Il tempo passa. Anche quando sembra impossibile. Anche quando il rintocco di ogni secondo fa male come il sangue che pulsa nelle ferite. Passa in maniera disuguale, tra strani scarti e bonacce prolungate, ma passa.
Se avessi potuto fare di testa mia, avrei passato ogni giorno a baciare Edward. Nella mia vita non c'era niente di paragonabile alle sue labbra fredde e marmoree, ma sempre così delicate mentre si muovevano assieme alle mie.
L'avevo mai considerata come una ragazza comune? Pensai a quel primo giorno, e al mio disgusto per quei ragazzi che l'avevano trovata subito intrigante. Ma quando adesso ricordai il suo viso nelle loro menti, non riuscii a capire perché non l'avessi trovata immediatamente bellissima. Sembrava una cosa ovvia.
Non ero io quello a cui era destinata a dire sì. Sarebbe stato qualcun altro, qualcuno di umano e caloroso. E non avrei potuto permettermi, un giorno, quando avrebbe detto di sì, di cacciarlo e poi ucciderlo, perché lei lo meritava, chiunque fosse. Meritava felicità e amore con chiunque avrebbe scelto. Glielo dovevo, fare la cosa giusta; non potevo più fingere che fossi in pericolo di innamorarmi di questa ragazza. Dopo tutto, non importava se fossi partito, perché Bella non mi avrebbe mai visto nel modo in cui speravo mi vedesse. Non mi avrebbe mai visto come qualcuno degno di amore. Mai. Poteva un cuore morto e freddo spezzarsi? Mi sembrò che il mio potesse farlo. "Edward," disse Bella. Rimasi di ghiaccio, fissando i suoi occhi chiusi. Si era svegliata, scoprendomi qui? Sembrava addormentata, però la sua voce era stata così chiara... Sospirò calma, e poi si mosse di nuovo irrequieta, rotolando da un lato, ancora addormentata e sognante. "Edward," mormorò dolcemente. Mi stava sognando. Poteva un cuore morto e freddo battere di nuovo? Mi sembrò che il mio fosse sul punto di farlo. "Resta," sospirò. "Non andare. Ti prego... non andare." Mi stava sognando, e non era neanche un incubo. Voleva che restassi con lei, lì in quel sogno. Lottai per riuscire a descrivere i sentimenti che m'inondarono, ma non avevo parole abbastanza forti per fermarli. Per un lungo momento, annegai in essi.
"E cosa avresti desiderato?" chiesi piena di dubbi "tu puoi avere tutto." "Ho desiderato te." E il suo sorriso si spense. "Non ne avevo il diritto ma ho allungato la mano e ti ho presa ugualmente. E ora, guardati cosa sei diventata! Stai cercando di sedurre un vampiro." Scosse la testa con finto orrore. "Non è peccato desiderare ciò che è già tuo, lo sai. E poi, pensavo fossi preoccupato per la mia virtù." "Lo sono. Se per me è troppo tardi... Bè andrei all'inferno, e dico sul serio, pur di impedire che ci finisca tu." "Non puoi lasciarmi andare in un posto in cui tu non ci sarai." dissi "Per me quello è l'inferno. Comunque, c'è una soluzione anche a questo: che ne dici di diventare immortali?"
"Isabella". Pronunciò il mio nome completo con attenzione; poi, con la mano libera, giocò con i miei capelli, scompigliandoli. Quel contatto così casuale mi scatenò una tempesta dentro. "Bella, arriverei a odiare me stesso, se dovessi farti del male. Non hai idea di che tormento sia stato", abbassò gli occhi, intimorito, "il pensiero di te immobile, bianca, fredda... di non vederti più avvampare di rossore, di non poter più cogliere la scintilla nel tuo sguardo quando capisci che ti sto prendendo in giro... non sarei in grado di sopportarlo". Mi fissò con i suoi occhi meravigliosi e angosciati. "Ora sei la cosa più importante per me. La cosa più importante di tutta la mia vita".
"Ti sei davvero lasciata tutto alle spalle, come desideravo? Tutto sommato sarebbe... giusto. Non contesterò la tua decisione. Perciò non temere la mia reazione, ti prego. Dimmi solo se dopo tutto ciò che ti ho fatto puoi ancora amarmi o no. Puoi?", sussurrò. "Ma che razza di domanda scema è questa?" "Ti prego, rispondi. Per favore." Lo guardai cupa, per un istante interminabile. "Ciò che provo per te non cambierà mai. Certo che ti amo... e tu non puoi farci niente!" "Non avevo bisogno di sentire altro".
"Prima di te, Bella, la mia vita era una notte senza luna. Molto buia, ma con qualche stella: punti di luce e razionalità... Poi hai attraversato il cielo come una meteora. All'improvviso, tutto ha preso fuoco: c'era luce, c'era bellezza. Quando sei sparita, la meteora è scomparsa dietro l'orizzonte e il buio è tornato. Non era cambiato nulla, ma i miei occhi erano rimasti accecati. Non vedevo più le stelle. Niente aveva più senso." Desideravo credergli. Ma stava descrivendo la mia vita senza di lui, non il contrario.
Quando arrivava per noi un cambiamento, era una cosa rara e permanente. Lo avevo visto accadere con Carlisle, e una decina di anni dopo con Rosalie. L'amore li aveva cambiati in modo eterno, un modo che non sarebbe mai svanito. Erano passati più di ottant'anni da quando Carlisle aveva trovato Esme, e ancora la guardava con gli occhi incredibili del primo amore. Per loro sarebbe stato così per sempre. Sarebbe stato così per sempre anche per me. Avrei sempre amato questa fragile ragazza umana, per il resto della mia infinita esistenza. Osservai il suo viso inconscio, sentendo questo amore sistemarsi in ogni parte del mio corpo di pietra.