Post inseriti da Martina Boselli

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Scritto da: Martina Boselli
Di fronte casa mia c'è un albero.

In autunno le foglie si vestono del colore giallo, arancione e anche rosso. È bellissimo starlo a guardare.

Di tanto in tanto una foglia si stacca dal ramo e lentamente si posa a terra.
Ogni volta che succede seguo con lo sguardo il suo tragitto e immagino di essere una foglia anche io.
Immagino il vento sulla faccia, la sensazione di ondeggiare nella testa, sentirsi liberi e spensierati per qualche secondo.

Qualche altra volta foglia caduta lo sono stata davvero, quando già al suolo, delle scarpe noncuranti di dove stessero andando, mi hanno calpestata senza nemmeno accorgersene.
O quando mi sono ritrovata sola in mezzo ad altre centinaia di foglie che non si accorgevano della mia presenza e mi sono mimetizzata tra loro perché non mi restava altro da fare.

L'autunno è uno stato d'animo, ho letto da qualche parte. Lo penso anche io.
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    Scritto da: Martina Boselli
    Insomma, non mi sembra di chiedere poi molto.
    Una coperta abbastanza grande perché quando ho freddo io tendo a tirarmela tutta per coprirmi bene.
    Mi ci arrotolo dentro letteralmente, come fossi un sushi.
    Un letto grande, magari un matrimoniale e un po'.
    Cos'è un matrimoniale e un po'?
    Un tipo di letto grande abbastanza per quelle come me che non stanno mai ferme nemmeno da sveglie. E nemmeno da sedute. Che cambiano posizione ogni cinque minuti. Dieci se non hanno molta confidenza con chi le sta vicino.

    Poi sopra ci vorrei te che tieni sulle gambe un computer sintonizzato su Netflix e due pizze fumanti. Una margherita e una con panna prosciutto e patate.
    Tu prendi pure quella che preferisci invece, tanto tre pizze di gusti differenti sicuramente non stonano.
    La pizza ci sta bene su tutto e davanti a tutto, anche davanti un film strappalacrime, per esempio.

    "No, il film strappalacrime no."
    "Ecco, lo sapevo."
    "Tutto ma non il film strappalacrime, ti prego. Ti va un film horror?"
    "No, perché poi ho paura e la notte se devo andare in bagno non lo faccio perché temo di incontrare il personaggio più spaventoso che mi fissa immobile nel corridoio."
    "Uno comico?"
    "No, perché voglio vedere un film strappalacrime. Ti va uno romantico? Ti faccio assaggiare due pezzi di pizza se dici sì."
    "L'amore è altruismo. Dovresti farmele assaggiare a prescindere."
    "No, quando si tratta di pizza è normale essere egoisti."
    "Ma io voglio la pizza!"
    "Allora film romantico."
    "Però non strappalacrime."
    "No, strappalacrime no.
    Ecco, questo qui è uno dei miei preferiti! Lo conosci?"
    "Ovvio che no. Ti avviso però, se è strappalacrime, paghi pegno."

    "Amore?"
    "Sì?"
    "Mi abbracci? Questa scena mi commuove sempre."
    "Anche a me."
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      Scritto da: Martina Boselli
      Poi diventi forte quasi senza accorgertene.
      Lo diventi per difenderti, per parare i colpi inflitti dalla vita e da chi incontri.
      Lo diventi improvvisamente perché non hai più scelta. O è stata la scelta che ha preso te?
      E così, come se avessi un impermeabile addosso, tutto comincia a scivolarti come pioggia.
      Le parole sono goccioline che ti bagnano appena. Quasi non le senti.
      Sei forte e non senti nulla.
      Nessuna parola ti rende più triste, nessuna ti incollerisce o ferisce. Se qualcuno si avvicina e tenta di farti male, riesci a schivare il dolore come un bravo pugile.
      In salita arranchi, ma poi ce la fai. Poi tutto cambia. Diventi forte ma anche vuota, perché lo senti che in realtà non senti niente.
      Svuotata per tutte le lacrime versate, per tutti i pugni tirati alla vita, per tutte gli abbracci che ti sei data da sola perché non poteva farlo nessuno al posto tuo. Perché non c'era mai nessuno con te.
      Tu lo facevi, anche se non volevi ammetterlo nemmeno a te stessa, ti voltavi a cercare qualcuno che potesse tenderti la mano, ma trovavi solo a stringere le tue.
      E tu lì con le tue gigantesche paure, le tue ferite ancora aperte, i tuoi pugni serrati e i denti stretti forte fino a lacerarti la pelle.
      E poi sempre lì ad affrontare ciò che ti metteva terrore, a ricucirti gli squarci ad andare avanti anche quando non ne avevi voglia. E sei diventata forte così.
      Forte da sola. Forte e sola, ma pur sempre forte.
      E mi chiedo, costa davvero così tanto diventarlo?
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        Scritto da: Martina Boselli
        Io le capisco perfettamente quelle persone che contro un amore sbagliato o non corrisposto imprecano, si arrabbiano, lo maledicono e urlano: "Mai più. Non amerò mai più."
        Perché l'amore è anche questo.

        L'amore può finire anche dopo aver dato tanto di se stessi. Può farti perdere una parte di te, quella più bella, perché quando è amore vero non fa sconti a nessuno. Si prende tutto ciò che c'è da prendere e a volte, ti lascia senza nulla da stringere tra le braccia.
        Ti lascia sola, svuotata.

        L'amore fa paura, perché quando finisce sa uccidere. Sa renderti freddo, schivo, impenetrabile ormai per non rischiare più di metterci il cuore decidi di difenderti, di allontanarti da quello che potrebbe farti stare bene perché hai imparato che dopo essere stata bene, si sta anche tanto male.

        L'amore ci cambia, ci trasforma dentro quasi fino a non riconoscerci più.
        Fa piangere, urlare, disperare, incazzare.
        E io li capisco davvero quelli che dicono che non vogliono più averci a che fare. Che è meglio starsene soli se si deve poi stare così.

        Ma l'amore sa anche riempire, riscaldare il cuore, farti sentire protetto e sa farti rifiorire. Sa farti dimenticare le paure, le cose andate storte e ti fa sognare. Ancora. Di nuovo. Più forte.
        E quindi io le capisco quelle persone che dopotutto ancora ci credono, ancora ci investono nei sentimenti, ancora vogliono amare, perché senza è una vita a metà, molto più di quanto ci si sente quando un amore finisce.
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          Scritto da: Martina Boselli
          Ho raccolto di me pezzi sparsi ovunque e non avevo più colla. E non avevo più pazienza per incastrarli.
          Ho raccolto di me macerie andate in frantumi e non avevo più cemento. E non avevo più tempo per edificare. Per edificarmi nuovamente.
          Ho raccolto di me lacrime che scivolavano via finendo dappertutto. E non ne avevo più da versare. E non volevo più versarne.
          Ho raccolto di me ciò che di buono si poteva ancora prendere, ciò che di buono era ancora rimasto. L'ho ammucchiato tra le mani, me ne sono fatta carico - come sempre - e mi sono rialzata un'altra volta.
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