Le migliori poesie inserite da Gianluca Cristadoro

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Scritta da: Gianluca Cristadoro

Valentina, la mia mogliettina

Son passati ormai tanti anni,
qualche volta faticosi,
ma più spesso assai giocosi,
con la gioia e un po' d'affanni.

Se le bimbe fan stancare
e dormir talor non fanno
non sarà per me un gran danno
risvegliarmi per vegliare.

Dolce in fondo è il mio risveglio
perché accanto a me ti vedo,
e sul letto poi mi siedo
e ti guardo un poco meglio
riscoprendo quello sguardo
che a quel tempo mi rapì
e che in tempo poi più tardo
il mio amor per te scoprì.

Io ti vedo mio tesoro
quando corri in furia e in fretta,
del coraggio tuo mio onoro
e chi più ne ha ne metta...

Che pazienza e che lavoro
poi da far sempre ti tocca
ma per sorte dalla bocca
escon frasi di decoro...

Che tenacia e che sostanza
nella vita di ogni giorno
tu ci metti e che importanza
dai alle cose che hai dintorno

E se a volte un po' t'adombri,
ché ascoltarti non sappiamo,
noi perdono ti chiediamo
e dal caos saremo sgombri!
Composta giovedì 20 dicembre 2012
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    Scritta da: Gianluca Cristadoro

    I doni delle stelle

    Le stelle non stanno a guardare
    ma ascoltano il grido muto degli insonni.

    Le stelle voltano le spalle al frastuono del giorno
    e sorridono al volto angelico dei bimbi
    nelle notti rischiarate dai loro sogni ingenui.

    Le stelle soffrono del dispiacere del cielo, padre impotente
    e si donano agli amanti in nome dell'amore.
    Composta sabato 4 ottobre 2014
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      Scritta da: Gianluca Cristadoro

      Il pentametro della speranza

      C'era una pera
      che non voleva
      uscir di sera

      C'era una luna
      che la fortuna
      porta alla gente
      senza far niente

      C'era una cera
      che non voleva
      finire sciolta

      C'era una volta
      di gente molta
      che tutto il giorno
      girava intorno

      a questo mondo
      strano ma in fondo
      che gira ancora
      or come allora.
      Composta martedì 4 febbraio 2014
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        Scritta da: Gianluca Cristadoro

        Creature luminose

        Creature delicate,
        incompiute,
        prive di orgoglio
        e resistenza.

        Inermi,
        di arrecare offesa incapaci,
        di mordere,
        né difendersi dai colpi
        che anime abiette
        infieriscono
        per sottili piaceri.

        Pronte a portar consiglio e sostegno.
        Ad offrir riparo a chi, più di voi,
        di cure e conforto abbisogna.

        Natura non vi donò virtù
        attraenti plauso ed onori.

        Che Natura in cambio vi schermi
        dall'incombente nefasto destino,
        che ogni gioia negar vi vorrebbe,
        di mestizia un manto calando
        e da luce oscurarvi.

        Candore,
        di luce splendente,
        illumini il grigio
        che permea le cose.

        Rischiari gli animi.
        La nobiltà degli spiriti eletti risvegli.
        Deponga superbia e arroganza.
        Dello stolto annichilisca il potere.

        Restituisca umanità al mondo.
        Composta lunedì 19 agosto 2013
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          Scritta da: Gianluca Cristadoro

          Una dedica...

          A te che sei divino
          A te che sai di vino
          A te che sul divano
          t'atteggi ad indovino
          A te che svaghi vago
          ricerchi su Trivago
          A te che il nervo vago
          ti duol leggendo un rigo
          di questa filastrocca
          che lirica non tocca
          che vertici non tange
          di sommi versi e piange.
          A te che un po' impaziente
          non te ne importa niente
          di leggerne la fine.
          A te che sei vacante
          di ferie e non ne hai tante.
          A te che sbocci adesso
          A me che come un fesso
          continuo e vado avanti
          pregando anime e santi!
          Composta mercoledì 30 luglio 2014
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            Scritta da: Gianluca Cristadoro

            L'insalata

            Ho preparato un'insalata di parole,
            non eran più tristi, non eran più sole.

