Scritto da: Giuseppe LONATRO

Nello stesso pozzo


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...così, quella era oramai la loro vita, il loro destino, dovevano solo aspettare l'epilogo finale.
Era un via vai di corpi che si trascinavano lentamente, con gli occhi sgranati e malinconici e pantaloni e gonne intrise di piscio, sagome che si spingevano a fatica verso quel corridoio che dava fuori, in direzione della luce mattutina, verso un respiro di vita. Vacillavano abbandonati col respiro pesante, alcuni mormoravano qualcosa di indefinito, altri parlavano tra loro ma non si capivano. Sembrava che tutto il peso del mondo fosse su quelle gracili spalle, confusi ed esiliati, con la testa piegata su un lato e forse anche digiuni d'amore.
Giuggiù un giorno volle andare via. Pensò che stare ancora lì dentro avrebbe fatto peggiorare le cose. Non stava bene in mezzo a quei vecchi malati e propose al figlio di andare ad abitare con lui: "non do fastidio, mi metto in un angolo della casa, mi prepari un letto... non do fastidio e poi io mangio anche poco..." disse Giuggiù mente stava seduto sul bordo del letto e con gli occhi lucidi, "non posso papà come stai a casa mia e poi Leti aspetta un altro figlio, come faccio a pensare a te?.... [segue »]
Composto mercoledì 30 novembre 2005

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    Scritto da: Giuseppe LONATRO
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    A mio padre.

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