"A cosa stai pensando?" è a frase che campeggia sulla pagina di un noto sito social. Ma non è solo una domanda, è anche il simbolo di un costume risibile che ha messo fuori legge riservatezza e intimità per sostituirle con l'indiscrezione e l'invadenza.
E poi succede. Non hai più nessuna paura di ricominciare a vivere. Talvolta l'audacia, ci porta ad affrontare anche l'impossibile e certe giornate, ti portano a ricredere che ogni cosa, richiede il suo tempo.
Ci rendiamo conto di quanto siano importanti le piccole quotidiane cose che abbiamo normalmente, nel momento in cui le abbiamo perse. Abbiamo tutti abbracci in sospeso, quelli che senti dentro, quelli che quando li ricevi, ti scaldano l'anima. Ciò che è già stato, è passato e quel che farai oggi, per amore, conta per sempre. Altrimenti abbiamo fallito, tutti. Nessuno escluso.
Quello che ci manca di più, è tornare ad usare parole leggere e in grado di accarezzare le nostre paure. Quelle che sanno sempre trovare il modo di incontrarsi e mai scontrarsi. Parole che non possano scavare dentro e creare crateri nell'anima.
Le persone non sono tutte uguali. Alcune profumano di ottimismo, altre di cattiveria, ma solo quelle che sprizzano ottimismo hanno la mia stima, perché amo i colori della vita.