Scritto da: Gladys Rovini

Come un girasole


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...piacerebbe cantare un paio di mie canzoni in uno dei vostri concerti. Ma avrei bisogno di qualcuno che mi scrivesse la musica..." mi penetrò con i suoi vivaci occhi. "Ti andrebbe di farlo?"
Sentì un'emozione indomabile salirmi dal petto.
"Certo... a patto che tu esca una sera con me..."
La buttai lì così, ma da dove mi fosse venuto il coraggio, davvero, non lo sapevo.
Lei, sulle prime, restò a bocca aperta, poi disse:
"Bè... a dire il vero... io non sono libera come magari hai immaginato..."
La delusione si scavò, violentemente, un posto nel mio animo.
"Oh... vabbè..."
"Però... le cose non stanno andando granché bene... ormai da tanto" ammise, sincera.
Restammo a lungo in silenzio.
"Ma sì, va bene. Usciamo!"
Non mi pareva vero che lo stesse dicendo a me.
"Ho bisogno di distrarmi e di capire un po' di più di me stessa..." ammise. "Ti va ancora adesso che sai come stanno le cose?"
Annuii senza riserve.
E così, un giovedì sera come tanti, uscimmo. Io dovevo iniziare il turno delle 10, ma lei insistette che andava benissimo anche così.
Andai a prenderla sotto casa.
Lei scese rapidamente e si fiondò nell'auto, accanto a me. Mi diede un bacio ... [segue »]
Composto nel agosto 2009

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