Scritta da: Armando
Oggi al mondo amar non serve niente
l'amore è merce con un po' di sconto
un povero esercizio della mente
all'alba sorge ha fine col tramonto.

Coi vecchi amori non v'è più confronto
la fedeltà è ormai nota dolente
è meglio avere a fianco un mezzo tonto
da incorniciare poi cristianamente.

La donna oggi si sente emancipata
decoro non conosce, ma prurito,
un tempo era più fine e costumata

adesso non gli serve solo il dito
morale ormai rigetta, s'è destata,
vergogna non ha più e fa l'invito

al primo che poi corre al suo richiamo
non dice più: "mio dio come ti amo"

ma come viaggi bene, spingi forte
non ti fermare rompimi le porte.

Li cerca senza limiti d'età,
ma fa le bizze se il vecchio poi non va

segue solo gli ormoni e, mamma mia,
chi non gli rende poi lo butta via.

Insomma oggi è importante sol godere:
la prole? un calcio rifilato nel sedere,

infatti alla mammina oggi interessa
molti mezzi infilar nella rimessa,

perché non v'è migliore medicina
di quella che fa all'alba la gallina

col gallo che s'arrapa nel pollaio
con la gallina dal grilletto gaio

perché tutto dal sesso ormai dipende
nessun rinuncia a un colpo e non s'arrende,

anche il vecchio ha appreso la lezione
e col viagra aiuta l'erezione.

In questo puttanaio chi puole piglia
ma dove va a finire la famiglia?
Composta sabato 13 ottobre 2012
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    Scritta da: Armando

    La vendetta

    La vendetta è una brutta malattia
    scompone il cuore quando avvampa l'ira
    rode la mente e non si sa che sia
    come un germe nell'animo s'aggira.

    Il bene affoga nell'ipocrisia,
    l'essere umano in nera bestia vira
    l'animo invade d'ogni ritrosia,
    contro di dio per ultimo cospira.

    Senza volerlo l'uomo incattivisce
    il bene dal suo cuore si cancella
    l'amore dato se ne va, svanisce,

    varca i confini e mai paga gabella.
    L'odio tutto l'affetto imputridisce
    e in petto scende come una trivella.
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      Scritta da: Armando

      Ultima nebbia di Aprile

      Lieve la voce il cuore intenerisce,
      urlo su queste acque il mio dolore
      mentre si alza in volo e poi svanisce
      l'ira funesta che m'opprime il cuore.

      Vedo tra questa nebbia inamidata
      lenta la Dora scorrere tra i ponti
      mentre la voce mia s'è inabissata
      nell'acqua che rispecchia cielo e monti.

      Ancor la neve sfuma contro il cielo
      e mi raggela il sangue nelle vene,
      le sue parole sono ormai di gelo

      m'hanno colmato ancor di nuove pene.
      Gli ultimi petali sfrondano da un melo
      ed anche sfoglia l'ultimo mio bene.
      Composta lunedì 11 aprile 2011
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        Scritta da: Armando

        Il profumo delle ore passate

        Il profumo delle ore ormai passate
        sa di glicini e forse di lavanda
        ricorda le nottate mie sudate
        i canti antichi d'una vecchia banda.

        E voci e canti per viuzze spente
        dove son morti tutti i miei pensieri
        le pacche, le spinte e allegramente
        i giochi che allietavano i pensieri.

        E ci bastava poco per gioire,
        a volte solo una partita a carte
        su un muro rotto, altre a disquisire
        d'un amico che resta o di chi parte.

        E si farneticava nella notte,
        mentre i grilli frinivano incessanti,
        delle torme di donne mai sedotte
        o d'avventure e amori appassionanti.

