Le migliori poesie di Salvatore Riggio

Studente, nato mercoledì 1 febbraio 1989 a Grevenbroich (Germania)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Salvatore Riggio

La notte, il giorno

La notte è la mia migliore amica,
mi sa ascoltare in silenzio
subendo per ore i mie discorsi,
i miei deliri e le mie follie.
Mi accorgo che troppo tempo è passato
anche se pochi secondi sembrano trascorsi,
quando intravidi la luna calar oltre l'orizzonte
che sembra che porti insieme a sé le mie pazzie.
Liberandomi da quel peso che sulle
spalle dovetti sopportare.
Quel sole che intravidi oltre l'orizzonte
mi riempii pieno di malinconia...
Poiché annunciò l'arrivo del mio peggior nemico, Il giorno!
Odio il giorno mi sgrida in continuazione e in silenzio mi fa stare,
mi riempie la testa dei suoi discorsi, deliri e delle sue follie.
Appesantendomi inutilmente fino a che scoppiai a urlare:
Notte! Per favore ritorna il più presto possibile, vostro fratello
non mi vuole del bene, tutt'altro, mi vuole del male!
D'improvviso una voce rispose: Caro mio vedi che sono sempre io,
di notte t'ascolto passivamente, di giorno ti sgrido in continuazione.
Ma non lo faccio perche ti voglia del male tutt'altro!
Al calar del sole divento tua madre che ti accoglie tra le sue braccia
e ti fa cullare nel sonno liberandoti dalla tua preoccupazione.
Al calar della luna son tuo padre severo ch'è ti bastona, ti rimprovera
e non smette fin quando riconoscerai dove tu abbia sbagliato,
Affinché tu possa maturare, crescere, diventare un uomo!
Fidati delle mie parole io ti voglio bene figlio mio,
ma mi rincresce vedere che te mi abbia odiato...

Perdonami...
Salvatore Riggio
Composta venerdì 30 ottobre 2009
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    Scritta da: Salvatore Riggio

    L'anima esiliata

    Vedo solo desolazione
    in queste terre dimenticate,
    distruzione ovunque il mio sguardo voli...
    Sul terreno le orme ancora fresche stampate
    di quel caos che passò ponendo sul trono la confusione.

    Vedo solo immensa tristezza
    in questa pianura, dove il grigio prevale.
    Il sole spento in questo cielo privo di vita...
    Eppur un tempo questo vedere non era di un atrocità tale,
    ricordarlo mi provoca un certo senso di disgusto, di amarezza.

    Non vedo più niente in queste terre abbandonate,
    talmente è confusa ormai la mia vista
    che neanche al di fuori di ciò nulla di definito intravidi...
    Ma come avrà fatto lei a ridursi in questo stato?
    Mai avrei potuto pensare che io e lei per questo eravamo destinati,
    ormai però dovrò accettare... vivere in queste terre come neo esiliato...
    Salvatore Riggio
    Composta lunedì 16 novembre 2009
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      Scritta da: Salvatore Riggio

      Delicato inganno

      Credevo che versare un'altra lacrima non ne ero più capace,
      credevo che l'ultima la versai in quella vita che non più m'appartiene
      ma quando ho incontrato te mi son dovuto ricredere,
      Non appena la sentii scivolar giù dagli occhi sulle guance.
      Credevo che se avessi incontrato l'amore
      mi avrebbe avvolto per intero.
      Credevo che sarebbe stato puro è sincero
      ma ho scoperto che è soltanto un inganno un illusione,
      ti si avvicina dolcemente quasi non ci si accorge,
      ti abbraccia prima delicatamente e poi per tutto ti avvolge
      e quando ti lasci andare lei ti stringe ancor più forte
      ma poi inizia a soffocarti e rivela ciò che cela veramente,
      ovvero l'intento di afferrar e tener in pugno il tuo cuore.
      Strozzarlo, calpestarlo e gettarlo via con rancore
      ma troppo invitante fu il suo fare,
      che volevi illuderti e sperare in una rosea sorte.
      Non è cieco l'amore, è accecato colui che si illude,
      il quale l'evidenza vuol negare
      ma tardi è quando ci si accorge che desiderava solo la sua morte.
      Salvatore Riggio
      Composta sabato 19 dicembre 2009
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        Scritta da: Salvatore Riggio

        La pioggia

        Se smettesse di piovere,
        smetterei di scrivere.
        È la pioggia che dirige la mia mano,
        le sue acque il mio inchiostro.
        E con ogni singola goccia che si frantuma sul terreno,
        da cui traggo la mia ispirazione
        e così che mi chiedo; Perché chiedere allor ciel sereno?
        Non è forse meglio che la pioggia non continui la sua peregrinazione,
        affinché io possa dissetare la mia passione?
        No, meglio di no allora,
        non voglio che lei muoia dissetata,
        che vagabondi in un deserto alla ricerca di un oasi,
        oasi che sarà difficile trovar, non sarà facile essere scovata.
        No, meglio di no allora.
        Poiché è la pioggia che dirige la mia mano,
        le sue acque il mio inchiostro.
        Se smettesse di piovere,
        smetterei di scrivere.
        Salvatore Riggio
        Composta venerdì 8 gennaio 2010
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          Scritta da: Salvatore Riggio

          Lo stelo e il suo fiore

          Come lo stelo e il suo fiore,
          l'uomo della propria donna ha bisogno,
          per sentirsi completo e aver un senso.
          Cosi come lo stelo la sorregge e le da sostegno,
          e l'amor come il loro sole,
          l'acqua come la loro passione,
          la terra come il padre e la sua benedizione
          e il cielo che li avvolge, diviene la realtà che era un sogno.
          Cosi il fiore profuma e inebria l'aria della sua essenza,
          dalle sue radici trova la forza e mai potrebbe vivere senza,
          come lo stelo non arricchisce il prato senza il suo fiore.

