Scritto da: Andrea Bidin

Il vento della memoria


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...faceva presagire nulla di buono, ciò nonostante mi fece accomodare in cucina e mi preparò un the caldo che bevvi tutto d'un fiato: l temporale era finito da dieci minuti buoni e la luce era tornata poco dopo il mio ingresso.
Tutto ciò avvenne nel più assoluto silenzio, quella donna tanto disponibile quanto misteriosa non spiccicava parola e ciò mi incuriosiva oltremodo, non riuscivo a capire perché non fosse curiosa di sapere chi fossi e per di più il suo sguardo fisso su di me mi metteva in forte imbarazzo.
Voltai lo sguardo verso l'orologio appeso su una parete color bianco che aveva evidente bisogno d'una mano di vernice, molto probabilmente l'arte del cucinare l'aveva segnato in tutti quegli anni. Solo a quel punto Anna smise di fissarmi in silenzio e mi chiese come stavo. Le spiegai la corsa nella pioggia, della macchina con la batteria scarica, delle ferite sul corpo, tutto ciò che mi ricordavo... prima di questo era semplicemente il buio: ricordavo ciò che era accaduto il giorno prima, ricordavo il mio lavoro, mia moglie e tutto il resto, ma di quella sera non avevo praticamente memoria e non ne comprendevo la ragione.
Anna stranamente non si fece ... [segue »]
Composto martedì 24 novembre 2009

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