Scritto da: FRANCO PATONICO

Migranti per forza o per amore


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...piacere di scrivervi, di farvi sapere di me, di Carlo, dei suoi famigliari e dei parenti tutti. Con Carlo mi trovo benissimo, ci amiamo e mi sembra impossibile di averlo conosciuto solo sei mesi fa. Sono incinta. Un giorno sicuro ritornerò a rivedere la terra dove sono nata. Quella terra che abbiamo seminato anche con il grano di tuo padre che oggi non avrebbe prezzo. Quel grano ha avuto il valore prezioso di un legame e di una amicizia che rimarranno sempre nel nostro cuore. Questi sentimenti non moriranno mai perché vi abbiamo voluto sempre bene. Vi telefonerò alla nascita del bimbo per dirvi anche il nome che avremo scelto. Con tanto affetto vi abbracciamo tutti, Giuliana e Carlo."
Mia moglie ancora piange. Sapeva di non aver perso un'amica o per meglio dire una sorella come Giuliana, ma pensarlo così lontana la faceva penare.
Un giorno le è venuto da dire: "Quando saremo in pensione andremo in Canada a trovare Giuliana. Cosa ci vuole, basta volerlo!"
E già, ma il tempo passa e il Canada è sempre là, di là dall'oceano dove solo i sogni ci arrivano facilmente e quello di giuliana è stato un sogno davvero bello.
Un sogno di quelli che si raccontano solo nelle favole, il sogno di una ragazza che era destinata a rimanere una campagnola, dentro un recinto che le stava stretto, con un vestito da lavoro rattoppato, ma che alla fine è diventata una farfalla volata via, incontro ad una vita normale, non dico più dignitosa, ma sicuramente più serena di quella che aveva finora condotto.
Composto giovedì 15 giugno 2017

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