Un Nastro Sciolto
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...sua tasca.
Meglio che mangi, credo sia ora, pensò, mentre cercava lo zaino con il pranzo che si era preparato la sera prima ma si accorse di averlo dimenticato in macchina, lasciò le canne piantate in terra e tornò alla macchina.
Questa era dove l'aveva lasciata ma il posto ora gli appariva diverso... c'era un capanno poco distante, celato dagli alberi, era un vecchio rifugio di pescatori che prima non aveva notato, incuriosito vi si diresse.
Il legname, marcito dall'umidità, emanava un odore di rancido, reso ancora più penetrante dalle numerose foglie bagnate, che ne ricoprivano il tetto e i lati quasi per intero... la porta, semiaperta, scricchiolò, Vincent entrò e nell'oscurità... la vide.
Eri lì, ferma al centro del capanno, eterea come un fantasma con il cappello tra le mani.
Vincent trasalì e mancò poco che non gli venisse un infarto.
-Hei! Ma che ci fai qui? Perché non sei rimasta con i tuoi? Ma non hai paura ad andare in giro da sola? –
Lei non rispose, e anche se non ne vedeva gli occhi Vincent poteva sentirne lo sguardo addosso, poi la voce di lei riempì l'aria di parole:
- Questa è la capanna del vecchio Gino, vengo sempre ... [segue »]
dal libro "I racconti del lago" di AA. VV.
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