Poesie preferite da Eclissi

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Scritta da: Eclissi

A una passante

Urlava attorno a me la via assordante.
Lunga, sottile, in lutto, maestoso
dolore, alto agitando della gonna
il pizzo e l'orlo con fastosa mano,
una donna passò agilmente, nobile,
con la sua gamba statuaria. Ed io,
come un folle, bevevo nel suo occhio
- livido cielo nel cui fondo romba
l'imminente uragano - la dolcezza
affascinante e il piacere che uccide.
Un lampo... poi la notte! - O fuggitiva
beltà, per il cui sguardo all'improvviso
sono rinato, non potrò vederti
che nell'eternità? In un altro luogo,
ben lontano di qui, e troppo tardi,
mai, forse! Perché ignoro dove fuggi,
e tu non sai dove io vado, o te
che avrei amata, o te che lo sapevi!
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    Scritta da: Eclissi

    Prima di venire

    Prima di venire
    Portami tre rose rosse
    Prima di venire
    Portami un grosso ditale
    Perché devo ricucirmi il cuore
    E portami una lunga pazienza
    Grande come un telo d'amore
    Prima di venire
    Dai un calcio al muro di fronte
    Perché li dentro c'è la spia
    Che ha guardato in faccia il mio amore
    Prima di venire
    Socchiudi piano la porta
    E se io sto piangendo
    Chiama i violini migliori
    Prima di venire
    Dimmi che sei già andato via
    Perché io mi spaventerei
    E prima di andare via
    Smetti di salutarmi
    Perché a lungo io non vivrei.
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      Scritta da: Eclissi

      All'amato me stesso

      Quattro. Pesanti come un colpo.

      "A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio".

      Ma uno come me dove potrà ficcarsi?

      Dove mi si è apprestata una tana?

      S'io fossi piccolo come il grande oceano,
      mi leverei sulla punta dei piedi delle onde con l'alta marea,
      accarezzando la luna.

      Dove trovare un'amata uguale a me?
      Angusto sarebbe il cielo per contenerla!

      O s'io fossi povero come un miliardario... Che cos'è il denaro per l'anima?
      Un ladro insaziabile s'annida in essa:
      all'orda sfrenata di tutti i miei desideri
      non basta l'oro di tutte le Californie!

      S'io fossi balbuziente come Dante o Petrarca...
      Accendere l'anima per una sola, ordinarle coi versi...
      Struggersi in cenere.
      E le parole e il mio amore sarebbero un arco di trionfo:
      pomposamente senza lasciar traccia vi passerebbero sotto
      le amanti di tutti i secoli.

      O s'io fossi silenzioso, umil tuono... Gemerei stringendo
      con un brivido l'intrepido eremo della terra...
      Seguiterò a squarciagola con la mia voce immensa.

      Le comete torceranno le braccia fiammeggianti,
      gettandosi a capofitto dalla malinconia.

      Coi raggi degli occhi rosicchierei le notti
      s'io fossi appannato come il sole...

      Che bisogno ho io d'abbeverare col mio splendore
      il grembo dimagrato della terra?

      Passerò trascinando il mio enorme amore
      in quale notte delirante e malaticcia?

      Da quali Golia fui concepito
      così grande,
      e così inutile?
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        Scritta da: Robertyna Superbyna
        Non sto pensando a niente,
        e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,
        mi è gradita come l'aria notturna,
        fresca in confronto all'estate calda del giorno.

        Che bello, non sto pensando a niente!

        Non pensare a niente
        è avere l'anima propria e intera.
        Non pensare a niente
        è vivere intimamente
        il flusso e riflusso della vita...
        Non sto pensando a niente.
        È come se mi fossi appoggiato male.
        Un dolore nella schiena o sul fianco,
        un sapore amaro nella bocca della mia anima:
        perché, in fin dei conti,
        non sto pensando a niente,
        ma proprio a niente,
        a niente...
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          Scritta da: Alessandro Di Pinto

          Il mio prodotto unico...

