Scritto da: Valerio Mancini

Le mie prigioni

Capitolo: 2

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...che invece era riposta nelle finestre, quasi sempre chiuse. Io ero la causa di quel "quasi". Ogni volta che usciva metteva l'antifurto, fosse anche per andare a prendere il pane e una volta lo mise con me in casa!? Stavo vivendo in pieno il periodo in cui in casa si stava troppo male e cercavo in tutti i modi di uscire ogni sera, ritornando tardi ma mai all'alba, citofonavo a casa e Paolo si alzava per venire ad aprirmi, i nostri sguardi si scontravano sulla porta di casa devastandosi tra il suo sonno e la mia sfattezza, Con il passare delle notti e delle citofonate divenne più lento nel venire ad aprire, iniziai ad essere meno gentile col polpastrello, finché una sera il citofono non fu più sufficiente e venne soccorso dal telefono. Alla fine rispose al telefono dicendo che era sveglio e non aveva sentito nessun citofono.
Erano passati solo quindici giorni e la speranza che col tempo si sarebbe iniziato a fidare iniziava già a perdere di consistenza, quando al ritorno dal lavoro Paolo mi comunicò che dovevo andare via, aveva fatto un errore, lui non era il tipo che può vivere in casa con un estraneo, mi ... [segue »]

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