Le migliori poesie di Charles Baudelaire

Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti e in Diario.

Scritta da: mor-joy

Ti Adoro

T'adoro al pari della volta notturna,
o vaso di tristezza, o grande taciturna!

E tanto più t'amo quanto più mi fuggi, o bella,
e sembri, ornamento delle mie notti,
ironicamente accumulare la distanza
che separa le mie braccia dalle azzurrità infinite.

Mi porto all'attacco, m'arrampico all'assalto
come fa una fila di vermi presso un cadavere e amo,
fiera implacabile e cruda, sino la freddezza
che ti fa più bella ai miei occhi.
Charles Baudelaire
Vota la poesia: Commenta

    I lamenti di un icaro

    Gli amanti delle prostitute
    sono allegri, gagliardi e ben pasciuti;
    quanto a me, ho le braccia a pezzi
    a forza di abbracciare nuvole!

    È grazie agli incomparabili astri
    che ardono nel profondo del cielo
    che i miei occhi consunti
    non vedono che ricordi di soli.

    Vanamente ho preteso di trovare
    la fine e il centro dello spazio!
    Sento che la mia ala si spezza
    sotto non so che occhio di fuoco!

    e arso dall'amore del bello,
    non avrò l'onore supremo
    di dare il mio nome all'abisso
    che mi servirà da tomba.
    Charles Baudelaire
    Composta martedì 26 febbraio 2013
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Eclissi

      A una passante

      Urlava attorno a me la via assordante.
      Lunga, sottile, in lutto, maestoso
      dolore, alto agitando della gonna
      il pizzo e l'orlo con fastosa mano,
      una donna passò agilmente, nobile,
      con la sua gamba statuaria. Ed io,
      come un folle, bevevo nel suo occhio
      - livido cielo nel cui fondo romba
      l'imminente uragano - la dolcezza
      affascinante e il piacere che uccide.
      Un lampo... poi la notte! - O fuggitiva
      beltà, per il cui sguardo all'improvviso
      sono rinato, non potrò vederti
      che nell'eternità? In un altro luogo,
      ben lontano di qui, e troppo tardi,
      mai, forse! Perché ignoro dove fuggi,
      e tu non sai dove io vado, o te
      che avrei amata, o te che lo sapevi!
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: 164gio51vi

        Una carogna

        Ricordi tu l'oggetto, anima mia, che vedemmo quel mattino d'estate così dolce? Alla svolta d'un sentiero un'infame carogna sopra un letto di sassi,
        le gambe all'aria, come una femmina impudica, bruciando e sudando i suoi veleni, spalancava, con noncuranza e cinismo, il suo ventre pieno d'esalazioni.
        Il sole dardeggiava su quel marciume come volendolo cuocere interamente, rendendo centuplicato alla Natura quanto essa aveva insieme mischiato;
        e il cielo contemplava la carcassa superba sbocciare come un fiore. Il puzzo era tale che tu fosti per venir meno sull'erba.
        Le mosche ronzavano sul ventre putrido donde uscivano neri battaglioni di larve colanti come un liquame denso lungo gli stracci della carne.
        Tutto discendeva e risaliva come un'onda, o si slanciava brulicando: si sarebbe detto che il corpo gonfio d'un vuoto soffio, vivesse moltiplicandosi.
        E tutto esalava una strana musica, simile all'acqua corrente o al vento, o al grano che il vagliatore con ritmico movimento agita e volge nel vaglio.
        Le forme si cancellavano riducendosi a puro sogno: schizzo, lento a compiersi, sulla tela (dimenticata) che l'artista condurrà a termine a memoria.
        Dietro le rocce una cagna inquieta ci guardava con occhio offeso, spiando il momento in cui riprendere allo scheletro il brano abbandonato.
        - Eppure tu sarai simile a quell'immondizia, a quell'orribile peste, stella degli occhi miei, sole della mia natura, mia passione, mio angelo!
        Sì, tu, regina delle grazie, sarai tale dopo l'estremo sacramento, allora che, sotto l'erba e i fiori grassi, andrai a marcire fra le ossa.
        Allora, o bella, dillo, ai vermi che ti mangeranno di baci, che io ho conservato la forma e l'essenza divina di tutti i miei decomposti amori.
        Charles Baudelaire
        Composta martedì 13 dicembre 2011
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Marianna Mansueto

          Inno alla Belleza

          Che importa che tu venga
          dall'Inferno o dal Cielo
          o mostro enorme, ingenuo, spaventoso!
          Se grazie al tuo sorriso, al tuo sguardo,
          al tuo piede penetro
          un infinito che ignoravo e che adoro?
          Che importa se da Satana o da Dio?
          Se sirena o angelo, che importa?
          Se si fanno per te - fata occhi, di
          velluto, ritmo, luce, profumo, mia regina-
          meno orrendo l'universo,
          meno grevi gli istanti?
          Charles Baudelaire
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: rainbow

            Tristezze della luna

            Nei suoi sogni la luna è più pigra, stasera:
            come una bella donna su guanciali profondi,
            che carezzi con mano disattenta e leggera
            prima d'addormentarsi i suoi seni rotondi,

            lei su un serico dorso di molli aeree nevi
            moribonda s'estenua in perduti languori,
            con gli occhi seguitando la apparizioni lievi
            che sbocciano nel cielo come candidi fiori.

