Poesie di Giampiero Iezzi

Questo autore lo trovi anche in Racconti.

All'improvviso

Delle religioni del tuo tempo ooh Dio,
con la ragione malata decennale
sfatta nel corpo con l'anima che palpita
di passione, dalla nascita la mia vita è
assolata nel cervello sola nella preghiera.
Ora, è abitudine come il vedere una farfalla
che vola libellula nell'aria e, muore di gravità
riposando in attesa della tua venuta.
Accettando interim l'inseguire la tua fede
l'Anima mia, oltre non vuole proprio venire senza
capire perché il patire dolore impone alla base reale
il vivere ambiguo nel male incurabile vive la tua vita.
Signore! Lo vede come un lavoro il rappresentare
la tua passione, maH è eterna ooh Dio,
Il corpo è da lenire preda ubriaca com'è allo stato
Rap in un Rave Party perpetuo disabile pare da vivere.
È umanamente impossibile! Lenire i dolori per tutta la vita.
La Passione arriva per caso, poi la Pasqua passa e, nel mentre
il tuo giorno giunge... io. cosa faccio? Signore? Per me,
non ho visto alcun segno fattivo di risurrezione
e, seguo il mio cammino da disabile solo nella disperazione.
Dio, dove sei? In quale terra hai il luogo della tua dimora.
Su! Avanti il tuo dire aspettiamo da tempo.... su,
dimmi ora dove sei per bere in un sorso la tua voglia di vita
da vivere, poi in un attimo è da restituire... perché di sicuro
con la morte, si deve morire... all'improvviso.
Giampiero Iezzi
Composta martedì 24 aprile 2012
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    Al baratto

    Video il mio domani guastato intenso all'insù
    con le palle degli occhi consumati dal Mago opale
    è, un ago conficcato nella corteccia mentale di una vita.
    Disabile, gioca sporco! Insaziabile spacca
    la goccia pulita che piange acqua in due o più
    lacrime di pianto...
    L'acredine vìola in questa esistenza
    l'unica seria provvidenza scenica è nel
    pensare male del mio futuro lavoro.
    Si sente prescelti nel cuore, ci siamo
    con tutte le due scarpe nuove due numeri diversi
    in un mare di problemi dove il mio problema è
    impossibile da gestire.... qual è gioco d'azzardo
    compulsivo collaterale analizzato Mirapexiniano.
    Senza impegno in un corpo inutile doppio fregato
    per via di un male andante all'infinito
    l'animo di Giampiero giorno
    dopo giorno tocca il fondo
    marcio di viltà nel buio doppione
    della notte... si risolleva d'amore
    nel sacramento del matrimonio
    attraverso le certezze panate di sogno
    d'anima consorte di lei platonico
    con sentimento sacrosanto
    sceglie di stare con me.
    Moglie d'un invalido
    al baratto rosicato morente
    al baratro della morte.
    Giampiero Iezzi
    Composta martedì 24 aprile 2012
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      Massimiliano

      Sei entrato nel cuore della mia vita.
      Massi! Ora
      ho compreso i tuoi stati di animo.

      A volte ti muovi per ricordarmi
      la tua presenza, Massi!...

      Con le dita della mano è un soffio
      come un petalo mosso dal vento
      arriva e tocca la mia mano
      assopita dal sogno, me
      che stò al tuo capezzale,
      quando i tuoi stanchi
      la sera tornano a casa.

      Eeh, poi al mattino...
      Massi! ancora stringi
      a tormento con la tua
      la mano di chi ti vuole bene,
      quanto la tua mamma.

      Mi lasci capire i tuoi intendimenti
      come meglio puoi con gli occhi
      verso i miei mimi con le palpebre
      che vuoi morire.

      Dimmi! Fammi capire quando
      eeh, io ti accompagnerò.
      Giampiero Iezzi
      Composta martedì 24 aprile 2012
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        Maledetto

