Scritto da: Gabriele Ceci

Fiume


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...provai di bizzarrie ma tutte al giorno dopo erano veloci a guizzare via e se qualcuna rimaneva un po di più era soltanto per mangiare.
Che strano posto il mare, sapevo che venendo dal fiume, io pure, che ne potevo sapere di cos'era l'amore, forse era quello, durava un giorno e basta, la foga del momento, si consumava in una notte e poi via ognuno per la sua strada ma a pensarci dentro non mi rimaneva niente, e se qualcosa la sapevo era proprio questa, che l'amore doveva esse un nutrimento non per il corpo ma per l'anima e non mi sentivo per niente sazio il giorno dopo, era come mangiare quelle alghe che si c'avevo fatto pure un po la bocca ma mai del tutto.
E così quei pesci grandi mi incominciarono a sembrare soli li in mezzo a quelle luci, e quei cibi colorati nient'altro che belli da vedere, quei pesci che brillavano come stelle nient'altro che imitazione, e quei banchi di pesci tutti uguali tutti in fila che tristezza che mi mettevano e pur se erano veloci non mi sembravano poi così liberi di andare dove volevano era come se anche loro li nel mare senza corrente ... [segue »]
Composto mercoledì 30 novembre 2016

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