Dubitando ad veritatem pervenimus.
Col dubbio siamo giunti alla verità.
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Dubitando ad veritatem pervenimus.
Col dubbio siamo giunti alla verità.
Viaggerei nel profondo dei tuoi occhi! Se soltanto tu li aprissi.
Da Carmelo Bene, abbiamo appreso l'arte del disapprendere,
dello sperpero dell'arte, della generosità autentica di chi è uscito dalla catena di montaggio. Dobbiamo a questo genio la lezione
di un arte che non consola, che non si arruffiana con il potere,
che considera l'individuo non come facente parte di un sociale
catalogato e omologato. Quando lo ascolti non sai cosa vogliano
dire quei testi. Il fatto è che nell'istante in cui Carmelo Bene
pronuncia una parola, in quell'istante, tu sai cosa vuol dire,
un istante dopo: non lo sai più. Così il significato del testo
è una cosa che percepisci, si, ma nella forma aerea
di una sparizione. Lui diventa quelle parole e quelle parole
non sono più parole, ma voce. E suono che accade
diventa ciò che accade, e dunque tutto... e il resto non è più niente.
Play, un semplice tasto, un semplice tocco, un'accensione di complesse emozioni.
C'è un luogo che si adatta ad ognuno di noi.
Meglio che non dici a nessuno che in fondo ancora stai sperando.
Si soffre troppo per essere quel che realmente si è.
Grazie a Dio gli uomini non possono ancora volare e sporcare i cieli, così come fanno con la terra.
Ogni volta che sfioro la tua pelle e sento il tuo respiro miscelarsi con il mio, completi la mia anima e riempi il mio cuore.
Tutto il male viene per nuocere.