Scritto da: Chiara Romano

Ezio


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...mi accompagnavano in cella.
Ricordo solo che mi stesi sulla brandina e piansi in silenzio. Furono le mie prime lacrime coscienti, neanche da bambino credo di aver mai pianto.
Non mi ero mai interessato del mio futuro, non avevo mai fatto progetti: avevo vissuto preoccupandomi unicamente di guadagnare qualcosa per comprare da bere la sera nei bar... che vita inutile avevo condotto.
Di colpo mi domandai quante cose mi fossi perso con il mio assurdo modo di vivere quanto il mio comportamento mi avesse danneggiato... e non solo me purtroppo.
Mia madre, da sola, aveva dovuto condividere da sempre le mie scelte stupide e insensate.
Lei non aveva alternative, lei ha sempre avuto soltanto me.
Il giorno dopo le guardie mi chiamarono, mi dissero che c'era qualcuno che voleva vedermi in parlatorio.
Pensai all'avvocato d'ufficio, sapevo che me ne sarebbe stato assegnato uno.
Invece quando arrivai lì dietro a quel freddo divisorio di vetro, intravidi il volto inquieto di mia madre.
Era vestita con il tailleur blu della domenica, quello che usava per andare a prendere il caffè con le amiche dopo la messa, l'unico abito" buono "che abbia mai avuto nella sua vita, il vestito dei funerali e dei ... [segue »]
Composto mercoledì 27 novembre 2019

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    Scritto da: Chiara Romano
    Ha partecipato al concorso
    #IORESTOACASAeSCRIVO

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