          A che servirebbero separati se non esistere gli uni per le altre?
          Salvatore Riggio
          Composta giovedì 5 luglio 2012
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            Scritta da: Salvatore Riggio

            Libro dimenticato

            Il silenzio, la mia casa!
            Caccia via l'incertezza e la confusione...
            a loro neanche li fa entrare,
            per loro tiene la porta ben chiusa.
            Il silenzio, la mia pace!
            Senza tormenti l'anima mia può riposare
            da queste altrimenti acque agitate.
            Amo quando tutto tace.

            La solitudine, mia migliore amica!
            Mi aiuta a dimenticare, scordarmi di cose
            che prima troppa importanza ho dato,
            liberando la mia mente dal quella prigione
            in cui il caos regna incontrastato.
            La solitudine, mia salvezza, mia vita.

            Il mio essere un mistero
            pian piano si scopre, si svela!
            Ma solo per coloro che non
            si fermano alla sola copertina...
            Di questo libro pieno di polvere e di ragnatela,
            ma quasi nessuno va mai oltre per davvero.

            Il silenzio, la solitudine, il mio essere!
            Salvatore Riggio
            Composta lunedì 16 novembre 2009
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              Scritta da: Salvatore Riggio

              Baratro senza fondo

              L'amicizia tra donna e uomo
              per poco tempo essa resiste solo,
              col suo scorrere incessantemente
              prima o poi in uno dei due essa si tramuta in amore.
              Per colui che amerà, sarà solo sofferenza e dolore,
              ma pur di starle vicino preferirà farsi del male.
              Un male che accetta volentieri perché senza di lei
              quel che ne verrebbe di sicuro sarebbe d'intensità maggiore,
              senza il suo dolce viso, quel sorriso, quegli sguardi, quella stretta
              di mano, quegli abbracci, senza sua dolce voce che canto soave pare
              sentirebbe in sé un vuoto incolmabile e profondo.
              Allora preferisce riempirlo di quel suo amore anche non ricambiato,
              che per lui rappresenta l'unico appiglio a cui si può aggrappare
              per non sprofondare inevitabilmente in quel baratro senza fondo.
              Salvatore Riggio
              Composta lunedì 23 novembre 2009
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                Scritta da: Salvatore Riggio

                Il mio sguardo ti trova

                Ora che il mio sguardo ti trova,
                oh fascio di luce che penetra e trafigge
                queste minacciose nuvole di una notte offuscata,
                mi illumini la via, la strada da percorrere!
                Di questa città che per l'oblio sembra essere destinata,
                senza te dal labirinto fuoriuscito non sarei, dovendomi arrendere,
                mi sarei perso vagabondando senza meta in questa vita dannata.
                Non ti ho mai dato nulla ma sei qui intenta a volermi proteggere,
                sei il mio punto di riferimento, la stella polare che tanto ho desiderato.
                Mai a niente e nessuno permetterò che ci possano un giorno dividere,
                non ti perderò di vista ora che il mio sguardo ti ha trovato.
                Te che hai udito l'urlo del mio silenzio e l'ha ascoltato.
                Ormai altro dire sarebbe futile tranne che... Grazie di esistere.
                Salvatore Riggio
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                  Scritta da: Salvatore Riggio

                  Poesia

                  Ho il cuore lacerato e le mani ferite
                  e col loro sangue che scrivo
                  i miei versi, le mie poesie.
                  La stilo la faccio scorrere sulla carta che sa di nuovo,
                  intingendolo in quella pozzanghera che si è formata col mio dolore.
                  Ed ad ogni parola cerco di donare
                  mille sfumature di emozione e le do colore.
                  E se alcun brivido all'anima di chi legge riuscirò a suscitare,
                  se alcun sobbalzo riuscissi a provocare al cuore di quel lettore,
                  allora questo foglio apparirà di tonalità grigiastra
                  gli scivolerà via dalle mani, tra le dita
                  e il vento lo scaraventerà fuori dalla finestra.
                  Stracciandolo con le sue raffiche in mille pezzi
                  di cui la pioggia e il tempo non avranno pietà.
                  Diventerebbe un foglio come un altro di cui nessuno si ricorderà.
                  Salvatore Riggio
                  Composta martedì 5 gennaio 2010
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                    Scritta da: Salvatore Riggio

                    Fino ai confini dell'infinito

                    Te sei l'ossigeno per il mio cuore.
                    Il respiro della mia anima.
                    Il senso della mia vita.
                    Te sei il palpito del mio cuore,
                    ragione per cui esso batte ancora.
                    Sei le ali che avvolgono la mia anima,
                    che mi sollevano ogni giorno
                    asciugando ogni mia singola lacrima,
                    che non permettono che ne versi ancora.
                    Te sei il mio sorriso, il suo riflesso.
                    La mia felicità, la gioia nella mia vita.
                    Te sei colei che ha strappato via
                    le braccia  della solitudine che mi avvolgevano, che avevo addosso.
                    Te sei la luce che accarezza il mio viso al mio risveglio nella mattina.
                    Sei ormai più importante di me stesso.
                    Sei, sei, sei e ancora sei la ragione per cui le parole
                    non basteranno mai per descriverti appieno mio amore...
                    Poiché la tua bellezza d'animo,
                    si espande fino ai confini dell'infinito.
                    Salvatore Riggio
                    Composta venerdì 8 gennaio 2010
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