        Con la morte nel cuore d'istinto sono
        caro estinto alla luce della luna
        critico i miei racconti neri
        del più con un Cristo ameno
        di ricordi scarsa la poesia
        come nel cuore è la pro zia
        nella vita mia la vispa Richetta
        vecchietta nel passato lo è
        demente barbaramente tradita
        sazia di cicatrici mentali.
        ...
        Della morte sono un esperto del ramo
        parkinsoniano inalberato in un corpo
        oberato con un male dai dolori astrali
        con un vaffanculo per tutti i
        coloro che al mondo hanno messo
        al pubblico dominio la mia umanità
        sporcando anche la mia disabilità.
        ...
        Vorrei essere licenziato in tronco
        da questa inutile vita sublimata
        accettandola nel morire... scemo
        l'esistenza come tu desideri, Dio
        purtroppo mio! Come? Già lo so!
        Che son solo e non so quando sarà
        con quanto dolore specifico
        alfine dovrò morire addosso.
        ...
        Vero? Signore! disseminato
        sono di vecchiaia permalosa
        su un seminato già usurato.
        Usurpato da altri voraci vampiri
        l'anima dalla idee lapidato
        il corpo è stato al fine dilaniato.
        ...
        Pure dai cioci consumato
        con lode han banchettato
        tutti! Anche i parenti stretti
        dei resti al cimitero
        profanato nella bara
        corre voce stancamente
        sul mio nome la sfortuna.
        ...
        La salma si rigira in
        cerca del suo fantasma
        Maledetto!
        Il destino dispettoso ruba
        e svende tutto del ricordo
        per quattrini anche l'usufrutto
        dei sogni, antichi guai.
        Giampiero Iezzi
        Composta martedì 24 aprile 2012
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          e. Book neurologico

          Si dice che la vita inizia dopo i quarant'anni
          si è allungata l'esistenza come il naso di pinocchio
          ooh Dio, Vero? Dimmi quale destino onesto è per me?
          Da te offerto gratuitamente senza ritegno
          è un camminare con le bugie, nascoste
          dietro i giorni della notte, scavi le fosse per
          farci le scarpe a piedi nudi poi ci lasci morire.
          Aldilà dello steccato dopo il giardino dei fiori
          del terrestre marzo ci sono i limiti imposti
          dagli idi per questa vita se voglio vivere
          ma che nessuno dice... Pur non sapendo
          allora la vita normale come cosiddetta mia
          senza dolori al cloroformio è una in malattia.
          Vita...
          se c'è qualcosa di brutto oltre quella coltre
          pare del bello un vissuto fumato nella bugia
          di una disabile instabile nella realtà... Ooh Dio!
          Il mio futuro è mortale come la mia realtà
          una verità di solitudine ambiguità.
          Farsi uccidere per porre una fine o suicidarsi
          è la stessa che una bugia buffa nel dire è la fine triste
          beffa di una realtà di vita che accompagna l'anima
          nel prosieguo malinconico cammino lungo nella noia.
          Profonda maledizione è ooh Dio! Dal carrozzone celeste...
          Voglio scendere da questa pasqua, la tua vita è una giostra
          di storie pazze per pupazzi pubblicitari del tuo carosello
          d'emozioni, nessuno compra il tuo vangelo neanche ristampato
          in vendita promozionale, e. book su internet miracolando fede
          con speranza di sopravvivere della carità altrui... Buona!
          Sulla terra come i portali delle tue chiese sono i posti
          di lavoro autonomi per chiedere euro soldi per vivere.
          Noi siamo i migliori neurologici in tempi moderni
          da occupare non solo in tempo di crisi senza pregare si ha
          elemosina per avere un reddito fisso sicuro e definito.
          Giampiero Iezzi
          Composta mercoledì 21 marzo 2012
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            Piccola donna

            Un tempo era unica la nostra
            una famiglia in bella mostra.
            Grazie a te! Figlia
            che deputi da sempre
            evocando contro una madre
            addosso a un infelice padre
            già malato gli tiri pietre
            anelando le tue prospettive
            come pretese... aspettative.

            Mefistofelica sei...
            per i tuoi porci comodi!

            Non più è una casa di innocenti
            con stupore nel tormento mio,
            il ricordo ora della famiglia
            è un lamento in una casa di ignoranti.
            Sacerdotessa della luna sei lunatica
            nel tuo fare hai fatto calpestio dei tuoi cari
            ancor di piu un padre lasciato in mezzo ai guai.
            Appassito nel corpo dismesso invecchiato
            nell'anima asciuga i dolori che a pelle tremano
            come i suoi pensieri sotto un pallido sole, tramano
            sogni di meteoriche imprese all'ombra delle nuvole,
            distratto nel cuore naviga animando falsi di normalità.
            Nella vita siamo preda del destino meteora
            in tempi diversi schiavi della vendetta che infamia
            anche te incauta scelta piccola donna ora,
            che dannata è la voglia di riprendermi la dignità
            con onestà ti ricordo da te rubata, diffamata,
            offesa, sacrificata con un giro di lambada.
            Ventre a terra sei una piccola donna straniera
            che scappa dalla sua ombra priva d'un orizzonte
            senza un futuro stringerai a te le ossa di un padre
            venduto meschinamente a quattro soldi per
            ricordi squallidi giochi da ludoteca.
            Giampiero Iezzi
            Composta domenica 18 marzo 2012
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              C'era una volta

              C'era una volta... ad ogni fermata per lui...
              LEI!... pronta da ricordare con una bella preghiera.

