L'umanità si da un nome a questo periodo come il periodo della modernizzazione... abbiamo una mentalità migliore di quella di duemila anni fa. Sarà passato del tempo ma se le spade e le catapulte non si usano più ora si usano bombe e mitra, la mentalità è sempre la stessa. Finché esisterà la guerra la nostra mentalità sarà sempre la stessa, sempre la stessa.
Nessun generale può giustificare la perdita di un combattimento affermando di essere stato costretto, contro il suo parere, a eseguire un ordine che ha causato la sconfitta.
Paura fino ad impazzire, il corpo trema senza sosta, il respidro non risponde al comando, il cuore rulla fino a fracassare le costole, gli occhi non vedono o non vogliono vedere l'orrore che c'è tutto intorno, le orecchie cedono ai continui boati, la mente è inerte in balia del nulla. Un fischio straziante stride a pochi centimetri risparmiando una vita ma polverizzandone un'altra. Gli occhi si sporcano del sangue dell'altro e il cervello fatica a sentirsi fortunato. L'inferno, l'incubo e poi ancora l'inferno si susseguono per ore, giorni e notti e poi la fine... Tutto tace e tutto fa baccano. Centinaia o forse migliaia hanno pagato con la vita o peggio con la morte, la loro tragica morte prematura, i capricci di un popolo o peggio di un singolo uomo.
Mantenere un deposito di bombe atomiche senza promettere di non farne uso significa sfruttare il possesso delle bombe per fini politici. Può darsi che gli Stati Uniti sperino in questo modo di spaventare l'Unione Sovietica costringendola ad accettare il controllo internazionale dell'energia atomica. Ma la paura fa soltanto crescere l'antagonismo e aumenta il pericolo di una guerra. Sono del parere che questa politica abbia tolto ogni valore reale alle offerte per un controllo internazionale dell'energia atomica.