            Quando a volte dai torpidi suoi ozi una segreta
            lacrima sfugge e cade sulla terra, un poeta
            nottambulo raccatta con mistico fervore

            nel cavo della mano quella pallida lacrima
            iridescente come scheggia d'opale.
            e, per sottrarla al sole, se la nasconde in cuore.
            Charles Baudelaire
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Silvana Stremiz

              Tristezza della Luna.

              Questa sera la luna sogna più languidamente; come una
              bella donna che su tanti cuscini con mano distratta e leggera
              prima d'addormirsi carezza il contorno dei seni,
              e sul dorso lucido di molli valanghe morente, si abbandona
              a lunghi smarrimenti, girando gli occhi sulle visioni
              bianche che salgono nell'azzurro come fiori in boccio.

              Quando, nel suo languore ozioso, ella lascia cadere su questa
              terra una lagrima furtiva, un pio poeta, odiatore del sonno,

              accoglie nel cavo della mano questa pallida lagrima
              dai riflessi iridati come un frammento d'opale, e la nasconde
              nel suo cuore agli sguardi del sole.
              Charles Baudelaire
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Julie Gensini

                Elévation (Elevazione)

                Au-dessus des étanges, au-dessus des vallées,
                des montagnes, des bois, des nuages, des mers,
                par delà le soleil, per delà les éthers,
                per delà les confins des sphères étoilées,

                Mon esprit, tu te meus avec agilitè,
                et, comme un bon nageur qui se pame dans l'onde,
                tu sillonnes gaiement l'immensitè profonde
                avec une indicible et male voluptè.

                Envole-toi bien loin de ces miasmes morbides;
                va te purifier dans l'air supérieur,
                et bois, comme une pure et divine liqueur,
                le feu clair qui remplit les espaces limpides.

                Derrière les ennuis et les vastes chagrins
                qui changent de leur poids l'existence brumeuse,
                heureux celui qui peut d'une aile vigoreuse
                s'élancer vers les champs lumineux et sereins;

                Celui dont les pensers, comme des alouettes,
                vers le cieux le matin prennent un libre essor,
                - qui plane sur la vie, et comprend sans effort
                le langage des fleurs et des choses muettes!

                Al di là degli stagni, delle valli e dei monti,
                al di là dei boschi, delle nuvole e dei mari,
                al di là del sole, al di là dell'aria,
                al di là dei confini delle stellate sfere,

                Tu, mio spirito, ti muovi con agilità
                e, come buon nuotatore che gode tra le onde,
                allegro solchi la profonda immensità
                con indocile e maschia voluttà.

                Fuggi lontano dai morbosi miasmi,
                voli a purificarti nell'aria più alta,
                e bevi, come un puro liquido divino,
                il fuoco chiaro che colma spazi limpidi.

                Le spalle alla noia e ai vasti affanni
                che opprimono col loro peso la nebbiosa vita,
                felice chi con ali vigorose
                si eleva verso campi sereni e luminosi;

                Chi lancia i pensieri come allodole
                in libero volo verso il cielo del mattino,
                - chi si libra sulla vita e comprende senza sforzo
                il linguaggio dei fiori e delle cose mute!
                Charles Baudelaire
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: Anna Pacelli

                  L'albatro

                  Per dilettarsi, sovente, le ciurme
                  catturano degli àlbatri, marini
                  grandi uccelli, che seguono, indolenti
                  compagni di viaggio, il bastimento
                  che scivolando va su amari abissi.
                  E li hanno appena sulla tolda posti
                  che questi re dell'azzurro abbandonano,
                  inetti e vergognosi, ai loro fianchi
                  miseramente, come remi, inerti
                  le candide e grandi ali. Com'è goffo
                  e imbelle questo alato viaggiatore!
                  Lui, poco fa sì bello, com'è brutto
                  e comico! Qualcuno con la pipa
                  il becco qui gli stuzzica; là un altro
                  l'infermo che volava, zoppicando
                  scimmieggia.
                  Come il principe dei nembi
                  è il Poeta che, avvezzo alla tempesta,
                  si ride dell'arciere: ma esiliato
                  sulla terra, fra scherni, camminare
                  non può per le sue ali di gigante.
                  Charles Baudelaire
                  Vota la poesia: Commenta
                    Scritta da: Nadia De Luca

                    Elevation

                    Al di là degli stagni, delle valli e dei monti,
                    al di là dei boschi, delle nuvole e dei mari,
                    al di là del sole, al di là dell'aria,
                    al di là dei confini delle stellate sfere,

                    Tu, mio spirito, ti muovi con agilità
                    e, come buon nuotatore che gode tra le onde,
                    allegro solchi la profonda immensità
                    con indocile e maschia voluttà.

                    Fuggi lontano dai morbosi miasmi,
                    voli a purificarti nell'aria più alta,
                    e bevi, come un puro liquido divino,
                    il fuoco chiaro che colma spazi limpidi.

                    Le spalle alla noia e ai vasti affanni
                    che opprimono col loro peso la nebbiosa vita,
                    felice chi con ali vigorose
                    si eleva verso campi sereni e luminosi;

                    Chi lancia i pensieri come allodole
                    in libero volo verso il cielo del mattino,
                    - chi si libra sulla vita e comprende senza sforzo
                    il linguaggio dei fiori e delle cose mute!
                    Charles Baudelaire
                    Vota la poesia: Commenta