Scritto da: Alessio Fabretti

Un delitto alla casa di cura


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...braccio.
"Mi lasci dottore..."
"Lei... sa... devo parlarle"
Irina si gira con uno scatto brusco e cerca di vedere il mezzo fumante, avvicinandosi alle transenne, facendosi spazio tra la gente ferma. Peretti si allontana innervosito guardando il capannello di persone tra cui Irina si era infilata volutamente.
L'auto era ancora piena di schiumogeni, ma dalla targa appena bruciata s'intravedevano ancora alcune lettere ac 74 x. Le, sembrava... fa cenno a un carabiniere volendo manifestare la sua perplessità, ma poi con la mano alzata un segno di diniego.
Un sospetto nella sua mente, meglio allontanarsi. Poco distante vi era un locale ancora aperto e ancora incerta sul da farsi si ferma, ma alla fine decide di entrare.
Come sospinge la porta e si avvicina al bancone:
"Ciao Irina – era la terapista che aveva il pomeriggio libero – pensavo di trovarti perché volevo dirti che al reparto sembrano accadono cose strane...".
Al piano della casa di cura le luci azzurrate illuminano appena i corridoi e le due ali sono completamente in penombra. Le infermiere ridevano guardando la tv. Le 22.05.
Michael si era alzato, con attenzione e facendo un segnale a Mario di aspettare un suo cenno, i due si tolgono ... [segue »]
Composto lunedì 7 dicembre 2009

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    Scritto da: Alessio Fabretti
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