            Ho aggiunto una spolverata di pensieri,
            un poco ironici, non troppo seri.

            Di sale non ne ho messo molto,
            ben pochi il sapore avrebbero colto.

            Un filo di speranza e carità umana
            più che una piatto... un toccasana.
            Composta martedì 1 ottobre 2013
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              Scritta da: Gianluca Cristadoro

              Miraggio

              Scrivo, sbuffo a mi diverto
              sudo e bevo nel deserto.
              Ma da lungi v'è un miraggio
              una palma e un cocco fresco
              non è pane col formaggio
              e a rialzarmi non riesco.

              Ma è un miraggio per l'appunto
              sotto al sole ancora fremo
              dalle vespe vengo punto
              e all'istante tutto tremo.

              Svengo a terra tramortito,
              la preghiera e un sacro rito
              mi ritrovo ad officiare
              senza aver neanche un altare!

              Dentro a un sogno son finito
              con la papalina in testa
              paramenti indosso a festa.

              Non può esser, non è vero
              non è questo il mio destino
              per scoprir dov'è il mistero
              mi trasformo in un mastino.

              Vo ringhiando a destra e a manca
              ma la cosa già mi stanca.

              Una luce mi ridesta,
              veste bianca e un po' scollata.
              Nascon grilli per la testa.
              È creatura assai dotata!

              Non ricordo la molestia
              cui costrinsi quella bestia
              per mutarsi in un Adone
              che alla bella ben si pone.

              Ma una cosa in mente ho ancora,
              giunto tosto sul più bello
              un frastuono che perfora
              il mio povero cervello.

              Chi ha comprato quella sveglia?
              È il mio dolce amore che
              mentre son tra sonno e veglia
              preparato mi ha il caffè.
              Composta giovedì 21 maggio 2015
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                Scritta da: Gianluca Cristadoro

                Itinerari notturni

                Domande che m'intridono sinapsi
                Non bastan ad indurmi della stipsi.

                L'adultera s'adultera da adulta?
                E la rabbia muta in scabbia?
                O si cela nella sabbia?

                È questo che mi chiedo
                se bevo o se mi siedo.

                Mentre trebbiatrice trebbia,
                lavorando nella nebbia.
                Navigando nello spazio
                mi ritrovo dentro il Lazio.

                Passo prima da Viterbo
                dove l'oste per me ha in serbo
                una zuppa fave e ceci.
                Vi rimango giorni dieci.

                Scendo giù e mi faccio un bagno
                a Bracciano e non mi lagno.
                Passo un attimo per casa.
                La famiglia ancor riposa.

                Per l'eterna città vago
                fugo appena acceso rogo
                nel bel mezzo di quel campo
                ch'è di fiori e non da scampo.

                Ad Ariccia vile miccia
                fa saltare la salsiccia.
                Sana invece è la porchetta
                se non usi la forchetta.

                Discendendo a Casamari
                non mi allaccio gli alamari
                recitando una preghiera.
                L'Abbazia mi guarda fiera.

                A Cori i coriandoli andò' li trovi,
                Li trovi nei rovi rovistandoli.
                Ad Ovindoli e Rivisondoli
                i gerundi son pungoli
                che sconfinano in Abruzzo
                con quel fare astuto e aguzzo.

                Risalendo su a Cassino
                mi sovvengono racconti
                di quel tempo un po' assassino
                che ha squassato mari e monti.

                Passo poi sul monte Viglio,
                lo spavento non mi piglio.
                Vedo gente giù che scia
                e mi sento a casa mia.

                Volo ancora e qui concludo
                atterrando in quel di Farfa
                mi riposo e non più sudo
                mentre l'occhio il verde arraffa.

                Quella luce mi risveglia
                guardo bieco quella sveglia
                che mi fa tornare in mente
                Ch'è mattina o bella gente!
                Composta giovedì 20 marzo 2014
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