Scritto da: S. Daniels
in Diario (Esperienze)
Solo uno fra tanti ti guarderà come sei, gli altri si limiteranno a vederti come ti vorrebbero.
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Solo uno fra tanti ti guarderà come sei, gli altri si limiteranno a vederti come ti vorrebbero.
Fai come fanno in tanti: fregatene e vai avanti.
La capacità di stare soli ci predispone a vivere in maggiore armonia con gli altri. Ci spiega il perché della rabbia, di certi rancori e antipatie primigenie. Ci spinge, soprattutto, ad ascoltarci e guardarci dentro, a capire di cosa abbiamo davvero bisogno e quanto la mente ci sappia alle volte ingannare bene, portandoci verso i piaceri rapidi ma tanto effimeri piuttosto che avere la pazienza e la perseveranza di far germogliare quei sogni che ci dimorano dentro e che hanno bisogno del nostro amore per germogliare.
Il rimorso torna a mordere chi, di quel che ha fatto, non è riuscito a cogliere l'insegnamento e il divenire. Allo stesso modo si rimpiange ciò che viene a mancare piuttosto che gustare ciò che abbiamo ogni giorno. Dubito che le due cose si escludano perché entrambe rappresentano un'insoddisfazione e la mancata consapevolezza che se le nostre scelte ci guidano verso la direzione che decidiamo tutto il resto poi muta di conseguenza affinché ci riportiamo nella direzione giusta. Manca la presa di coscienza matura che anche quando siamo liberi di scegliere non sempre scegliamo per il meglio.
Manca la serietà in tutto. La serietà di perseverare nei propri intenti. Oggi non si può essere sicuri neanche di chi fugge in amore. Magari fa il suo comodo per un po' finché non si sente divorare dal disagio della propria compagnia, e torna a bussare alla tua porta, tu che intanto te ne stavi comodo in panciolle a goderti l'aria più leggera.
Molti di noi dimenticano di avere due mani. I pianisti lo sanno bene, ma ci vuole molto esercizio affinché le due mani collaborino armonicamente nel produrre una musica solidale all'intento. È un po' quello che avviene tra le emozioni e le scelte, tra cuore e mente. Ci vuole molto esercizio e passione per la vita affinché si possa comporre una musica le cui note siano il sincrono movimento di emozioni e scelte.
Prendi quel che sei, non cambiarlo per niente e nessuno. Urla al mondo ciò che provi, le emozioni del tuo cuore, i sorrisi della tua anima, non nasconderti dietro inutili silenzi, prendi quel che sei miglioralo con il tuo essere fiero di ciò che sei. Tutto questo adoperalo con saggezza, con umiltà, con semplicità, con bontà, non ripiegarti all'oscuro male che si chiama "egoismo". Sii te stesso sempre, sii sempre pronta a comprendere ciò che non sai, gli altri, un gesto, uno sguardo. Indossa l'abito del tuo sorriso, sorridi a chi illumina il tuo cuore e il tuo cammino. E non far della tua vita, solo un inutile eterno rimpianto. Prendi quel che sei e mostralo senza indugio, amando chi senza alcun che sa renderti felice, perché la vita è meravigliosa come lo è l'amore e va rispettata e amata per quello che si è, sempre e comunque con la speranza nel cuore.
Tra i rami decisi del mio coraggio, germoglia vigorosa la speranza. Quella speranza che a volte fa male, ma senza sarebbe ancora peggio. I rami del mio coraggio si piegano ma non si spezzano! Non giocano, combattono al tavolo della vita. Molte volte vengono recisi dalle cesoie dell'incomprensioni. Ma ricrescono! Sanno che attraverso le loro scelte potranno ramificarsi nel sentire e nel vedere il respiro della vita.
Ci sono sogni che hanno come scatola un contenitore colmo di niente. Vuoto, scialbo. Altri sogni persi nell'infinito e nel silenzio dell'anima del loro vagare, naufragano lontano, lontano dai loro orizzonti. Invece altri sogni, coraggiosi, combattenti, audaci, non si perdono d'animo nel lerciume dell'esistenza; ma hanno il coraggio di affrontare l'imperfezione che si erge nell'egoismo della vita. Ecco i miei sogni! Sogni capaci di ricucirsi le ferite, capaci di completare il puzzle ingarbugliato del mio cuore.
Amo le sfaccettature di ogni mio momento passato, bello è brutto che sia stato. Non cancello quello che ero, ma apprezzo quello che sono diventata. Amo la diversità del mio essere complicata, amo la spontaneità dei miei imbarazzi. Amo accendere la candela della speranza laddove si è spenta. Amo la vita perché mi ha reso la donna forte che volevo diventare, con un bagaglio colmo di esperienze. E alla domanda "che cosa vuoi dalla vita?" Posso finalmente rispondere; tutto quello che fin ad ora mi ha insegnato, non perdere il rispetto per gli atri e per me stessa, nulla più!