Caronte

Un dì, mi svegliai che li passi miei avevo felpati per il gran rumore che mi destò in loco.
Non ero nella mia discreta dimora ma dentro un canto che molto stona.
Sapeva di morte e di angustia viva l'aria.
Ebbi un moto di paura accesa ma avanzai spedita verso l'argine del fiume.
Il silenzio era tombale. Nessun rumore più si fece.
Al mio cammino verso le felci e i sassi in quel vicino dirupo che vengo a raccontare, gli animali sparivano correndo e nascondendosi nella macchia scura e fitta.
Solo un piccolo essere mi si mostrò d'incanto. Mostrava con il becco di essere disposto a prendere quanto aveva puntato nella mia tasca.
La moneta! Senti dire da un vento che sibilava piano.
Il vento parla in questi luoghi e fa tremare le pietre quando si scorge il mover d'acqua...
Non fu detto a me la moneta ma ad altre anime a me assenti che cercavano il varco inserendo nel becco dell'uccello una moneta ora d'oro ora di terra che conservavano dentro la bocca. Sotto la lingua o nelle fosse degli occhi.
L'uccello a tratti si incattiviva e puntava le orbite strappando le monete a forza. Cavando all'anime gli occhi.... [segue »]

Francesca Genna

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