai, presto
                  tirerò le cuoia..."
                  "mah," ho detto io, "non ne sono
                  così sicuro..."
                  "Io sì," ha detto,
                  "perciò, che ne diresti
                  di fare un cambio con casa mia?"
                  "Certo la tua è carina."
                  "ma non so se puoi darmi
                  quello che voglio in cambio..."
                  "Dipende, mettimi alla prova."
                  "Bè," ha detto, "vorrei un nuovo
                  paio di testicoli."
                  Quando morirà il vicino
                  sarà difficile riempire
                  il gran vuoto che lascia.
                  Mi sono
                  spiegato?
                  Charles Bukowski
                  Composta mercoledì 25 settembre 2013
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