Scritto da: Adriana Romanò

L'ombra di me


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...bellissimo.
"Non avrei pensato di riabbracciarti tanto presto, nipote adorata" mormorò nonna Mariella.
Il nonno annuì accarezzando dolcemente i capelli di Sara. Lo aveva conosciuto paralitico su una sedia a rotelle e ora il nonno aveva di nuovo l'uso delle gambe. La ragazza gli sorrise con affetto.
"E io non avrei mai immaginato che la mia vita sarebbe stata tanto breve" commentò poi sistemandosi per vezzo le pieghe della lunga gonna bianca, la stessa con cui era morta.
"Tutto ciò che ricordo" riprese "è di aver perso l'equilibrio e di essere rotolata giù da quella scarpata. Poi tutto è diventato buio. Sono morta nella caduta, non è così?"
I nonni annuirono con uno sguardo che avrebbe dovuto risultare addolorato. Tuttavia erano in pace, provenivano da un luogo di perfetta beatitudine e la tristezza lì non esisteva.
"Siete venuti a portarmi via? Insomma, lassù..." sussurrò Sara, puntando il dito verso il soffitto per indicare il cielo.
"Pensavamo che avresti preferito vedere qualche faccia amica" le rispose il nonno. Lei annuì, grata.
"Allora... andiamo?"
I nonni si guardarono. Silenzio.
"Che succede?"
"C'è una cosa che dovresti fare, prima. Saprai tu stessa quando raggiungerci."
I nonni tornarono alle loro postazioni, accanto a mamma e papà.... [segue »]
Composto lunedì 30 giugno 2014

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    Scritto da: Adriana Romanò
    Ha partecipato al concorso
    #IORESTOACASAeSCRIVO

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