Le migliori poesie di Angela Mori

Poetessa e scrittrice, nato sabato 6 gennaio 1979 a CATANIA (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Angela MORI

Dea

Vulcano ha onorato i tuoi capelli
Mettendo le sue fiamme nella sfumatura
E Bacco ha donato alla tua bocca che baciò Cupido,
Tingendola del colore dell'amore,
La sua risata più frizzante,
Ricordo del vino migliore.

Tripudio delle selve di Diana
Nei tuoi occhi che osservano,
Che raggianti esplodono di scintillii,
Come gocce di mare di Nettuno.

Sapienza di Atena riempie la tua mente
Tu Demetra,
Musa di Febe,
Divina saggezza di Minerva.

Silente e bella come Maia,
Te ne stai sdraiata all'ombra,
Nel bosco dove Irene regna
Forte come Bia,
Sembri umana come Pandora.

Apri la mia anima,
Coraggiosa come Ippolita,
Non temere il peccato che a me non spaventa,
Tu perpetua Dea
Cadi tra le mie braccia,
Calde come l'Auriga d'Apollo
E splendi come Luna nel firmamento.

Baciami coma essa fece con Ermione,
Giunonica e immensa bellezza,
Amami come Calliope amò Omero.

Ti vedo a pochi passi e non ti raggiungo,
Venere resistente alla mia orazione
Sii mia e illumina la mia ragione,
Persuadi in me la verità
Seppur divenissi
Non diletta e non seguita come Cassandra.

Mostrami la vera bellezza,
Guida la mia mano alla ricerca
Della narrazione a te più adatta.
Poesia è musica che ammalia,
Ed io di te voglio esser piena.

Poesia è il tuo corpo
Che in me si addentra,
E resta in me,
Finché non avrò steso l'opera
Che tu mi consigliasti.
Angela Mori
Composta mercoledì 20 gennaio 2016
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    Scritta da: Angela MORI

    Hai bisogno solo di me

    Lascia che i tuoi miraggi si avverino,
    Lascia ce le mie mani ti sfiorino.
    Non hai ricordi di quel che è stato
    Perché navighi in acque scure
    E se ce li hai, li scompigli ancora
    Perché vuoi sempre vagare.
    Lascia che la tua vela si allarghi
    Ed io enfatizzi su di essa il mio respiro,
    Abbandonati al volere dell'amore
    E che sia lungo,
    Poiché non siamo più bambini.
    E ti so tra quelle acque stanotte,
    Ti so in un altro mare
    Come devo stare? Io sto male!
    Tu dici di non temere,
    Io pavento tu possa affondare.
    Se la tua cupida bocca
    Bevesse altra acqua,
    Se il tuo corpo accaldato
    Si saziasse d'altra linfa?
    Smettila di viaggiare,
    Stai con me, cedi solo a me
    Il tuo cuore sfregiato
    E la tua virilità ormai navigata,
    Che la notte non mi farà paura.
    Illuminerò io le tue serate,
    Sarò io l'oceano che hai sempre voluto,
    Il faro più splendente,
    La stella maestra,
    L'ancora più sicura,
    La sabbia più calda.
    Fermati e rimani,
    Rammenterai appena le tue viaggiate.
    Non hai capito ancora
    Che hai bisogno della terra
    Ed io qui ferma ti aspetto ancora!
    Angela Mori
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      Scritta da: Angela MORI

      Agli artisti

      Beviamo tutti il vino della follia,
      Nel calice dell'esultanza che la contiene.
      Miscelando alle vene,
      La saggezza alla frenesia.
      Irragionevole diventa appagato,
      Chi si sfama alla tavola dell'arte.
      Per lei si sfida il rischio,
      Si gioca con la sorte,
      S'ingoiano critiche,
      E ci si abbiglia ad applausi.
      Per lei si galoppa su cieli di terra,
      Ci si sdraia su terre di nuvola,
      Per lei si patisce, si gioisce,
      Si provocano il pianto altrui e il sorriso.
      Il sangue dell'artista è adrenalina,
      Il cuore batte forte a ogni creatura
      Che partorita viene.
      L'artista distingue ovunque l'armonia,
      Ammira l'abiezione e la bellezza,
      Le condivide anche quando le disprezza,
      Che sia cantata, letta o dipinta,
      Che sia suonata, ballata o interpretata,
      L'artista sfoggia la sua Musa,
      Al mondo intero spesso,
      Celata, schernita e disillusa.
      Angela Mori
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        Scritta da: Angela MORI

        Dal sogno alla realtà

        S'imprigionava nei miei sogni ogni sera,
        diventava ciò che volevo fosse
        conversava le lingue che sapevo parlare,
        giocava agli spassi che volevo fare,
        vestiva di chiaro e mi stringeva la mano,
        tra prati città e spiagge lontano
        con lui correvo e mai mi fermavo.
        Passava la notte in fretta
        e appariva il mattino;
        se ne andava dissolvendosi,
        sfolgorando come stella
        nel primo respiro che da sveglia esalavo
        mentre il sole piano schiariva
        e tra le mie ciglia con i suoi raggi appariva.
        Cedeva sul mio cuscino una lacrima,
        e sulla mia guancia una carezza.
        Risuonava durante il giorno la sua risata,
        nella mia mente fiduciosa
        che voglia della notte mi dava
        e paura del buio mi contestava.
        Ora sono donna e sono moglie,
        non sogno più un gioco fanciullesco
        della triste realtà mi deturpo,
        e da bambino ora lui è uomo,
        la notte non aspetta gli incanti,
        di carne è adesso plasmato,
        mi prende l'anima e il corpo a suo volere,
        a quando era fanciullo, non è per nulla uguale,
        concepisce poco amore e molto astio
        crudele mi mortifica nel suo gioco,
        la mela del peccato è il frutto di cui mi sfama,
        di semplicità non e fatta la sua brama,
        non corre e non ride nel crudele sguardo,
        la sua risata non echeggia durante il giorno,
        solo le sue urla se non è assecondato
        nel nero della notte non brilla,
        e la sua mano, non lascia sul mio viso una carezza.
        Matrimonio frustrato che non finisce al mattino,
        bagna adesso una lacrima ancora,
        il mio cuscino.
        Angela Mori
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