Mia madre racconta


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...Stanotte, mentre lui dorme, andrò a portare otto covoni di grano nel suo appezzamento di terreno -.
Col consenso della moglie così fece.
Il giorno dopo Filippo e Calogero si recarono nei loro rispettivi appezzamenti di terreno e notarono, contando le loro biche, allora si faceva così, che erano numericamente sempre le stesse. Ogni notte ognuno di loro ripeteva verso l'altro la stessa affettuosa azione, ma di giorno si accorgevano che tutto restava inalterato.
Nessuno dei due riusciva a spiegarsi quel mistero, ma una notte il caso volle che i due fratelli s'incontrassero nello stesso momento, in cui ognuno di loro stava per iniziare quel solito notturno lavoro.
Calogero e Filippo, scoperta così per puro caso la loro reciproca generosità senza parole si abbracciarono, provando la grande consolazione che si ha quando si ama e si è silenziosamente ricambiati.
Ed ora, siccome sono le sette e sta per venire tuo padre io vado a preparare la cena, mentre tu apparecchi la tavola".
Così mi disse mia madre, terminato il suo racconto, ed io con le immagini dei personaggi nella mia mente le andai dietro, indi mi accinsi ad apparecchiare la tavola, mentre già sentivo gli scatti della serratura della porta di casa che si apriva: era mio padre che, finito il suo lavoro, sempre a quell'ora, alle sette e dieci della sera, rientrava a casa ed io, contento, gli andavo incontro con affetto ad abbracciarlo.

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    A mia madre, donna di nobili sentimenti.

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