Aspetto paziente

Tira vento, la pioggia nell'aria è pronta a riempire il silenzio di scrosci improvvisi.
Silenzio, palpabile, fitto silenzio dentro cui rimbalza la vita che piano si sveglia, in ritardo, non c'è da correre, per molti di noi. Silenzio, solo il rumore lieve di ciabatte svogliate, il borbottio sommesso del primo caffè; una luce si spegne, l'aria grigia si affaccia a dare un buongiorno previsto, un duello di uccelli si accende qualche metro più in là. Un giorno da aggiungere agli altri fin qui. È difficile; anche a me che ho soltanto da star ferma in attesa, appare difficile, soprattutto quest'ora silente, senza vita apparente. Bevo il caffè, risveglio i miei sensi; se sto immobile ed arresto perfino i pensieri, il silenzio diventa un palcoscenico per artisti speciali: un fruscio lontano di ruote sull'asfalto bagnato, il ticchettio della pioggia sulle tegole rosse, un colpetto di tosse, il frigo che sbuffa e borbotta, una goccia impietosa colpisce a ritmo preciso un cucchiaio sfinito... silenzio, apparente silenzio, il mio cuore bussa, accelera al ricordo di cose lontane, poi rallenta di nuovo, si placa... bumbum, bumbum, bumbum... tamburella sottovoce per non svegliare il tumulto che a volte mi assale. Silenzio.
Un sorso ancora, di caffè, di vita da scorrere. Aspetto paziente.
Composto sabato 4 aprile 2020

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