Scritto da: Alessandra Tessarin

Diversa


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...era a destra e macchiai il quaderno che con la gomma da matita tentai di pulire, bucai il foglio e la macchia rimase lì. Prima punizione: "Vai al fondo, nello ultimo banco, davanti non ci possono stare i mancini come te". Non ne capii il motivo, presi le mie cose e andai a sedermi al fondo; ripresi la penna con la sinistra ed arrivò la maestra con una lunga corda tra le mani; lesta, lesta, legò il mio braccio sinistro dietro alla seggiola: "Ora scriverai come si deve" Lacrimoni sul quaderno, rimasi ferma, non presi niente e da lì la lavagna mi sembrava solo nera. Ascoltai la lezione ma non scrissi e il braccio legato cominciava a fare male. Il giorno successivo, dopo una romanzina da mamy, provai con la destra, tutto cadde a terra, inchiostro compreso. Altra punizione: "Le sporcaccione come te non stanno qui ma fuori". Con tutta la sua forza mi prese con la sedia e mi portò in cortile, chiuse la porta, tornò in aula. Ero fuori, vicino ad un piccolo albero e c'era il vento. Rimasi lì fino alla fine della giornata scolastica, sempre legata, a guardare le foglie che cadevano, a sentire il soffio ... [segue »]

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    Scritto da: Alessandra Tessarin
    Dedica:
    Un frammento della mia infanzia che ha lasciato un segno.

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