Al centro dei miei pensieri c'era il modo scombinato con cui a Forks percepivo il tempo, spesso una serie di immagini in corsa tra cui alcune emergevano più chiare di altre. Ma c'erano anche momenti in cui ogni secondo era importantissimo, marchiato nella mia memoria. Sapevo esattamente da cosa dipendeva la differenza, e ciò mi disturbava.
Sono passati millenni ma gli uomini non sono mai riusciti a capire l'amore. Quanto dipende dal corpo e quanto dalla mente? Quanto dal caso e quanto dal destino? Perché certe coppie perfette falliscono, e altri abbinamenti per quanto impossibili prosperano? Non ne so più di quanto ne sapessero loro. L'amore, semplicemente, è dove è.
"Allora ci vediamo più tardi" dissi, cercando ancora di essere disinvolto, lo sguardo basso fisso al tappo roteante. E, comunque sia, ti adoro... in un modo spaventoso e pericoloso.
Mi avvicinai per accoccolarmi su di lui, affondando la testa sotto il suo braccio. Fu come raggomitolarsi a fianco del David di Michelangelo con la differenza che questa creatura perfetta, marmorea, mi abbracciò e mi strinse a sé.
Era un Edward diverso da quello che avevo conosciuto. E ciò aumentava la mia infatuazione. A quel punto, separarmi da lui, sarebbe stato un dolore fisico.
"Perché lo fai? Ancora non capisco perché ti sforzi così tanto di resistere a ciò che... sei. Ti prego, non fraintendermi, è ovvio che ne sono contenta. Ma non capisco quale sia la causa scatenante" Indugiò prima di rispondere: "È una bella domanda, e non è la prima volta che la sento. Anche gli altri si chiedono come facciamo a vivere così. Ma vedi, il fatto che ci sia... toccata in sorte una certa condizione... non significa che non possiamo scegliere di innalzarci, di superare i confini di un destino che non abbiamo scelto noi. Cercando di conservare il più possibile l'essenza di un'umanità".