Scritto da: Nicola Antonicelli

Giorno della Memoria


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...suo sulla propria terra, si io l ho preso. Ma quel fiore vive nel mio bicchiere sul davanzale, riempie di felicità gli occhi ma anche i bei pensieri della gente che beneficia della sua vista, e come si sa, i fiori hanno i sentimenti, percepiscono le sensazioni benefiche, quindi questo, lo faccia star bene, al fiore. Certo non è la sua terra, ma nel posto dove si trova c'è tanto amore come lo stesso che lo ha generato.
Il poeta scrive un verso, nato dal cuore, dalla sua terra.
Poi il verso si stacca, come un fiore, chi lo coglie, lo fa proprio, lo coltiva e lo ama e continua il suo corso.
Gli occhioni scuri dei bambini, mi guardavano come si guarda un albero piantato con le radici al rovescio, il mio idioma personale, misto in tre lingue, e l'intrusione entro il loro mondo fatto di piccole cose. Di certo non era una buona sortita, la mia. Mentre ritornavo con le taniche d'acqua fresca e pura, ero contento, sentivo quel calore dentro, di quella fiamma che si tiene accesa anche con questi insignificanti ma autentici gesti, dentro di noi verso il prossimo.
Composto venerdì 30 gennaio 2015

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