Scritto da: Andrea Bidin

Estenuante percettività


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...dovevo assolutamente inserire tutte quelle sensazioni dentro di essa. Cominciai a collegare le idee, ad elaborare le emozioni. Ogni tanto mi fermavo a riflettere sull'ultima parola inserita, mi domandavo se si confaceva al contesto, se era scritta correttamente. Più proseguivo e più accadeva, forse era stanchezza, non lo so. Quel che sapevo è che non c'era tempo.
Mia moglie mi chiamò per fare colazione, ma io nemmeno me ne accorsi.
I personaggi cominciavano a vivere di vita propria, io dovevo solo riportare su carta ciò che nella mia mente stavano facendo. Tutto accadeva senza un attimo di tregua, gli eventi si susseguivano con un ritmo sincopato che neanche il miglior dattilografo della nazione sarebbe riuscito a reggere.
Avevo ormai scritto diverse pagine, ma ancora non avevo trovato una conclusione. Eppure non me ne preoccupavo. Nella mia metodologia di scrittura non v'era posto per la programmazione degli eventi. Tutto ciò che contava era ricevere l'ispirazione, dopodiché sarebbe stata lei a guidarmi: ed è quello che stava appunto facendo. La storia si dipanava a video seguendo la sua logica, non la mia. Io ero uno spettatore attivo del racconto che sentiva male alle dita a forza di scrivere con quella velocità.
La ... [segue »]
Composto martedì 14 settembre 2010

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