La sua espressione era inqiuetante: sembrava lacerato, quasi dolorante, di una bellezza tanto fiera da farmi sentire il desiderio di toccarlo con la stessa violenza di poco prima.
Tu sei più importante di chiunque altro. E mi hai regalato te stesso. Questo è più di quanto io meriti, e ogni altra aggiunta da parte tua mi scombussola ancora di più.
Le ondate di dolore da cui prima ero stata appena sfiorata ora si innalzavano di fronte a me e mi si infrangevano addosso, trascinandomi giu. E dal fondo non riemersi.
Sgranò gli occhi. "Questo sarebbe il tuo sogno? Diventare un mostro? ". "Non proprio", risposi, rabbuiandomi alla parola che aveva scelto. Mostro, figuriamoci. "Più che altro, sogno di restare con te per sempre". La sua espressione cambiò, resa mesta e dolce dal sottile dolore che m'incrinava la voce. "Bella". Con le dita sfiorò il contorno delle mie labbra. "Starò sempre con te. Non ti basta?" Il sorriso mi si aprì sotto le sue dita. "Mi basta, per ora".
Sì, era come se qualcuno fosse morto. Come se fossi morta io. Era stato molto peggio che perdere l'amore più vero, cosa che, da sole, era sufficiente a uccidere. Avevo perso un futuro, una famiglia, la vita che avevo scelto.
Mi sentivo una luna solitaria, dopo che il mio pianeta era stato distrutto e sbriciolato da un cataclisma, che si ostinava a orbitare attorno a uno spazio vuoto facendosi beffe della gravità.
Terza opzione: Edward mi amava. Il legame che ci univa era più forte della distanza, dell'essenza e del tempo. Poco importava che fosse più speciale, bello, brillante o perfetto di me, ormai anche lui era coinvolto e condizionato in modo irreversibile. Era destinato a essere mio per sempre, come io appartenevo a lui.