              Salve ooh Regina Maria!... Madonna di Dio, son le tue
              quelle voglie di carezze mancate di un'amore rivangato
              sempre convulso da inetti variegato nella vita da insetti
              versata a fiamme e fuoco dagli ingrati loro per virtù bruciato
              di tutto alle armi è stato passato il suo per un poco di buono
              lungo il percorso d'un sfiammato parkinsoniano.

              Mentale il suo viver era disabile tal una lampada ai santi votiva
              accesa con la spersa dignità vera al vento spesa sfumata in carità
              per recitar rosario ballando lambada con onestà in quaresime di pianto.

              Nervoso tra le nubi ricorda i sogni come strali ch'ancora estrae
              dal fosco buio interior quello strillar d'obbligo il tempo nero distrae
              e, incoraggiano li dolori innocenti tra li temporali
              d'incoscenti laser che gli ammalorano sul corpo.

              Dal natio luogo a parte il soffrire speso...
              quando! il venire dell'anima dal cielo verrà
              Giampiero è quello che attende la vita
              per un nuovo avvenire.

              Mah, quanta pena ha da scontare in sofferenza?
              Qualsiasi persona delusa è senza pazienza,
              la pietà umana cerca con affetto l'amore
              perché privo di iniziative, nel corpo incrinato è lui!

              Senza prospettive illuso è ancora nel suo pianto
              diabolico sopravvivere d'eterno invano non è d'umano
              illeso da cascate rumorose sui sassi del destino...

              Lui marmoreo, aspetta e spera di giorno
              in giorno finché la sera, per non spararsi
              nella notte cieca al buio pesto nella quiete surreale
              sfinge trattenuta d'oleosa tristezza, tinge
              di bei colori i disperati solchi sul suo volto,
              in un paesaggio di rughe è nel fato, malocchio
              che ti liquida ooh vita.

              Là, nel ghetto all'aria solitaria torna a smarrirsi la vita
              chiara sospira allo specchio lo sconforto di un volto
              La fine tragica dell'esistenza tutto, s'esalta con
              la mia voglia di morire se, non si può allungare
              la vita vediamo se si può allargare... con la morte
              per non subire mai più.
              Giampiero Iezzi
              Composta giovedì 16 febbraio 2012
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                Nocciole di primavera

                Con il cuore in mano ti scrive la cara anima...
                Caro Dio con nostalgia ti tocca i tuoi puntini sulle "i"
                per capire dei perché sulla vita mia.
                Sai! Qui, ella è un po' scarsa... fa la vitella con i malori
                è un'eterna equazione matematica dei dolori
                poi, da amministrare drammatica con la morte.
                È come un paesaggio in prospettiva che prende, quando
                per altri per quanto rei senza carichi pendenti e,
                senza difficoltà l'hai data bella da vivere alla ennesima potenza...
                Troppo! effettivamente lunga.
                Penosa con breve vita per me com'è?
                Il sistema per altri con più fortuna è gradita!
                Per questo ti scrivo questa prosa d'emozioni
                Mah dov'è il tuo senso di giustizia umana dell'anima
                in questo cuore mio cotto di poesia.
                Il sangue come arteria estorta ossigeno per sopravvivere
                organizzato e incazzato ateo scorre nel giro della droga
                con le palle di natale gira e rigirati s'arriva alla pasqua.
                I sentimenti per la resurrezione sono come
                un mosto vinoso che intonta stona e stronca
                l'amore sorpreso in un mappamondo nel suo
                ritorno nelle vene del mio destino non ristora
                con la mente imprevisti sogna del raggirato vivere
                le ultime scene dell'inverno esistenziale.
                Quella già vissuta sò che è eccellente
                per cercare sicuro tra le poche quella
                vera è l'unica cosa bella... da scegliere!
                Presunta nel tempo sorride ai miei pensieri
                che non pensavo più desiderabili
                perché annoiati sogni, predestinati
                pensavo giochi d'un miserabile ricordo.
                Ogni volta che l'anima torna in me
                son sprite d'emozioni nel corpo tritato
                di dolore nel cuore... alfine c'è felicità.
                Lei è una natura, profumo di donna
                la vita, con lei trotta il dolce soggetto
                spiccato animale per parlare, palpare,
                è un godere dell'amore per un amare
                Mai visto!
                Nell'intierezza succube della sua presenza
                la tristezza s'avvolge felice e contenta,
                d'imput con le arterie sono steli in fiore
                di linfa pieni che toglie la scorza d'alitosi
                velate snervate foglie al verde nuove
                per riassaporare nocciole di primavera
                da una bocca da baciare ancora
                arida di malinconia....
                Sarà tutto un naufragio, la vita mia.
                Questo è il veleno che inquina la mente mia.
                Giampiero Iezzi
                Composta sabato 18 febbraio 2012
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                  Notte d'amore

