Scritta da: Edmea
Nella quotidianità la diplomazia è un'arte. Se dovessimo leggerci nel pensiero, se ne vedrebbero delle belle.
Composta lunedì 19 marzo 2018
Nella quotidianità la diplomazia è un'arte. Se dovessimo leggerci nel pensiero, se ne vedrebbero delle belle.
È molto facile scrivere ciò che si sa. Il difficile è scrivere quello di cui non si è a conoscenza. Molti giornalisti scrivono senza sapere o per partito preso, ma con la presunzione di sapere. Io li chiamo ragnetti, poiché tessono una tela in cui molti lettori si impigliano. Non bisogna mai dare nulla per scontato. Bisogna essere obbiettivi e per esserlo serve vedere come un fotografo: dalle varie prospettive.
Se un giorno l'umanità risolvesse tutti i suoi problemi, non smetterebbe di lamentarsi e di essere infelice: si lamenterebbe del problema di non aver più problemi di cui lamentarsi.
Equalità: passaporto verso la dignità.
La politica è una divertente commedia, dove il popolo piange.
Ho visto donne portare il velo con dignità, fierezza e orgoglio, e donne a capo nudo sottomesse a una società maschilista dove religione etnia e cultura non hanno nulla a che vedere, ma altro, di molto più oscuro in comune. Tutto il mondo è paese.
Questa società penalizza i fragili e i vulnerabili. Se sei debole sei un perdente, uno sfigato, uno scontento senza motivo, o nella peggiore delle ipotesi, sei considerato un pazzo. Questo è il motivo per cui, soltanto dietro la sua facciata, ognuno può piangere il proprio dolore.
Credo fermamente che il genere umano meriti di estinguersi. La razza umana è la specie più crudele che io conosca. Detto ciò, spero e confido nella bontà che esiste e alberga nei cuori di alcuni umani.
Siamo fiori che appassiscono in un mondo che aspira all'eternità.
Saper ascoltare è indispensabile per lo sviluppo di una civiltà: chi non è in grado di ascoltare non vive pienamente la propria esistenza, perché comprendere situazioni lontane e diverse dalla nostra condizione completa il nostro essere umani.