Scritto da: Daniele Alberani

La Tormenta


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...uccidere quei due bambini."
"Si, un vero mostro. Sembra che abbia anche cercato di difendersi e fuggire colpendo le guardie con un osso spezzato. Dicono che fosse l'osso di uno dei bambini e che lo custodisse come un tesoro."
"Già. Un vero e proprio mostro."
Stava per prendere quelle due megere a calci ma sua sorella l'aveva trattenuto per il cappuccio. Non voleva piangere, lui non piangeva mai perché ormai era un uomo fatto e gli uomini non piangono. Eppure quelle dannate lacrime si ostinavano a scendere imperterrite. In 14 anni non aveva mai provato nulla di simile: rabbia, odio, tristezza, angoscia. Suo fratello maggiore l'anno prima non era tornato dalla guerra, ma era diverso, era tutto completamente diverso.
L'aria era gelida, la neve scricchiolava sotto i piedi e i rumori parevano ovattati, ma non nella sua mente, nel suo cuore. La fiamma del furore si agitava indomita dentro di lui, le parole dei presenti si confondevano in un ruggito assordante. Stava per mettersi a urlare dalla disperazione e dalla rabbia.
Una mano afferrò la sua. Dolce il tepore che proveniva da quella esile, gelida mano arrossata dal freddo. Un'altra mano si posò sulla sua guancia, fredda al tocco ma ... [segue »]

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    Scritto da: Daniele Alberani
    Riferimento:
    Nasce come un racconto fantasy. Probabilmente i dialoghi sono stereotipati e alcuni espedienti per trascinare la trama sui binari che avevo in mente non sono stati dei più sensati.
    Lo stile si avvicina molto (moltissimo) a quello di G. R. R. Martin. Che altro, se vi va di leggere un racconto che rasenta il noir (così mi è stato detto) e che lascia al lettore l'intuizione, beh sprecate qualche minuto per leggere "La tormenta", altrimenti fa niente.
    Ogni commento, critica o consiglio sono sempre graditi.

    Commenti

    1
    postato da , il
    Bello. Come hai detto, stile forse troppo vicino a Martin e alcune incongruenze. Il lavoro è lodevole, un ottimo inizio, un'ottima caratterizzazione del personaggio principale, con dubbi e contraddizioni tipiche dell'età del ragazzino che già vuole diventare grande. Si perde un po' nella fase centrale anche se considerato che deve essere concepita nel lettore l'idea della sua vita normale ci può stare. Interessante l'intreccio che si viene a creare e, devo dire, lasciando l'intuizione al lettore anche nel finale, senza dare una completa e assoluta visione delle cose sei riuscito a creare quella sensazione di 'scomodità' tipica dei thriller o dei noir, mettendo nella testa di chi legge mille idee che si aggrovigliano e danno spazio a interpretazioni, rendendo eccitante anche il dubbio. Un buon lavoro, da migliorare, come hai sottolineato, ma un bel lavoro. ++++++++

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