          Sono il prodotto frutto della fusione dei sensi tra miei genitori,
          sono il prodotto del viaggio dei miei occhi,
          sono il prodotto di mille vite e mille sogni,
          sono il prodotto di fiumi di passione che scorrono nelle mie vene,
          sono il prodotto di continue liti tra la mia mente e il mio cuore,
          sono il prodotto di tante discese e tante salite,
          sono il prodotto della luce del sole e del buio della notte,
          sono il prodotto di tante chiacchiere tra la luna e le stelle,
          sono il prodotto di lacrime versate raccolte da sorrisi,
          sono il prodotto di tanto amore e tanto odio,
          sono il prodotto di tante donne e tante amanti,
          sono il prodotto di una società che non sarà mai la mia,
          sono il prodotto di una religione che non mi appartiene,
          sono il prodotto di troppi amici e troppi nemici,
          sono il prodotto di un film con un finale da scoprire,
          sono il prodotto unico che amo essere...
          Composta giovedì 8 aprile 2010
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            Uomo e donna a letto alle 10 pomeridiane

            Mi sento come una scatola di sardine, disse lei.
            Mi sento come un cerotto, dissi io.
            Mi sento come un panino al tonno, disse lei.
            Mi sento come un pomodoro a fette, dissi io.
            Mi sento come se stesse per piovere, disse lei.
            Mi sento come se l'orologio s'è fermato, dissi io.
            Mi sento come se la porta fosse aperta, disse lei.
            Mi sento come se stesse per entrare un elefante, dissi io.
            Mi sento che dovremmo pagare l'affitto, disse lei.
            Mi sento che dovresti trovare lavoro, disse lei.

            Non me la sento di lavorare, dissi.

            Mi sento che di me non te me ne importa, disse lei.
            Mi sento che dovremmo far l'amore, dissi io.
            Mi sento che l'amore l'abbiamo fatto fìn troppo, disse lei.
            Mi sento che dovremmo farlo più spesso, dissi io.
            Mi sento che dovresti trovare lavoro, disse lei.
            Mi sento che dovresti trovare lavoro, dissi io.
            Mi sento una gran voglia di bere, disse lei.
            Mi sento come una bottiglia di whisky, dissi io.
            Mi sento che finiremo come due ubriaconi, disse lei.
            Mi sento che hai ragione, dissi io.
            Mi sento di mollare tutto, disse lei.
            Mi sento che ho bisogno d'un bagno, dissi io.
            Anch'io mi sento che hai bisogno d'un bagno, disse lei.
            Mi sento che dovresti lavarmi la schiena, dissi io.
            Mi sento che tu non mi ami, disse lei.
            Mi sento che ti amo, dissi io.
            Mi sento quel coso dentro adesso, disse lei.
            Anch'io sento che adesso quel coso è dentro di te, dissi io.
            Mi sento che adesso ti amo, disse lei.
            Mi sento che ti amo più di te, dissi io.
            Mi sento benone, disse lei, ho voglia di urlare.
            Mi sento che non la smetterei più, dissi io.
            Mi sento che ne saresti capace, disse lei.
            Mi sento, dissi io.
            Mi sento, disse lei.
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              Scritta da: Giulia Guglielmino

              Passato presente futuro

              Cammini lenta in una strada della periferia, deserta.
              Cammini a testa bassa, troppi errori.

              Ti bussa sulla spalla una mano del passato...
              Ti volti non indifferente.
              Con la mano tua togli la sua. Ti rigiri.

              Cammini lenta in una strada di periferia, affollata.
              Cammini a testa bassa, le lacrime come proiettili mirano i passi tuoi.

              Al tuo fianco una mano del presente sfiora il braccio che usi da scudo.
              Ti invita ad alzare intorno a te mille braccia che ti proteggano. Da tutti.
              Non ti fidi. Non perdoni.

              Cammini lenta in una strada di periferia, di nuovo deserta.
              Cammini a testa alta, attorniata da un muro che ti difende e non guardi indietro.

              Davanti a te qualcosa punta i tuoi occhi.
              Non ti tocca, né ti sfiora.
              Si insidia senza dolore nel sangue si scontra col cuore.
              È l'anima del futuro, ti travolge e ti stravolge.
              Composta giovedì 4 marzo 2010
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                Scritta da: Kagib

                Integrità

                Non voglio smettere di emozionarmi,
                di sentirmi così fragile di fronte alle lacrime,
                così impotente di fronte all'amore,
                così ridicolo al cospetto dei potenti.
                La consapevolezza del mio essere,
                mi rende forte, quasi eterno...
                come un albero, proteso verso il cielo,
                come foglia, che cadendo non andrà persa
                ma tornerà ad alimentare quelle radici
                attraverso le quali sarò di nuovo vita.
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