Mindlag

Capitolo: Episodio 9
Nel quartiere Humorpop i lampioni colorati a forma di tulipani erano stati sostituiti dalle fredde sfere Me-nimal, ma ancora i muri erano decorati dai graffiti osceni e satirici della sua gioventù. Haiku e fiori, bocche sorridenti lo accompagnarono per le vie deserte, le stesse che anni prima si animavano fino alle prime luci dell'alba di gente in festa, di creste colorate, luci strobo. [...] Un murales falloforme su una parete, le colonne ritorte di un club ormai chiuso, gli sussurravano la strada, gli suggerivano quando svoltare. Era al teatro Humorpop che lo conducevano, il luogo dei contest di haiku, della anarchica baldoria, il tempio consacrato al Gran Briccone. Qualcosa di quei brividi che il teatro gli aveva donato da giovane era rimasto per diventare qualcosa di diverso. Ora per Bog era solo il punto da raggiungere per la sua posizione favorevole, lo snodo cruciale della scorciatoia. Avrebbe tagliato la città in linea retta, si sarebbe connesso, sarebbe stato punito, e avrebbe riempito la voragine del suo vizio con una manciata di sollievo.

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