Scritta da: Ada Wong
Amare in questi tempi di odio è un atto rivoluzionario.
Composta mercoledì 25 maggio 2016
Amare in questi tempi di odio è un atto rivoluzionario.
Oramai viviamo in una società dove si ci inventa facilmente, abituata troppo alla falsità e non si riesce più a riconoscere il vero dal falso.
Nessuno è più disposto a fare sacrifici, nessuno è più disposto ad aiutare il prossimo. Penso con infinita tristezza, che siamo troppo impegnati a sopravvivere che non viviamo più la società, il rapporto con l'altro. Non c'è più umiltà, non c'è più il relazionarsi. Andiamo tutti contro il tempo, ma ciecamente così non ci accorgiamo che il tempo è passato, è già finito!
Siamo attese che non si incontreranno.
Ok va bene, ci sentiamo su Twitter. Ah ok, ma anche su Facebook, o su Tumblr. Ma sì, anche un messaggio su Whatsapp, ma scusa perché abbracciami e baciami e andato fuori moda?
In questi "tempi moderni" bisogna tenere gli occhi ben aperti, perché le illusioni si pagano. E anche a caro prezzo.
Sono una persona all'antica, perché? Perché amo ancora la gentilezza e la buona educazione, per me, sono doti uniche e senza tempo. Peccato che, al giorno d'oggi, la gente quasi si imbarazza ad essere gentile, mentre ostenta maleducazione e strafottenza.
È un giorno di festa per tanti, oggi.
Per chi si sente finalmente riconosciuto.
Per chi vede dopo anni che gli vengono restituiti diritti talmente civili da non aver bisogno di altri aggettivi
Per chi stanotte ha fatto fatica a prendere sonno, per chi da giorni ci scrive chiedendo dove festeggiare, per chi semplicemente non sta più nella pelle.
È un giorno di festa per tanti, oggi.
In queste ore decisive tengo stretto nel mio cuore il pensiero e il ricordo di Alessia. E questo mi basta. Perché le leggi sono fatte per le persone, non per le ideologie. Per chi ama, non per chi proclama
Scriviamo un'altra pagina importante dell'Italia che vogliamo.
Lo facciamo mettendo la fiducia perché non erano possibili ulteriori ritardi dopo anni di tentativi falliti.
Lo facciamo con umiltà e coraggio. Ma lo facciamo adesso perché in Italia non è più possibile continuare a rinviare tutto.
Gli italiani. Tante povere pecore che seguono un pastore che le conduce al macello.
Una schiavitù nella quale il corpo è libero, ma la mente e l'anima sono prigioniere. Una schiavitù nella quale grazie alla piena libertà del corpo si è liberi di autodistruggersi come meglio si ritiene opportuno, accanendosi sul corpo per mettere a tacere il grido di libertà di uno spirito e una mente interiori che bramano la vita, la felicità, l'amore, l'uguaglianza, insomma il desiderio di vivere liberi un breve momento, chiamato vita, nell'eternità dell'immenso non manifesto.