Diario d'amore
I giorni futuri trascorsero
passando tra le dita
volando nel cuore
occupando la mente.
Così che ogni cosa non sarà perduta,
se valse.
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I giorni futuri trascorsero
passando tra le dita
volando nel cuore
occupando la mente.
Così che ogni cosa non sarà perduta,
se valse.
Amore nostro fu di sottoscala
lasciammo agli altri il giorno
le decisioni ponderabili
i tempi delle insulse viole.
Fu marcare assenze
dal registro,
un'impertinenza
necessaria.
Ancora,
perdendo i bottoni
senza linee del destino
da tracciare,
scriviamo quaderni di poesie.
E allora vieni ancora primavera
senza aspettare più nemmeno un'ora
a mettere il profumo nella sera
e far suonare i miei cristalli nell'aurora.
Rispecchiati negli occhi suoi di mare
e dammi una conchiglia madreperla
così che non la possa più lasciare
e non pregare sempre per riaverla.
Saluta il suo risveglio con il sole
e portale di rondini il ritorno
circondala di petali di rose rosse e viole
e intiepidisci il nascere del giorno.
Stammi vicino con un soffio lento
senza violenza di tempeste nere
adagia sui capelli suoi il tuo vento
e dille che non ha più da temere.
Falle sentire la mia forza sulle spalle
come un lenzuolo fatto di ricami
che sa di pepe verde e di ginestre gialle
ricordale ogni istante quanto io l'ami.
Non posso, io, dirti come fa, non lo so,
il tuo esserci a suggerirmi ciò.
Ma ad ogni tuo respiro io sogno
ad ogni tuo sguardo tremo
e ad ogni tuo sorriso, io... Vivo.
I tuoi occhi che posso solo immaginare
perché così sono i miei e di tua madre
figlio mio progetto e vita
di chi non tocca il seno
non camminerai con noi mano nella mano
semplice e assurdo
il tuo destino di chi non è mai nato
scolpisco il corpo tuo e mi ci vedo
riccioli i tuoi capelli
che morbidi abbracciano il viso di tua madre
il corpo gracile e sinuoso si manifesta
grazioso il viso che assomiglia a lei
forte miscela di arroganza
mista di inquietudine
del tuo e mio carattere
emerge e sensibile si manifesta...
io ti vedo
ti sentiamo vicino e ti abbiamo pensato
come saresti stato
meravigliosamente amato
sicuramente raro ed incredibilmente vero
non era in progetto
la tua venuta perché maturi i giorni nostri
la scelta che ora desiderata non si è realizzata
dimmi caro figlio mio
vorresti tu pensare a noi
che soli navighiamo verso
la vecchia strada dell'età
come se sempre accanto hai teso la tua mano
sapendo di questo giorno non lontano
credimi ora sarai per sempre il figlio la figlia
immaginata.
Sfioro con le dita la tua fronte
corrugata e imperlata di sudore,
ti passo leggera le mani fra i capelli,
cercando d'alleviare il tuo dolore,
guardo i tuoi occhi fissare il vuoto,
ti chiamo, sussurrando il tuo nome.
T'abbraccio con forte intensità.
non sento che il tuo rabbrividire,
ti bacio, per asciugare le lacrime,
che copiose discendono sul volto,
pallido, emaciato, la barba incolta,
ti chiamo e ascolto i tuoi sospiri.
Taciti il pianto, ti sembra di sentirmi?
T'avvolgo dell'immensa e dolce quiete,
ascolti, forse il vento ti porta la mia voce,
alzi lo sguardo perforando la penombra,
ti scuoti, mentre spando il mio profumo,
ora lo senti, ed io sento la forza del tuo amore.
Ma non trovi pace, ancora incredulo, stordito,
mi giunge il tormento della tua disperazione,
ho perso la mia veste, non puoi più vedermi.
Mi credi ormai perduta, invece sono essenza,
che con soave trasparenza, nell'aria flutto leggera.
E solo per te, nei tuoi sogni, rivestirò il mio corpo!
Sento il cuore che accelera il suo battito,
quando la porta s'apre cigolando piano,
lento il tuo passo avanza nella stanza,
che in penombra immersa mi nasconde.
Sento il tuo respiro un po' affannato,
come a voler frenare l'ansia e la paura,
di non trovarmi o di trovar sorprese.
Ed io ti lascio fare, quasi godendo,
mentre inciampi in spigoli inattesi,
trattenendo a stento un'imprecazione,
ti fermi incerto, cercando direzione,
riprendi il passo tuo, di felino a caccia.
Sento e son lì che scruto il tuo disagio,
e rido in cuor mio per l'assurdità del caso.
Sento che vuoi farmi una sorpresa,
dopo la lontananza e una lunga attesa,
ma sono pronta a renderti pariglia
una vendetta che un po' mi rassomiglia,
balzandoti davanti al colmo del terrore,
gridando a più non posso "al ladro! al ladro!"
Al ladro per amore! Sì tu, mi hai rubato il cuore!
Amo l'amore e lui lo rappresenta,
amo lo sguardo suo, ma mi spaventa,
amo il passo e l'incedere elegante,
il suo respiro, calmo e rilassante,
amo le sue parole, ed il pensiero acuto,
i suoi silenzi e l'ammiccar arguto,
amo il profumo, dei suoi bianchi capelli,
gli anni trascorsi e i ricordi più belli,
amo le sue mani e il dolce suo sorriso,
l'espressione e i marcati tratti del suo viso,
amo le labbra sue e i baci che mi ha dato,
i giochi e le baruffe di quand'è arrabbiato,
amo, ancor lo amo, anche se, se n'è andato.
Correre a perdifiato mano nella mano
tra i prati che la primavera ha trapunto
di fiori multicolori, stare sdraiati sulla
sabbia a scambiarci baci e carezze sotto
il caldo sole estivo, inoltrarci abbracciati
nel bosco al quale l'autunno ha donato
riflessi dorati, d'inverno stare coricati
su un tappeto davanti ad un focolare
acceso che riscalda ed illumina i nostri
corpi nudi uniti in un amplesso per un
meraviglioso anno d'amore assieme.
E penso a te lassù,
lontano e perso
chissà dove,
in quale firmamento.
Forse un giorno ci rincontreremo
e tra morbide nuvole danzeremo,
in memoria di antiche vestigia
che ci videro insieme:
amanti e ribelli!