Poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Il sole e l'ombra

Sole di mezzogiorno, nel luglio felice, sulla piazza deserta:
piazza lontana di città lontana, tu ed il tuo uomo,
e quello era il mondo.
Bianca nella tua veste, bianca vibratile fiamma tu pure,
nell'abbaglio d'incendio dell'aria.
Bianco il tuo riso perduto nel riso di lui, fresco di polla il
tuo riso d'amore tra il vasto fulgere ed ardere.
Non sarebbe discesa la notte, non sarebbe venuto il domani,
tua la luce, tuo l'uomo, tuo il tempo.
Fermasti il tempo in pieno sull'ora solare per cui in terra
tu fosti divina:
il resto è ombra e polvere d'ombra.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Sudore e Frusta

    Frusta,
    sudore e frusta.
    Il sole apparve presto,
    e incontrò il negro scalzo.
    Nudo il corpo piagato,
    sopra il campo.
    Frusta,
    sudore e frusta.
    Il vento passò gridando:
    - Che nero fiore nelle mani!
    Il sangue gli disse: andiamo!
    E lui disse al sangue: andiamo!
    Partì scalzo nel suo sangue.
    Il canneto, tremante,
    gli aprì il passo.
    Poi, il cielo silenzioso,
    e sotto il cielo, lo schiavo
    tinto nel sangue del padrone.
    Frusta,
    sudore e frusta,
    tinto nel sangue del padrone;
    frusta,
    sudore e frusta,
    tinto nel sangue del padrone,
    tinto nel sangue del padrone.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Palma sola

      La palma sta nel patio,
      è nata sola;
      è cresciuta senza che la vedessi,
      è cresciuta sola;
      sotto la luna e il sole,
      vive sola.
      Con il suo lungo corpo saldo,
      palma sola,
      sola nel patio recinto,
      sempre sola,
      guardiana del tramonto,
      sogna sola.
      La palma sola che sogna,
      palma sola,
      che va libera al vento,
      libera e sola,
      sciolta da radici e terra,
      sciolta e sola,
      cacciatrice delle nubi,
      palma sola,
      palma sola,
      sola.
      Il nero mare
      La notte livida sogna
      sopra il mare;
      la voce dei pescatori
      bagnata nel mare;
      esce la luna grondante
      dal mare.
      Il nero mare.
      In mezzo alla notte un son,
      sta arrivando nel golfo;
      in mezzo alla notte un son.
      Le barche lo vedono passare,
      in mezzo alla notte un son,
      incendiando l'acqua fredda.
      In mezzo alla notte un son,
      in mezzo alla notte un San,
      in mezzo alla notte un.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        La medicina

        Non so che triste affanno mi consumi:
        sono malato e nei miei dì peggiori...
        Tra i balaustri il mar scintilla fuori
        la zona dei palmeti e degli agrumi.

        Ah! Se voi foste qui, tra questi fiori,
        amica! O bella voce tra i profumi!
        Se recaste con voi tutti i volumi
        di tutti i nostri dolci ingannatori!

        Mi direste il Congedo, oppur la Morte
        del cervo, oppure la Sementa... E queste
        bellezze, più che l'aria e più che il sole,

        mi farebbero ancora sano e forte!
        E guarirei: Voi mi risanereste
        con la grande virtù delle parole!
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Mulatta

          Lo so, lo so, mulatta,
          in giro tu hai detto
          che ho il naso
          come un nodo di cravatta.
          Ma guarda bene che te
          non sei mica meglio di me,
          perché la tua bocca è larga
          e sono tinti i tuoi riccetti.
          Tante storie, per il tuo corpo,
          tante storie;
          tante storie per la tua bocca,
          tante storie;
          tante storie per i tuoi occhi,
          tante storie...
          Se tu sapessi, mulatta,
          la verità:
          io ho la negra mia
          e non t'amo affatto.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Quando son venuto al mondo

            Quando son venuto al mondo,
            nessuno mi stava aspettando;
            cosi il mio dolore profondo
            mi si allevia camminando,
            perché quando son venuto al mondo,
            ti dico, nessuno mi stava aspettando.
            Guardo gli uomini nascere,
            guardo gli uomini passare;
            bisogna camminare,
            bisogna guardar per vedere,
            bisogna camminare.
            Altri piangono, e io me la rido,
            perché il riso è tutta salute:
            lancia della mia potenza,
            corazza della mia virtù.
            Altri piangono, io me la rido,
            poiché il riso è tutta salute.
            Cammino con i miei piedi,
            senza stampella o bastone,
            e la mia voce intera
            e la voce intera del sole.
            Cammino con i miei piedi,
            senza stampella o bastone.
            Con l'anima in carne viva,
            qua sotto, sogno e lavoro;
            già sarà quello di sotto sopra,
            quando quello di sopra sarà sotto.
            Con l'anima in carne viva,
            qua sotto, sogno e lavoro.
            C'è gente che mi vuoi male,
            perché sono un poveraccio;
            ma quand'essi moriranno
            sarò al loro funerale.
            Cosi mi vogliono male,
            perché sono un poveraccio.
            Guardo gli uomini nascere,
            guardo gli uomini passare;
            bisogna camminare,
            bisogna guardar per vedere,
            bisogna camminare.
            Quando son venuto al mondo,
            ti dico,
            nessuno mi stava aspettando;
            cosi il mio dolore profondo,
            ti dico,
            mi si allevia camminando,
            ti dico
            poiché quando son venuto al mondo,
            ti dico,
            nessuno mi stava aspettando.
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Il nero mare

              Livida la notte sogna
              sopra il mare;
              la voce dei pescatori
              bagnata nel mare;
              nasce la luna gocciolante
              dal mare.
              Il nero mare.
              Nella notte un son,
              si avvicina alla baia,
              nella notte un son.
              Le barche lo vedono passare,
              nella notte un son,
              incendiando l'acqua fredda.
              Nella notte un son,
              nella notte un son,
              nella notte un son...
              Il nero mare.
              - Ay, mulatta d'oro fino,
              ay, mia mulatta
              d'oro e d'argento,
              papaveri e fiori d'arancio,
              ai piedi del mare maschio e bramoso,
              ai piedi del mare.
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