        E penso all'oggi quanto mai reale
        ai nuovi amori veri e deprimenti
        e a tratti provo in cuore tanto male
        per le passioni mie anche indecenti

        che a volte mi intristiscono la mente
        che gioia non mi danno ma afflizione
        che sognare mi fanno assurdamente
        quel tempo di bugie, di alterazione.
        Composta domenica 10 aprile 2011
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          Scritta da: Armando

          La grande onda

          La grande onda che aspetto,
          adesso arriva,
          forse domani si farà presente.
          La grande onda,
          ogni tanto nei miei sogni appare,
          si materializza nella coscienza mia
          e mi tormenta.
          Quel cataclisma che gli uomini sconvolge,
          che veste panni diversi,
          indumenti colorati e bigi a volte indossa,
          si rimpiatta dietro la porta chiusa
          al piano terra,
          attende e non ha fretta.
          Ed io scrivo e non indugio,
          sulla carta disegno pochi versi
          prima che la grand'onda mi sommerga.
          La penso impassibile, tremenda,
          che spacca il mondo in due.
          La montagna sprofonda in fondo al mare
          e un lago sorge d'un tratto in mezzo ai boschi.
          Vedo lo spumeggiar dell'onde,
          il terrore nel viso della gente,
          odo gli strilli immensi
          delle agonie sommerse.
          E poi il silenzio!
          Un nuovo mondo sorge,
          impassibile dal nulla, ridisegna
          le carte geografiche
          e un conducente lascia in bilico
          su una strada interrotta,
          sparita nel vortice improvviso
          d'una natura senza preavviso.
          Ecco, ora il dolore, non c'è più,
          è svanito,
          la calma dentro il corpo è ritornata
          ed una dimensione nuova
          nella natura umana
          improvvisa, inattesa, si è creata.
          Composta lunedì 3 marzo 2008
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            Scritta da: Armando

            Sapore d'acque chiare

            Sapore d'acque chiare il tuo parlare,
            sanno di sole e vento i tuoi silenzi
            i tuoi sorrisi il cuor fanno cantare
            è tutta lealtà quel che evidenzi.

            Quando la sera squilla il cellulare
            l'anima mia d'amor tutta potenzi
            le tue parole fan rasserenare
            con frasi dolci ognor ti differenzi.

            Anche se ancora inseguo un sogno antico
            l'affetto tuo ormai tutto l'oscura
            quello che conta è quel che faccio e dico

            so che tu spegnerai questa mia arsura
            per questo ancora il cielo benedico
            ormai per me sarai com'acqua pura.
            Composta lunedì 14 marzo 2011
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              Scritta da: Armando
              Nel campo dei papaveri appassiti
              il passo indugia stanco e si scolora
              il vento soffia e stancamente ignora
              che quei boccioli un dì eran fioriti.

              Erano sangue al sole rosseggianti
              svettavan forti, cambiavano colore,
              ma sui barconi provarono l'orrore
              per i loro bambini agonizzanti.

              L'onda furiosa cancellò il colore
              quei barconi il mare lì sommerse
              l'ansia finì, sparì anche il dolore.

              Ora quei corpi sono il disonore
              di chi la propria umanità disperse
              in questo mondo senza più valore.
              Composta mercoledì 26 gennaio 2011
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                Scritta da: Armando

                Aspettami se puoi

                Perdonami se puoi e aspetta ancora
                colpa non me ne dare se vacillo
                a volte penso anch'io d'essere brillo
                se ancora il cuore mio non s'innamora.

                M'accorgo che la febbre mi divora,
                più medicine per guarire instillo
                ma basta poi ch'io senta un solo squillo
                che come muffa l'amor mio riaffiora.

                Per questo cerca d'essere paziente
                dammi ancora un po di tempo e aspetta
                cerca di capir non sono assente

                ti prego solo non avere fretta
                il cuore mio è ancor convalescente
                a breve tornerà sulla via retta.
                Composta sabato 22 gennaio 2011
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                  Scritta da: Armando

                  Carrette del mare

                  Le mie speranze io l'affido al mare,
                  la stessa acqua unisce le due sponde
                  sembra a nuoto si possa attraversare
                  quando placide riposano le onde.

                  Ma le visioni che offre la natura,
                  si impattano con la nuda realtà
                  stipati al sole e al vento è cosa dura,
                  come saziar la fame non si sa.

                  La fiducia sempre ci accompagna
                  il sol tramonta e rolla la paranza
                  il tanfo sale, attorno a noi ristagna.

                  Ci aiutano le luci in lontananza
                  l'onda solleva l'acqua tutti bagna
                  s'avanza al buio, vince la speranza.
                  Composta venerdì 14 gennaio 2011
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