Scritto da: Alessio Fabretti

Un delitto alla casa di cura


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...bottone strategicamente lasciato aperto sia l'ultimo sia il primo, indossando le autoreggenti o il reggicalze. Tanto i pazienti non si sarebbero accorti di nulla. Stasera era la volta della bionda formosa, Isabella, che durante il giro non si era accorta di due occhi scuri che la guardavano insistendo sulle aperture.
Vi erano nel reparto: un libanese Hassan, da solo nella stanza, un americano Michael e un italiano Mario, insieme.
Curiosando tra le cartelle, il libanese era tarchiato e robusto, l'americano alto 1.80 fisico atletico e l'italiano, un ex campione di rugby. I due, avevano la testa fasciata lasciando scoperti solo gli occhi che erano sempre presenti e attenti.
Irina gira la chiave nella serratura e sente squillare il telefono insistentemente, posa la borsa dei documenti e nel frattempo scatta la segreteria, sente un respiro affannoso poi più nulla.
Accende le luci del soggiorno e fa per chiudere la serranda, quando vede sfrecciare un'auto di grossa cilindrata che sbandando paurosamente va a schiantarsi contro un pilone della luce facendolo inclinare pericolosamente. Fuoriesce del carburante. Un filo dell'alta tensione si stacca e alcune scintille incendiano il combustibile e l'auto prende fuoco. L'occupante si contorce nelle lamiere; il serbatoio esplode.
"Ho Dio ... [segue »]
Composto lunedì 7 dicembre 2009

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    Scritto da: Alessio Fabretti
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