Tutti gli uomini cercano di essere felici. Per quanto i mezzi possano differire, ciò si verifica senza eccezione. Tutti tendono a questo fine. Chi va in guerra e chi non ci va sono spinti dallo stesso desiderio, anche se con idee diverse. La volontà non si muove di un passo se non in questa direzione. È la causa di tutte le azioni di tutti gli uomini, anche di quelli che vanno a impiccarsi
Cosa ci gridano dunque l'avidità e l'impotenza se non che un tempo nell'uomo c'è stata un'autentica felicità, di cui ora gli rimangono il segno e l'impronta vuota, che egli tenta invano di riempire con tutto quanto lo circonda, promettendosi dalle cose assenti l'aiuto che non ottiene da quelle presenti, ma invano, perché questo abisso infinito non può essere colmato che da un'infinita e immutabile realtà, cioè Dio stesso.
Il passato non deve preoccuparci perché di esso non possiamo che rimpiangere i nostri errori. Tuttavia, il futuro deve preoccuparci ancor meno, perché non ha niente a che fare con noi e forse non lo raggiungeremo mai. Il presente è l'unico tempo veramente nostro... Tuttavia, il mondo è talmente inquieto che non pensiamo quasi mai al presente e all'istante che stiamo vivendo, ma sempre a quello che vivremo. In questo modo siamo sempre impegnati a vivere il futuro e mai a vivere adesso.