                  È Domenica.
                  Si rileva nell'aria su di noi testarda
                  l'irrequieta malattia ci rende estranei
                  quando io le chiedo...

                  "Mi aspettavo di sentire questo da te.
                  Sapevo che me lo avresti chiesto,
                  Giampiero!... con voce dolce... mi cerchi
                  Mah!
                  tu non Lo sai, di quanto io ne ho voglia
                  per offrirti con i sospiri le mie carezze,
                  coccole di una donna innamorata di te.
                  Per amare ancora del barbi amore
                  anche in questo momento brutale
                  ch'annoia amaro, in noi,
                  barbaramente agro d'eventi
                  di più ancor nel mio cuore.
                  Il nostro frutto è un dolce di more
                  per rinnovare l'amore per vivere
                  al meglio la serenità interiore
                  quella cancrena, l'amarena della vita."

                  Mi disse Rita...

                  "Aspettavo di poterti dire quello
                  che provo io... Lo sai, non è affatto
                  semplice neppure per me e, sono tanto
                  disperata per quello che ti sta succedendo!"

                  Il tuo corso fai malattia ma, non dire mai che tra
                  una goccia che cade e sale di continuo per un'altra
                  in me tutto muore... distruggendo dentro qui stai
                  deponi odio per grattare rabbia in me che voglio vivere.

                  "Parkinson da me, tu stai in usufrutto!"

                  Il corpo mente in questua l'anima non c'è testa
                  anche se in un botto si soffre in un gogò di emozioni
                  l'allegria nella quiete infesta l'aria aleatoria invano della festa
                  traveggola l'erba in terra trapezia la poesia s'arma nel cuore del poeta.

                  Tutto finisce d'incanto nella sera quella notte d'amore che va via
                  ed, io per la vita amando idee resto a sugare la malattia che è solo mia.
                  Giampiero Iezzi
                  Composta venerdì 10 febbraio 2012
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                    Appunto... Signore

                    Appunto Signore.
                    Questo è il punto del problema da risolvere
                    non so capire dove piazzare virgole e punteggiature
                    per il futuro del mio domani.

                    Non so ma io vorrei vivere in un istante nell'avere
                    il dono, malgrado tutto al di là del tempo per sapere,
                    anche se il dopo è già vissuto l'imparato da programmare,
                    la vita al fine per chi? Sarà offerta Bella!

                    Ahimè!

                    Pur di corsa nella fretta nulla trapeli di niente se ci è
                    concesso viverla la vita eterea sarà liscia fasulla ooh Dio,
                    indesiderabilmente vuoti fantasmi in tre Dementi scemi
                    per navigate fantasie sui siti internet, saranno i disabili...

                    Della letteratura sulla terra poi esclusi
                    rimaniamo al limitare come le mele mangiate
                    dal paradiso terrestre come un sogno morsicato
                    all'occhiello prelibato.

                    Sentimenti di gusto al piacere delle emozioni
                    con il tono della mia voce ti scrivo cercando
                    l'effetto delle parole per dare giusta universalità.

                    Al mio dolore arreso all'infinito eterno errore
                    del mio vivere questa vita che triste alla noia
                    tu non hai nascosto alla morte per le care emozioni.

                    Signore!... Ci penso io sensatamente
                    per me
                    gravando il mio algido amare l'amore.
                    Giampiero Iezzi
                    Composta martedì 7 febbraio 2012
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