Le migliori Citazioni dei Film di Serie TV

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Scritta da: Mici Sanders
Nel mio college c'era una statua magica; tra gli studenti c'era l'antica usanza di strofinargli il naso per avere fortuna.
La mia coinquilina del primo anno credeva molto nel potere di questa statua, e insisteva per andare a toccargli il naso prima di ogni esame. Forse avrebbe fatto meglio a studiare, visto che è stata buttata fuori al secondo anno.
Ma il fatto è che ognuno di noi compie dei piccoli gesti scaramantici, e quando non si crede nelle statue magiche magari si evitano le fessure sui marciapiedi, o ci si infila sempre per prima la scarpa sinistra. O si tocca ferro. Se una fessura pesterai, allora sì saranno guai. L'ultima cosa che vorremmo fare è offendere gli dei.
dal film "Grey's Anatomy" di Serie TV
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    Ira: dovresti avere più rispetto, commissario, questo bambino è morto dieci anni fa, non esiste più! E questo gioco non mi piace, voglio andare via, riportatemi in cella! Voi non potete tenermi qui. Commissario, voi non potete tenermi qui!
    Roberto: siediti.
    Giulia: Allora? Che ti è successo dieci anni fa?
    Ira: nessuno li capisce quelli come me, vero commissario? Sono parole tue!
    Giulia: come ti chiami veramente?
    Ira: e adesso tu cosa vorresti capire?
    Giulia: Riccardo?
    Ira: no.
    Giulia: Roccardo Corsi?
    Ira: no.
    Giulia: no. E allora come?
    Ira: 31. Mi chiamo 31, come un numero. 31. Il numero del mio letto. Perché? Perché durate la guerra in Bosnia, le milizie uccisero i miei genitori quando io avevo due anni e mi rinchiusero in un istituto alla periferia di Belgrado. Il mio nome. 31. E poi io non volevo essere un numero, e allora sono scappato. Ho vissuto di espedienti con altri bambini, per strada. Sa come ci chiamavano? La banda degli orfani di guerra. Poi è tornata la milizia che doveva bonificare la città e allora ci riportò indietro, in quel maledetto istituto e quella notte, commissario, arrivarono due uomini, facevano parte della mafia slovena, hanno preso tre di noi, ci hanno caricato su un camion, ci hanno portato in Italia e lì ci hanno venduti ad un uomo. Non eravamo più dei numeri, ma dei giocattoli. Quel posto era peggio di prima e allora sono scappato di nuovo e tuo padre mi ha trovato: voleva sapere dove fossero finiti gli altri due bambini, dov'erano nascosti, ma io non mi ricordavo niente, ricordavo solo quella stanza buia e quei segni sul muro. Tuo padre ha preso il mio disegno, mi ha detto che sarebbe ritornato ma non l'ha mai fatto e al suo posto è venuto quell'uomo, che mi ha riportato indietro
    Giulia: perché hai preso il nome di mio padre?
    Ira: perché era l'unico che riusciva a capirmi, era l'unico che mi trattava come un essere umano, era come un... padre per me, ma poi l'hanno ucciso.
    Giulia: poi cosa è successo perché sei rimasto con loro?
    Ira: perché quando non hai niente nella vita, non stai a guardare chi ti tende la mano.
    Giulia: come si chiama l'uomo che ti ha portato via.
    Ira: poi ti senti schifoso...
    Giulia: dimmi come si chiama.
    Ira: ti senti marcio...
    Giulia: ti sostituiranno, non lo capisci?
    Ira: come se fosse colpa tua...
    Giulia: no.
    Ira: perché alla fine, infondo, anche tu sei come loro.
    Giulia: no. Tu non sei come loro.
    Ira: ti dici che tutto quel dolore, te lo sei meritato...
    Giulia Corsi (Claudia Pandolfi), Roberto Ardenzi (Giorgio Tirabassi), Ira Droskovicic (Pierluigi Coppola)
    dal film "Distretto di Polizia" di Serie TV
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      [Dan e Serena si lasciano]
      - Dan: Senti, capisco perché Blair ce l'avesse con Rachel, ma perché tu?
      - Serena: Mi sono sentita una stupida, credevo mi avessi mentito.
      - Dan: Ma ti avevo detto che non era vero.
      - Serena: Lo so.
      - Dan: Allora perché hai pensato subito al peggio?
      - Serena: Onestamente? Credo che una parte di me lo volesse. Dan, ci comportiamo come se potessimo ignorare tutto.
      - Dan: Come se potessimo ignorare che i nostri genitori stanno insieme, che condividiamo un fratello, che andremo in due università diverse. È finita, non è vero?
      - Serena: Dobbiamo provarci.
      - Dan: Già.
      - Gossip Girl: A volte, l'unica cosa che resta da fare è stringersi tra le braccia un'ultima volta e poi lasciarsi.
      Dan Humphrey (Penn Badgley), Serena van der Woodsen (Blake Lively), Gossip Girl (Kristen Bell)
      dal film "Gossip Girl" di Serie TV
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        Scritta da: Chiiaa
        Il divorzio non avviene all'improvviso. E le storie d'amore non finiscono all'improvviso. Tutti vogliamo essere amati, essere felici. E perché non lo siamo? Perché siamo diventati degli esperti nel sabotare la nostra felicità, nel sentirci come delle vittime, quando in realtà è stata una nostra scelta. Le brutte abitudini, i vizi, l'incapacità di mostrare amore e compassione, queste sono le cose che ci distruggono. Non siamo delle vittime, siamo i carnefici dell'amore e della felicità.
        Dan Scott (Paul Johansson)
        dal film "One tree hill" di Serie TV
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          - Seyma: Sai Olcay, a volte non capisco se mi distinguo o no in qualcosa. Non faccio mai la differenza. Non influenzo la vita delle altre persone e non sono importante per nessuno.
          [Io non ricevo mai telefonate da qualcuno che ha bisogno del mio aiuto, in fin dei conti credo di essere del tutto inutile, mi sento una buona a nulla]
          - Olcay: Non dire così Seyma o mi farai piangere.
          - Seyma: Ecco cosa suscito nella gente, provate soltanto pietà nei miei confronti, quasi certamente è questo lo scopo della mia esistenza, Oyku in persona prova pietà per me e anche Mete mi compatisce per la persona che ero un tempo, come i miei genitori e come te.
          - Olcay: Oooh, smettila di lamentarti, non essere patetica.
          - Seyma: Voglio che tu mi dica una cosa in cui sia la migliore di tutti, voglio che me ne dici una sola.
          - Olcay: La cattiveria?
          - Seyma: Si, hai ragione al cento per cento, in cattiveria il primato è tutto mio.
          Nezih Cihan Aksoy: Olcay
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