Mindlag

Capitolo: Episodio 8
Le gocce di pioggia si polverizzavano divenendo una sorta di nebbia fumante, quasi dentro l'abitacolo della Triruote stesse bruciando qualcosa. Oltre la processione lenta di fari e luci fluo sulla strada, oltre l'operoso su e giù dei lavoratroni che sgretolavano il vecchio e irroravano plastocemento per creare il nuovo, in cielo apparve il grande calamaro di luce verde. [...] Il mostro tentacolato era proiettato dalla cima del Me-nimal Plaza, una pinna dorata lontana, troppo lontana. Il signore degli abissi celesti roteò in una danza lenta, come se fosse sott'acqua, come se tutta la città fosse sua: "Me-nimal ti abbraccia" la scritta scorse sulla metà di quella testa conica, si arrestò quando le due "b" divennero rosse, due occhi indagatori e severi. [...] "Un incidente, a quanto pare." Haß, commentò l'ovvietà dell'avvenimento, poi espirò dalle narici in modo rumoroso. Bog invece rimase impietrito, il calamaro verde lo sovrastava, gli occhi adesso erano le due "c" di "Abbraccia": parevano canzonatori, pregni del disprezzo di quando si osserva qualcosa di insignificante. Le sopraelevate a monorotaia si libravano verso la coltre di nubi rese verdastre dal mostro tentacolato. Sopra di esse i vermi grigi dei treni pendolari scorrevano a passo d'uomo, poi venivano inglobati nelle cavità di quelli Deluxe per i passeggeri Premium. I filanti serpenti color argento parevano ingoiare i vermi opachi ed espellerli nell'istante in cui se li lasciavano dietro. Ogni cosa era una catena alimentare che si giocava sul rapporto tra il denaro e la velocità. Ogni cosa era Premium o Base, senza sfumature.

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