Scritta da: Silvana Stremiz
Credere in Dio dovrebbe renderci più buoni e più umani, non più bastardi dentro e fuori.
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Credere in Dio dovrebbe renderci più buoni e più umani, non più bastardi dentro e fuori.
La parola amicizia è qualcosa di estremamente sacro, più sacro di una qualsiasi religione. È qualcosa che va oltre ogni credo e ogni colore. Nessuno dovrebbe osare intromettersi.
La parola dovrebbe sapere quando abbracciare il silenzio.
A volte tacere è una questione di buon gusto.
Anche l'amicizia ha i suoi comandamenti. Innanzitutto il rispetto, per i segreti avuti in dono e per quelle lacrime che ha la fortuna di asciugare. Perché le lacrime sono racconti ed i racconti di un amico sono piccole perle da conservare nello scrigno del cuore. Vanno sempre custoditi, prima, durante e dopo il loro vissuto. L'amicizia non rinfaccia, non ricatta, non chiede e non si aspetta l'esclusività. Non vuole palcoscenici per i suoi abbracci, né spettatori indiscreti. Non dice mai ti ho fatto, ti ho difeso, ti ho aiutato. L'amicizia aiuta, ascolta, difende, abbraccia, sorride e piange le tue stesse lacrime mentre ti stringe a sé. Lo fa in silenzio, senza gesti eclatanti, non attende applausi e sa inchinarsi alle proprie mancanze e torti. Quando se ne va, lo fa in punta di piedi, senza sbattere le porte, raccoglie i ricordi, senza presentare conti e senza la pretesa di incassare, non cerca nelle sue ragioni il modo ferire, ma con le lacrime agli occhi se ne va sorridendo perché ha amato.
L'amicizia è un crescere, un evolversi, se muore prima dell'evoluzione è solo perché mancava l'essenza.
A volte dovremmo scostare l'ego, mettere in parte l'orgoglio, appoggiare una mano sul cuore, considerare l'ipotesi che non sono gli altri a non meritarci, ma che forse siamo noi "indegni".
La verità non ha bisogno di consensi, di continue dimostrazioni, di alleati, perché la verità "è" anche senza testimoni.
Fugge il codardo, il bastardo, il senza palle, il bugiardo. Gli altri restano e vivono una vita normale.
Parlo di amicizia perché do un elevato valore a tale sentimento. Credo che voglia dire esserci, al di là delle distanze, della presenza fisica. Credo non debba essere mai tradita con la miseria di un ricatto. Credo che i segreti donati e ricevuti siano perle di vita che vanno conservati nello scrigno dell'anima. Alla fine del suo viaggio l'amicizia non semina mai odio o discordia. Se lo fa, se imbroglia gli eventi, se sputa veleno, se rivendica il donato, se conta tutti gli "ho fatto", i "ma tu" e se veste la meschinità continuando a parlare e a rinfacciare, a raccontare invece di tacere, allora forse ha abitato solo l'apparenza. L'amicizia quando perde "quell'amico" si accorgerà di non aver perso nulla.