Tratto da un mio libro


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Era notte fonda e, a parte il russare compiaciuto di qualche ozioso zio, evidentemente soddisfatto dalla grande cena di famiglia di quel giorno, la casa sembrava essere vuota. Non vivevano animali a casa mia, anche se avevo sempre desiderato averne uno. Mi alzai di soppiatto, ma forse non troppo, e mi diressi in cucina a qualche passo dalla mia camera da letto. Aprii il frigo e la luce abbagliante mi accecò per qualche istante. Presi il cartone del latte e mi sedetti al buio vicino al grande tavolo che io amavo chiamare "La tavola rotonda" ma che in realtà era ovale. Guardai fuori dalla finestra e scorsi qualcuno passeggiare sotto gli alti lampioni che mandavano una soffusa luce arancione su tutta la zona. Odiavo la luce di notte. Vivevo di blackout. Ogni volta che ve ne era uno, e capitava quasi ogni tre mesi, correvo al secondo piano e mi appostavo sul terrazzo a guardare le stelle. Era magnifico. Inoltre, con questo mese, erano esattamente quattro i mesi da quando non vi era un blackout e, a meno che non fosse avvenuto un miracolo, attendevo ogni giorno con ansia, a volte mi svegliavo e scrutavo fuori dall'oblò della mia camera ... [segue »]

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    Riferimento:
    È parte di un libro che sto ancora finendo di scrivere. Avendo quindici anni non sono poi tanto brava ma ce la metterò tutta per completarlo con successo.

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