Scritta da: mor-joy

Ti Adoro

T'adoro al pari della volta notturna,
o vaso di tristezza, o grande taciturna!

E tanto più t'amo quanto più mi fuggi, o bella,
e sembri, ornamento delle mie notti,
ironicamente accumulare la distanza
che separa le mie braccia dalle azzurrità infinite.

Mi porto all'attacco, m'arrampico all'assalto
come fa una fila di vermi presso un cadavere e amo,
fiera implacabile e cruda, sino la freddezza
che ti fa più bella ai miei occhi.
Charles Baudelaire
Vota la poesia: Commenta

    Epigrafe per un libro condannato

    Non scrissi, o lettore innocente,
    pacifico e buon cittadino,
    per te questo mio saturnino
    volume, carnale e dolente.

    Se ancora non hai del sapiente
    Don Satana appreso il latino,
    non farti dal mio sibillino
    delirio turbare la mente!

    Ma leggimi e sappimi amare,
    se osi nel gorgo profondo
    discendere senza tremare.

    O triste fratello errabondo
    che cerchi il tuo cielo diletto,
    compiangimi, o sii maledetto!
    Charles Baudelaire
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Valentina

      La bellezza

      Sono bella, o mortali, come un sogno di pietra e il mio seno,
      cui volta a volta ciascuno s'è scontrato,
      è fatto per ispirare al poeta un amore eterno e muto come la materia.

      Troneggio nell'azzurro quale Sfinge incompresa,
      unisco un cuore di neve alla bianchezza dei cigni,
      odio il movimento che scompone le linee e mai piango, mai rido.

      I poeti, di fronte alle mie grandi pose,
      che ho l'aria di imitare dai più fieri monumenti,
      consumeranno i giorni in studi severi, perché,

      onde affascinare quei docili amanti,
      ho degli specchi puri che fanno più bella ogni cosa:
      i miei occhi, questi larghi occhi dalle luci eterne.
      Charles Baudelaire
      Composta mercoledì 28 ottobre 2009
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Eclissi

        A una passante

        Urlava attorno a me la via assordante.
        Lunga, sottile, in lutto, maestoso
        dolore, alto agitando della gonna
        il pizzo e l'orlo con fastosa mano,
        una donna passò agilmente, nobile,
        con la sua gamba statuaria. Ed io,
        come un folle, bevevo nel suo occhio
        - livido cielo nel cui fondo romba
        l'imminente uragano - la dolcezza
        affascinante e il piacere che uccide.
        Un lampo... poi la notte! - O fuggitiva
        beltà, per il cui sguardo all'improvviso
        sono rinato, non potrò vederti
        che nell'eternità? In un altro luogo,
        ben lontano di qui, e troppo tardi,
        mai, forse! Perché ignoro dove fuggi,
        e tu non sai dove io vado, o te
        che avrei amata, o te che lo sapevi!
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Eclissi

          Inno alla Bellezza

          Tu vieni dal profondo cielo o sorgi
          dall'abisso, o Beltà? Versa il tuo sguardo
          infernale e divino, mescolati,
          il beneficio e il crimine, e per questo
          al vino ti potrei rassomigliare.
          Hai nell'occhio l'aurora ed il tramonto;
          come una sera tempestosa spandi
          profumi; ed i tuoi baci sono un filtro,
          e la tua bocca un'anfora, che fanno
          coraggioso il fanciullo, l'eroe vile.
          Sorgi dal nero abisso oppure scendi
          dalle stelle? Il Demonio, affascinato,
          come un cane è attaccato alle tue gonne;
          spargi a caso la gioia ed i disastri,
          e tutto reggi, e di nulla rispondi.
          Sopra i morti, o Beltà, di cui ti ridi,
          cammini. Non è il meno affascinante,
          l'Orrore, tra le tue gioie; amoroso
          sopra il tuo ventre orgoglioso danza
          l'Omicidio, fra i ciondoli il più caro.
          Vola abbagliata verso te l'effimera,
          o candela, fiammeggia stride e dice:
          "Benediciamo questa torcia! " Anela
          l'innamorato chino sulla bella,
          e ha l'aria d'un morente che accarezza
          la sua tomba. O Beltà, che cosa importa,
          o mostro spaventoso enorme ingenuo,
          che tu venga dal cielo o dall'inferno,
          se mi schiude la porta il tuo sorriso
          ed il tuo piede e l'occhio a un Infinito
          adorato ed ancora sconosciuto?
          Di Satana o di Dio, che importa? Angelo
          o Sirena, che importa se mi rendi,
          - fata dagli occhi di velluto, ritmo,
          profumo, luce, unica regina! -
          questo universo meno ripugnante
          e questi brevi istanti meno gravi?
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Nadia De Luca

            Elevation

            Al di là degli stagni, delle valli e dei monti,
            al di là dei boschi, delle nuvole e dei mari,
            al di là del sole, al di là dell'aria,
            al di là dei confini delle stellate sfere,

            Tu, mio spirito, ti muovi con agilità
            e, come buon nuotatore che gode tra le onde,
            allegro solchi la profonda immensità
            con indocile e maschia voluttà.

            Fuggi lontano dai morbosi miasmi,
            voli a purificarti nell'aria più alta,
            e bevi, come un puro liquido divino,
            il fuoco chiaro che colma spazi limpidi.

            Le spalle alla noia e ai vasti affanni
            che opprimono col loro peso la nebbiosa vita,
            felice chi con ali vigorose
            si eleva verso campi sereni e luminosi;

            Chi lancia i pensieri come allodole
            in libero volo verso il cielo del mattino,
            - chi si libra sulla vita e comprende senza sforzo
            il linguaggio dei fiori e delle cose mute!
            Charles Baudelaire
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Julie Gensini

              Elévation (Elevazione)

              Au-dessus des étanges, au-dessus des vallées,
              des montagnes, des bois, des nuages, des mers,
              par delà le soleil, per delà les éthers,
              per delà les confins des sphères étoilées,

              Mon esprit, tu te meus avec agilitè,
              et, comme un bon nageur qui se pame dans l'onde,
              tu sillonnes gaiement l'immensitè profonde
              avec une indicible et male voluptè.

              Envole-toi bien loin de ces miasmes morbides;
              va te purifier dans l'air supérieur,
              et bois, comme une pure et divine liqueur,
              le feu clair qui remplit les espaces limpides.

              Derrière les ennuis et les vastes chagrins
              qui changent de leur poids l'existence brumeuse,
              heureux celui qui peut d'une aile vigoreuse
              s'élancer vers les champs lumineux et sereins;

              Celui dont les pensers, comme des alouettes,
              vers le cieux le matin prennent un libre essor,
              - qui plane sur la vie, et comprend sans effort
              le langage des fleurs et des choses muettes!

              Al di là degli stagni, delle valli e dei monti,
              al di là dei boschi, delle nuvole e dei mari,
              al di là del sole, al di là dell'aria,
              al di là dei confini delle stellate sfere,

              Tu, mio spirito, ti muovi con agilità
              e, come buon nuotatore che gode tra le onde,
              allegro solchi la profonda immensità
              con indocile e maschia voluttà.

              Fuggi lontano dai morbosi miasmi,
              voli a purificarti nell'aria più alta,
              e bevi, come un puro liquido divino,
              il fuoco chiaro che colma spazi limpidi.

              Le spalle alla noia e ai vasti affanni
              che opprimono col loro peso la nebbiosa vita,
              felice chi con ali vigorose
              si eleva verso campi sereni e luminosi;

              Chi lancia i pensieri come allodole
              in libero volo verso il cielo del mattino,
              - chi si libra sulla vita e comprende senza sforzo
              il linguaggio dei fiori e delle cose mute!
              Charles Baudelaire
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Marianna Mansueto

                Inno alla Belleza

                Che importa che tu venga
                dall'Inferno o dal Cielo
                o mostro enorme, ingenuo, spaventoso!
                Se grazie al tuo sorriso, al tuo sguardo,
                al tuo piede penetro
                un infinito che ignoravo e che adoro?
                Che importa se da Satana o da Dio?
                Se sirena o angelo, che importa?
                Se si fanno per te - fata occhi, di
                velluto, ritmo, luce, profumo, mia regina-
                meno orrendo l'universo,
                meno grevi gli istanti?
                Charles Baudelaire
                Vota la poesia: Commenta